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02/06/2021 08:51:00

Coronavirus, giugno mese della svolta. Cambiano i nomi delle varianti 

 La campagna vaccinale va avanti a ritmi serrati in tutta Italia. 

La vaccinazione anti- Covid allargata ai cittadini di ogni età dai primi di giugno "è straordinariamente importante, però non deve portare a trascurare i soggetti vulnerabili" non ancora immunizzati, "che sono quelli più a rischio se contraggono l'infezione". Invita a "uno sforzo aggiuntivo" per trovarli e proteggerli Walter Ricciardi, ordinario di Igiene all'università Cattolica e consigliere scientifico del ministro della Salute, Roberto Speranza, intervenuto a 'Domande e Risposte' su RaiNews24.

Dal 3 giugno via le fasce di età
Da 3 giugno le Regioni e le province autonome riceveranno il via libera per vaccinare le persone di ogni fascia di età, compresi i ragazzi dai 12 ai 15 anni, che sono circa 2 milioni e 300mila. "Andiamo verso il superamento delle fasce d'età - ha affermato il commissario straordinario all'emergenza Covid, generale Francesco Paolo Figliuolo oggi in visita in Umbria - con un occhio vigile sugli over 60. Abbiamo ottimi risultati sugli over 80, buoni sugli over 70 e solo soddisfacenti sugli over 60, ed e' molto probabile che dagli inizi della prossima settimana anche l'Aifa darà il via libera per il vaccino agli adolescenti. Un occhio attento deve essere sulla popolazione studentesca - ha proseguito - per poter riaprire in sicurezza a settembre, ma prima dobbiamo puntare sulla vaccinazione dei sessantenni. E' giusto e utile perché solo così riusciremo a svuotare ospedali e terapie intensive".

 Un milione e mezzo di settantenni senza la prima dose
Più di un milione e mezzo di over 70 è ancora in attesa della prima dose o della dose unica di vaccino anti Covid: nel dettaglio, almeno 1.095.264 uomini e donne compresi nella fascia 70-79 anni e 437.933 over80. E' quanto emerge dal report settimanale del commissario straordinario all'emergenza sanitaria. Tra i 70-79enni, sono in attesa della prima dose o della dose unica il 35,46% in Sicilia, il 28,65% in Calabria, il 25,23% in Friuli Venezia Giulia e il 24,66% in Sardegna; tra gli over80, ancora in attesa della prima dose o della dose unica il 27,55% in Sicilia, il 25,10% in Calabria e il 20,38% in Abruzzo.

Nel bollettino diramato dal Ministero della Salute, ieri in Italia accertati 2.483 nuovi casi e registrati 93 decessi.

Sono 989 i pazienti ricoverati in terapia intensiva per il Covid in Italia, sotto quota mille con un calo di 44 rispetto a lunedì nel saldo quotidiano tra entrate e uscite. Gli ingressi giornalieri, secondo i dati del ministero della Salute, sono stati 41 (lunedì erano stati 38).

Sono 221.818 i tamponi molecolari e antigenici per il coronavirus effettuati nelle ultime 24 ore in Italia, secondo i dati del ministero della Salute. Lunedì erano stati 86.977. Il tasso di positività è dell'1,1%, in calo di un punto rispetto al 2,1% di lunedì.

 

Le varianti del coronavirus cambiano nome. Fino a questo momento, le mutazioni erano conosciute con i nomi dei luoghi dove sono state riscontrate per prime, mentre adesso verrà assegnata una lettera dell’alfabeto greco. Ad annunciarlo l’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms), che ha compiuto questa scelta sia sulle varianti classificate come “preoccupanti” che quelle d’interesse.

La variante conosciuta fino a oggi come quella inglese, si chiamerà Alpha; quella sudafricana sarà Beta e la brasiliana Gamma. Il nome in codice della variante indiana sarà invece Delta. Ne dà notizia l’Adnkronos.

Il motivo del cambio di passo dell’Oms è avere etichette “semplici, facili da citare e ricordare per le varianti chiave del virus che causa Covid-19. Queste etichette sono state scelte dopo un’ampia consultazione e una revisione di molti potenziali sistemi di denominazione”.

Per arrivare a questa decisione, l’Oms ha consultato un gruppo di partner di tuto il mondo, soprattutto luminari che si occupano di sistemi di denominazione esistenti, esperti di nomenclatura e tassonomia dei virus, ricercatori e autorità nazionali.

“Queste etichette non sostituiscono i nomi scientifici esistenti (ad esempio quelli assegnati dalle organizzazioni Gisaid, Nextstrain e Pango), che trasmettono importanti informazioni scientifiche e continueranno ad essere utilizzati nella ricerca”, ha fatto sapere l’Oms.

Tuttavia questi nomi scientifici, ha aggiunto l’Oms, “possono essere difficili da pronunciare e ricordare e sono soggette a inesattezze nel modo in cui vengono riportate”.

Un altro obiettivo delle lettere dell’alfabeto greco con cui vengono rinominate le varianti è il tentativo di slegarle dalla localizzazione geografica. Proprio per la difficoltà di usare codici numerici, infatti, spesso “le persone ricorrono alla scelta di chiamare le varianti in base ai luoghi in cui vengono rilevate, il che è stigmatizzante e discriminatorio. Per evitarlo e per semplificare le comunicazioni pubbliche, l’Oms incoraggia le autorità nazionali, i media e tutti ad adottare queste nuove etichette”.