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04/06/2021 06:00:00

Marsala, Alberto Di Girolamo: "Riapriamo l'ospedale, i cittadini non si curano. In città progetti europei fermi"

 Alberto Di Girolamo, ex sindaco di Marsala. La nostra città continua ad essere senza il suo ospedale, nonostante la discesa del numero dei contagi covid. Lei è intervenuto con una lettera aperta, nei giorni scorsi, su Tp24, e l’Asp ha detto che tra qualche giorno libererà un piano dell’ospedale anche per i pazienti non covid. Va bene come risposta?

Assolutamente no, perché venti posti letto non servono a niente, a prescindere che non è il caso di mescolare pazienti covid e non covid, il nostro ospedale è relativamente piccolo per avere la certezza di percorsi sicuri. Noi avevamo un ospedale di cento posti letto e da oltre otto mesi l’ospedale è chiuso. Non è che i posti letto non covid negli ospedali a noi vicini sono aumentati, pochi erano prima e pochi sono ora. Voglio ricordare a chi ci governa che, per legge dovremmo avere 3 posti letto per mille abitanti per acuti e, 0,7 posti letto per riabilitazione. Basta fare la somma, insomma, sarebbero attorno a 1500 posti letto. Considerando anche il bacino di Palermo, in questa nostra provincia con 430mila abitanti, non dovremmo avere meno di mille posti letto, e invece ne abbiamo meno della metà. Se la legge prevede tutti questi posti vuol, dire che avendone di meno non è possibile curare le persone, a che cosa servono venti posti letto? E come si fa a riavere le sale operatorie? A Marsala avevamo 4 o 5 sale credo. La gente continua a morire oltre che per Covid, sempre meno per fortuna, ma moriranno per altre patologie.

Tra i politici c’è chi cerca di gettare acqua sul fuoco, dicendo che dobbiamo guardare in un’ottica di sistema e non dobbiamo fare la guerra per i posti letto.

Ma cosa vuol dire sistema. Il sistema sanitario provinciale prevede che a Marsala hai un reparto x che non hai a Trapani e viceversa e i pazienti si spostano per un reparto specializzato a Marsala o a Trapani o a Castelvetrano, non significa avere molti meno posti letto e non poter curare i pazienti, questo è il dramma.

L’ospedale “Paolo Borsellino” è stato anche smantellato delle sue attrezzature. L’Asp dice, le attrezzature sono nostre facciamo quello che vogliamo. Secondo lei torneranno a Marsala?

Io non lo so, dico semplicemente che è una dimostrazione che non hanno voglia di riaprire l’ospedale a breve. Si aspetta che passi la pandemia, e sappiamo che ancora dobbiamo convivere con questo virus ancora per un anno e forse di più, siccome non mi sembra che il padiglione per le malattie infettive che doveva essere pronto già da tempo, visto che Razza era venuto a maggio dello scorso anno a promettere mari e monti, ma il nuovo padiglione, chissà quando sarà finito e chissà con quanti posti letto. La sensazione è che ci prendono in giro continuamente e sulla salute dei cittadini non ci devono prendere in giro.

Alberto Di Girolamo, ci arrivano diverse segnalazioni da parte dei cittadini che non si possono curare, anche per fare un semplice esame. Anche a lei arrivano queste segnalazioni?

Assolutamente sì, la gente mi dice come faccio a fare un test da sforzo con i poliambulatori che sono chiusi da un anno e credo che non siano ancora aperti e non mi sembra che abbiano intenzione di aprirli. Le diagnosi in ritardo per le malattie cardiovascolari significano morte subito, per le malattie oncologiche significa morte dopo qualche mese. Prima si fa la diagnosi di una malattia e prima si riesce anche a curarla e a guarire, ma se la diagnosi di una malattia la fai in ritardo, allora non si fa altro che aumentare le morti delle persone e questo sta accadendo, c’è infatti un aumento delle morti per le malattie oncologiche del 30% perché la gente non riesce a curarsi. Io credo che otto mesi sono tanti, potevano fare diversamente, un padiglione molto più piccolo, una tenda per i malati covid. Noi abbiamo bisogno del “Paolo Borsellino” con le attrezzature e tutti i medici e il personale sanitario. Hanno smantellato non solo l’ospedale di Marsala, ma ad esempio la pneumologia non c’è né a Marsala né a Trapani, sono saltati i reparti anche a Trapani, perché il sovraffollamento non permette di lavorare bene, i medici che vengono spostati da un ospedale all’altro per fare dei turni di guardia; siamo dimenticati e penalizzati e non si capisce il perché e devo dire che a Marsala abbiamo due parlamentari che potrebbero alzare la voce, ma non mi sembra che difendano i cittadini, seguono, così, passivamente, quello che decide in malo modo il governo regionale.

Razza è tornato alla guida dell’assessorato regionale alla Salute, lei cosa ne pensa?

Io ricordo quando Razza è venuto a Marsala il 7 maggio dietro mia sollecitazione. Il 18 maggio ha aperto l’ospedale, perché non c’erano più pazienti covid, aveva promesso che avrebbe fatto un reparto malattie infettive al vecchio San Biagio, io l’ho contestato perché non aveva nessun significato, a settembre dicevano che l’ospedale non doveva diventare covid e a ottobre dopo le elezioni è diventato covid, quindi continue bugie ma a parte quelle, il dramma vero è che siamo ancora senza ospedale. Credo che Razza non ha dimostrato grandi capacità di far funzionare bene la sanità in Sicilia. Se il presidente Musumeci insiste su Razza ci sarà qualche altro motivo, la sanità non sta funzionando, la gente muore.

Alberto Di Girolamo, il sindaco di Marsala Massimo Grillo, presentando il bilancio non ha avuto parole tenere nei suoi confronti, dicendo che ha trovato i conti un po’ sballati, che ci sono debiti e che è difficile governare.

Ho visto la dichiarazione del sindaco, sarebbe opportuno che lui dicesse quanti debiti ha trovato e quanti debiti fuori bilancio. Io ho la certezza di aver trovato 14 milioni di euro di debiti fuori bilancio e tanti altri. Se lui pensava di aprire i cassetti e trovare soldi si sbaglia, vuol dire che non sa come si amministra una città e come funzione una macchina amministrativa. Io di sicuro ho lasciato circa 100 milioni di progetti europei già finanziati, che non sta mettendo in movimento senza creare lavoro e servizi. Se io avessi trovato il 50% di quelli che ho lasciato la città adesso sarebbe in modo diverso. I progetti europei sono finanziati, sono là, ma non si vede niente. Se i soldi non vengono spesi con un cronoprogramma ben preciso tornano a Bruxelles come è successo per le scuole marsalesi. Questo è il dramma di questa città. Amministrare è diverso che fare chiacchiere politiche, si amministra in silenzio, insistendo, facendo in modo che gli uffici funzionino, non a parole ma con i fatti, e non facendo in modo che i concorsi non si facciano. Da una parte ci si lamenta che non c’è personale e dall’altra parte si smantella un concorso già in itinere. Faccia partire tutti i progetti europei finanziati, sono tanti e darebbero lavoro in questo momento drammatico di povertà e creerebbero servizi. Lo vediamo con la pista ciclabile, si apre non si apre, ma è mai possibile, arrivano i turisti e cosa trovano, una pista che non è pronta, ma lo vediamo anche con la Chiesa di San Giuseppe e potremmo continuare a parlare di quanti progetti ci sono, che ho lasciato e che potrebbero dare un respiro di sollievo a tutti quelli che sono in cerca di un lavoro.