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22/05/2021 06:00:00

Castelvetrano, maltrattamento su 150 cani. Liliana Signorello condannata in Appello

 Il maltrattamento c’era. E quei canili privati erano dei lager.

Liliana Signorello dell’associazione Laica è stata condannata in secondo grado dalla Corte di Appello di Palermo alla pena di 12 mila euro di multa, oltre al pagamento delle spese processuali e al risarcimento nei confronti dell’Enpa e di Codici Sicilia che sarà determinato in sede civile.

Avrebbe dovuto accudirli, invece più di 150 cani vivevano in condizioni di sofferenza, come accertato nel settembre 2015 dai carabinieri del Nas di Palermo che sequestrarono i siti di contrada Seggio e via XX Settembre.

Una vicenda che avevamo raccontato su Tp24, ancor prima dell’intervento dei militari.

Condizioni igienico sanitarie pessime, pulci, zecche e sterpaglie. Ma anche animali sani ed animali malati in promiscuità, aggressioni incontrollabili e malattie non curate, che in alcuni casi avevano prodotto dei decessi.

 

La Signorello era stata assolta in primo grado nel febbraio del 2020, nonostante la poderosa documentazione, fatta anche di competenti testimonianze e relazioni dell’Asp, oltre alle fotografie che mostravano l’inequivocabile stato di sofferenza degli animali. Ecco perché la procura di Marsala era ricorsa in Appello, arrivando all’attuale ribaltamento della prima sentenza che aveva considerato l’intera vicenda un “fatto che non sussiste”.

 

Il presidente nazionale dell’Enpa, Carla Rocchi, ha commentato così:

E’ una sentenza che rimette al centro la parola giustizia in una storia di sofferenza e, in tanti casi anche di morte, che ha coinvolto centinaia di cani. Reati crudeli e gravissimi che non potevano restare impuniti, ancor più quando la responsabilità ricade su una persona a capo di un’associazione che gli animali dovrebbe tutelarli. Ringrazio i Carabinieri del Nas di Palermo per le indagini che hanno portato a galla questa realtà, Claudia Ricci avvocato che segue questi procedimenti per Enpa da dieci anni e Corinne Tamburello della Rete Legale Enpa.”

Sentenze come questa – ha concluso Carla Rocchi – sono fondamentali affinché non rimangano impunite le purtroppo ancora troppe realtà di canili lager che esistono in alcune zone del nostro Paese. Chi provoca così tanta sofferenza in esseri indifesi e innocenti deve pagare”.

 

Ha espresso soddisfazione l’avvocato Corinne Tamburello, che si è occupata di questa storia sin dall’inizio:

Il maggiore impegno nella nostra professione lo devi profondere quando ti trovi davanti una sentenza che ritieni ingiusta e che decidi di impugnare, studiando il caso e lottando contro ogni forma di difesa. Se poi le tesi portate avanti con convinzione sono ritenute meritevoli di accoglimento in appello, contro una decisione di primo grado, la soddisfazione è massima! Ancora più grande è il piacere, ai tempi di oggi, di competere nelle aule giudiziarie non per il giusto compenso, già legittima aspirazione di ogni lavoratore o professionista, ma anche per un autentico bene nei confronti degli animali per i quali notoriamente nutro una grande passione e un grande amore. Una qualsiasi sentenza va rispettata, ma vincere in appello con una sentenza che ribalta un esito giudiziario è ancora più bello”.

 

Egidio Morici



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