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02/06/2021 06:00:00

Denise Pipitone: le indagini, le interferenze, l'anonimo e gli ultimi sviluppi

Da due mesi, dopo il caso di Olesya, la giovane russa affiancata per qualche settimana alla vicenda di Denise Pipitone, nei giornali, in Tv, in radio, e nei media online si parla quotidianamente del caso della bambina di Mazara del Vallo scomparsa il 1 settembre del 2004.

Una mole di notizie e particolari che, in alcuni casi forse sono anche inutili alla ricerca della verità a 17 anni di distanza dai fatti, in altri casi, invece, potrebbero addirittura interferire con le indagini, come ha detto lo stesso avvocato Giacomo Frazzitta.

Queste le parole di Frazzitta sul suo profilo facebook: “Abbiate rispetto dell'indagine in corso, è sbagliato rivelare cose che sono riservate, questo è il mio video messaggio di giovedi 27 maggio. Va ricercata la verità, anche con le inchieste giornalistiche, ma non vanno rivelate le indagini in corso, perché altrimenti si fa male a coloro che lavorano”.
 

E a parlare è anche Piera Maggio con un suo messaggio sul suo profilo social facebook, un messaggio che già nel titolo dice tutto "La Pazienza". "LA PAZIENZA"... Vogliamo arrivare fino alla fine di tutta questa dolorosa vicenda. Spero tanto che la perseveranza e la tantissima pazienza, ci venga ripagata nei migliori dei modi, SU TUTTO. Aldilà delle sterili parole, dietro c'è tanto serio lavoro."

L'anonimo non si è palesato - L'avvocato Giacomo Frazzita, sabato intervistato da Marco Liorni su Raiuno a Storie Italiane ha smentito le voci secondo le quali l'autore anonimo della lettera si sarebbe fatto vivo: “Io lo sto attendendo ancora, non è vero che l’ho incontrato, e comunque se l’avessi visto e lo direi sarebbe gravissimo. Io l’attendo l’anonimo ma se rimane tale vale zero”. Frazzitta ha rivolto un nuovo appello: “Parlate, venite in Procura, non bisogna più avere paura dopo 17 anni, basta”.

"Le stranezze sulle indagini e qualcuno che approfittava delle distrazioni" - E Frazzitta è tornato a parlare delle stranezze che riguardano le indagini: "Noi siamo stati ascoltati, abbiamo detto di situazioni poco chiare, noi pensavamo ad una disorganizzazione a dire la verità poi è emerso dell’altro”. “C’erano molte forze dell’ordine e forse poca qualità, molte distrazioni. Erano tutti dietro al pallone ma non vi era un ruolo o una tattica e ciò non ha consentito di vincere una partita, non vi erano ruoli ben definiti, tutti correvano dietro alla novità del giorno in maniera distratta e questo ha fatto il male della storia. Dall’altro lato c’era comunque qualcuno lucido che approfittava di queste distrazioni e tutti questi vuoti li abbiamo notati anche noi da esterni. Alcune negligenze sono dovute a poca qualità degli investigatori, che non significa non essere bravi, ma quando scompare una bambina ci vorrebbe oggi una task force adatta, una super procura”.

Da giorni l’attenzione mediatica è tornata a focalizzarsi su Anna Corona e Giuseppe Della Chiave. La Corona è la mamma di Jessica Pulizzi, la sorellastra di Denise che è stata processata e assolta in tre gradi di giudizio. Anna Corona, ex moglie di Pietro Pulizzi, il papà naturale di Denise, era stata indagata ma la sua posizione venne archiviata. La Procura di Marsala qualche settimana fa ha fatto ispezionare l’abitazione dove ha vissuto fino a poco tempo fa. Si è cercato anche cercato in un pozzo all’interno del garage di quell’abitazione.

Anna Corona e il suo alibi - Anna Corona ha sempre dichiarato che la mattina del 1 settembre del 2004 lavorava nella lavanderia di un albergo dove ha ricevuto la visita delle due figlie Jessica e Alice. La novità è che la collega di lavoro della Corona, Francesca Adamo, ha detto qualche giorno fa, di avere messo la firma perché la Corona le chiese di farle una cortesia.

Perizia sulla firma - Queste nuove dichiarazioni dell’Adamo, hanno spinto l’avvocato Frazzitta a chiedere di eseguire una nuova perizia. Nel corso del processo emerse che la firma era della Corona. La Adamo quando fu ascoltata nel 2012 aveva detto di non ricordare se la collega si fosse allontanata dal posto di lavoro.

Giuseppe Della Chiave e la testimonianza dello zio sordomuto - Giuseppe Della Chiave è invece il nipote di Battista Della Chiave, il sordomuto, ormai deceduto, che disse di aver visto Denise in braccio a suo nipote Giuseppe. La mattina della scomparsa di Denise partirono due telefonate dal telefono di Anna Corona, la prima ricevuta da una sua amica, Loredana, fidanzata di Giuseppe. Nel 2013 Battista Della Chiave, disse che la bambina era in braccio al nipote e che si era allontanato con la bambina in scooter. Le dichiarazioni di Battista Della Chiave però non sono state ritenute attendibili all’epoca.

Nuova ricostruzione - La redazione di “Chi l’ha visto”, con l’apporto di una esperta del linguaggio dei segni ha dato una nuova interpretazione diversa alle parole di Battista Della Chiave. Avrebbe fatto riferimento a due uomini che “hanno rapito la bambina con una motocicletta, superato un cavalcavia e poi nascosta in una barca con i remi sotto una coperta e sono andati via. La bambina piangeva. La moto è stata buttata in mare”.