Ruggero Razza è stato rimesso come se nulla fosse da Nello Musumeci alla guida della sanità siciliana, nonostante sia indagato nell'inchiesta per i dati falsi, che ora si allarga, come racconta Repubblica.
C'è infatti un "supertestimone", Salvatore Scondotto, a capo del Servizio 9 "Sorveglianza ed epidemiologia valutativa". Ha detto: "Nella redazione dei Forms che ogni mercoledì inviavo all'Istituto superiore di sanità il dato sui tamponi processati lo traevo dalla "Piattaforma integrata sorveglianza Covid-19 sezione dati aggregati", la traevo cioè dai dati inseriti dai miei colleghi del Servizio 4. Davo per reali questi dati - ha precisato il dottore Scondotto - dando per scontato che venissero immessi in maniera veritiera dai miei colleghi".
Questo fatto smentisce la principale argomentazione difensiva degli indagati, l'assessore Ruggero Razza e il suo braccio destro, la dirigente generale Maria Letizia Di Liberti. Questa: "I dati finiti al centro dell'inchiesta avevano rilevanza a fini esclusivamente statistici e servivano solo alla compilazione del bollettino giornaliero, il quale ha a sua volta finalità solo divulgative".
Per fare luce sono stati nominati due esperti, Patrizio Pezzotti e Antonino Di Bella, dell'Istituto superiore di sanità. "Due dei massimi esperti in materia di monitoraggio dell'epidemia - scrive la procura - Pezzotti fa anche parte della cabina di regia istituita presso l'istituto di sanità, che si occupa di elaborare i dati provenienti dalle Regioni al fine di decidere in quali fasce di rischio essere vadano posizionate".
Gli indagati sostengono di aver "corretto i dati in modo da renderli il più possibile aderenti alla realtà". . La procura ritiene diversamente: "Gli indagati hanno in mala fede alterato dati che andavano comunicati così come si presentavano. Quelli che pervenivano non erano infatti dati falsi, ma al più intempestivi. Dalle telefonate intercettate - conclude la procura - non emerge la volontà di correzione volta al perseguimento di una rappresentazione veritiera dei dati, ma solo quella di avere a disposizione un risultato "gradito"".