Gentile Redazione,
Sabato mattina mi sono recato al Centro Vaccinale di Marsala per la seconda dose del vaccino. Appena arrivato c'erano oltre un centinaio di persone assembrate vicino l'ingresso, una ragazza con il camice che avvisava dell'arrivo dei carabinieri, una "volontaria" con il megafono che urlava "state indietro, non avvicinatevi" e un tizio in divisa, anche lui di qualche associazione di volontariato, che distribuiva i numeri come le tessere del pane al tempo della guerra. Davanti a loro: prenotati che reclamavano di entrare, non prenotati che "avevano sentito dire che potevano fare il Pfizer", gente che chiedeva informazioni oppure i semplicemente i moduli da compilare. Questo, a quanto mi dicevano, accade tutti i giorni.
Naturalmente il problema potrebbe essere risolto facilmente come già avviene in tutti gli altri centri vaccinali della provincia: prendere delle transenne e creare due percorsi ( uno per i prenotati e uno per quelli che non hanno una prenotazione), un paio di tavolini per accogliere le persone.
La campagna di vaccinazione per il Covid costituisce il più importante e complesso intervento di prevenzione effettuato dal Servizio Sanitario Nazionale in termini di dimensioni di popolazione raggiunta, diversità di professionalità e strutture coinvolte, di significatività di risultati ottenuti. Com'è possibile lasciare all'improvvisazione di persone senza alcuna esperienza e che a parte urlare non hanno la benché minima idea di come organizzare e gestire in sicurezza una normalissima coda. Confusione, agitazione e malumore non fanno altro che peggiorare la situazione, rallentando ulteriormente la fila.
Il sindaco è l'autorità sanitaria locale. In questa veste e in caso di emergenze sanitarie e di igiene pubblica può anche emanare ordinanze con efficacia estesa al territorio comunale,
Cosa aspetta ad intervenire?
Gianfranco