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24/05/2021 06:00:00

Caso Vaccarino, “Una morte annunciata”. Il legale chiede l’autopsia

 Dopo la morte di Antonio Vaccarino, ucciso dal carcere a 76 anni, abbiamo sentito il suo avvocato Baldassare Lauria che, insieme all’avvocato Giovanna Angelo, si è occupato negli ultimi anni della sua difesa.

 

Avvocato, perché considera la morte di Vaccarino un omicidio di Stato?

 

E’ stata una morte annunciata.

Avevamo rappresentato come, essendo Vaccarino affetto da diverse patologie, fosse concreto il rischio di contrarre il Covid all’interno del carcere di Catanzaro. Ci hanno risposto picche.

Stessa “risposta” quando abbiamo ripresentato la richiesta a seguito dell’esplosione di un focolaio di infezione all’interno della struttura carceraria. E nessun accoglimento nemmeno dopo che Vaccarino ha contratto la malattia. Soltanto dopo che è finito in terapia intensiva, la Corte di Appello ha sostituito la misura con quella degli arresti domiciliari. Ma ormai era troppo tardi.

 

Si poteva evitare?

 

Credo proprio di sì. Verrà fatta l’autopsia, noi abbiamo fatto una denuncia.

E’ stato vittima di un sistema incapace di percepire il pericolo del Covid all’interno del carcere.

Eppure la procura generale della Corte di Cassazione aveva sollecitato tutti i giudici ad autorizzare lo strumento cautelare solo come misura eccezionale, invitando proprio ad evitare situazioni di rischio per quei detenuti che presentassero particolari patologie.

Su questa morte, c’è una responsabilità da parte sia degli organi giudicanti che dei responsabili sanitari della casa circondariale. Laddove non sia possibile garantire la protezione della salute del detenuto, viene meno la potestà punitiva dello Stato.

Per Vaccarino non poteva che finire così, visto le sue condizioni di salute molto precarie.  Senza contare che, nonostante appartenesse alla categoria dei soggetti fragili, non è stato vaccinato.

Non escludiamo di fare una causa civile anche al Dap e quindi allo Stato, per l’inadeguatezza della struttura carceraria e l’incapacità di proteggere il recluso.

E’ stato peggio di una tortura. Una custodia cautelare applicata erroneamente e per questo faremo ricorso anche alla Corte europea dei diritti dell'uomo.

 

I processi però si fermeranno?

 

No, Il processo di revisione su quella vecchia condanna degli anni ’90 andrà avanti ugualmente. Non ci sarà invece il processo di Appello relativo a quest’ultima condanna di primo grado, perché la legge dice che si estingue per la morte del reo.

In primo grado è stato condannato per rivelazione di atti d’ufficio e favoreggiamento con l’aggravante mafiosa. Secondo la tesi accusatoria, avrebbe consegnato uno stralcio di una conversazione avente come contenuto – attenzione - non chissà quali segreti di tipo investigativo, ma semplicemente un dialogo tra due tizi sulle spese per il funerale del collaboratore Lorenzo Cimarosa. Ci rendiamo conto? E’ per questo che il professore Vaccarino è finito in carcere.

In realtà, e questo si legge anche dalle carte, stava lavorando col colonnello Zappalà nella ricerca di conferme a sostegno della responsabilità di Matteo Messina Denaro alle stragi del ’92.

 

A proposito del processo di revisione. Quella vecchia condanna per traffico di droga si è basata essenzialmente sulle dichiarazioni del pentito Calcara.

Ma ci troviamo di fronte ad una situazione strana: Calcara è inattendibile per la procura di Caltanissetta, ma attendibile per quella di Palermo. Mentre Vaccarino è stato ritenuto una sorta di fiancheggiatore dei Messina Denaro per la procura di Palermo, ma un elemento molto affidabile per la procura di Caltanissetta. Come mai?

 

E’ un cortocircuito. Calcara, nella sentenza della Corte d’Assise di Caltanissetta per l’omicidio del giudice Ciaccio Montalto, è stato ritenuto un pentito totalmente falso e inaffidabile. Si tratta di un soggetto cinico e senza scrupoli, che una volta disse al suo avvocato di essere disposto perfino ad accusare il Papa pur di uscire dal carcere.

 

E’ suggestivo, secondo lei, dire che questa guerra tra procure, nel caso di Vaccarino ha prodotto una vittima?

 

Indubbiamente c’è un contrasto tra la procura di Caltanissetta e quella di Palermo. Noi abbiamo sentito come testimone a difesa il dottore Gabriele Paci, che ha confermato che Vaccarino stesse collaborando all’inchiesta di Caltanissetta sulle stragi, dicendo anche di averlo messo lui in contatto con il colonnello Zappalà. Certo, c’è anche una sorta di competizione tra gli uomini che sono a capo delle rispettive procure.

Però alla fine il risultato è che siamo di fronte ad uno Stato cieco, che non riconosce come una persona si sia spesa per la cattura di Messina Denaro (penso alla sua collaborazione col Sisde e non solo), nonostante dallo Stato avesse ricevuto una condanna ingiusta ed un trattamento disumano a Pianosa.

 

Egidio Morici



Native | 2024-07-16 09:00:00
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