‘Verba volant, screenshot manent’. Ai latini verrebbero i brividi a leggere la loro locuzione rimaneggiata e scandita nell’era dei social network. Tuttavia, la disamina dei fatti che ci apprestiamo a raccontare li troverebbe in una condizione di approvazione… o con le mani in alto in segno di resa.
«Sto tremando dalla paura». A scriverlo è Paolo Borrometi a Salvatore Giuliano, rammaricato e adirato per il rilancio sui social dell’articolo pubblicato sul sito del noto giornalista, laspia.it, dove veniva tirato in ballo insieme ai suoi familiari: “Da Noto a Rosolini, passando per Avola e Pachino: viaggio nel ‘regno’ dei Trigila (nomi e foto)”, questo il titolo dell’articolo.
I Giuliano, padre e figlio, sono attualmente sotto processo per minacce aggravate dal metodo mafioso nei confronti di Borrometi. Una vicenda che Tp24 sta seguendo con particolare attenzione, perché racconta, in filigrana il modo in cui funziona certo giornalismo.
Lo screenshot del commento incriminato - “Sto tremando dalla paura” - salta fuori durante l’ispezione richiesta dall’avv. Giuseppe Gurrieri, legale di Salvatore e Gabriele Giuliano. Lo screenshot del commento cancellato era infatti custodito nel cellulare di Gabriele Giuliano sequestrato dagli inquirenti a seguito della denuncia presentata da Paolo Borrometi per diffamazione e minacce aggravate dal metodo mafioso nel 2016.
Uno screenshot che racconta una storia un po’ diversa da quella ascoltata sino ad oggi. Perché Borrometi ha cancellato questo commento?
“Sto tremando dalla paura”, una provocazione che sembra incitare reazioni da parte dei Giuliano, reazioni atte a costruire l’impianto d’accusa e fortificare l’idea del ‘paladino" del giornalismo antimafia.
“Sto tremando dalla paura”, interpretabile come messaggio di sfida del giornalista al commento volgare di Salvatore Giuliano: «Sono Salvatore Giuliano, a quel giornalista così valente di minchiatete dico solo non toccare la mia persona e la mia famiglia soprattutto perché ti rompo il culo, se cerchi lo stipendio da qualcuno te lo devi guadagnare perché sei un altro millantatore».
“Sto tremando dalla paura”, una risposta che Gabriele Giuliano ricordava fosse a lui rivolta, tant’è che in aula, al PM Alessandro Sorrentino, dichiara: «Se lui a me non mi avesse scritto “Oh che paura” per me finiva lì. Scrivendomi lui a me: “Oh che paura”, io gli ho scritto in privato quello che abbiamo letto. Quindi diciamo sono stato, come dire… istigato».
Ma c'è di più. Un altro ancora era il commento oggetto di ricerca nella gallery degli screenshot custoditi nell’iPhone di Gabriele Giuliano attribuito a tale Alessio Di Natale, al quale Gabriele Giuliano avrebbe risposto: «Beh la vita è strana, sai probabilmente vedrò la tua. E chi ha detto che voglio ammazzare tutti?». Con la cancellazione del commento di quel Di Natale, la narrazione di Borrometi attribuiva questa risposta come intervento minatorio rivolto alla sua persona. Lo screenshot in questione non è stato trovato, ma il tempo potrebbe riservare sorprese.
La pratica di cancellare e rimaneggiare i propri scritti, per Gabriele Giuliano, non è nuova in Borrometi. Così riporta un episodio analogo. In un articolo pubblicato il 27 febbraio 2018 su laspia.it dal titolo: “La società del capomafia Giuliano è socia del Consorzio di Tutela IGP “Pomodoro di Pachino”, Borrometi scriveva: “Lo stesso Gabriele Giuliano, figlio di Salvatore ha diverse grane giudiziarie: è a processo per minacce di morte, tentata violenza privata aggravata dal metodo mafioso (indagine dei carabinieri di Siracusa, per delega della Direzione Distrettuale Antimafia di Catania) e già denunciato per droga”.
Il fatto è che Gabriele Giuliano non ha alcun procedimento per minacce di morte. Ma, soprattutto, Gabriele Giuliano non risulta avere ricevuto mai procedimenti o denunce per droga. «Sinceramente - dichiara spontaneamente in aula Gabriele Giuliano - appena l’ho sentito mi sono messo da parte, ero con la macchina… mi sono messo da parte. Ho pensato a tutti quelli che mi conoscono perché io personalmente non ho mai avuto problemi con la giustizia, né tanto meno per droga e gli ho scritto: “Tu non sai quello che stai dicendo. Tu pagherai nelle aule dei Tribunali con i fatti”, gli ho scritto. Questo Signore che cosa ha fatto? […] ha cancellato tutto modificando la prima pagina, diciamo».
Una volta entrato in possesso degli screenshot ottenuti da altri soggetti dell’articolo in questione, ha presentato una querela per diffamazione nei confronti di Paolo Borrometi: «Sono andato al Tribunale di Ragusa, ho depositato il tutto con i prima e i dopo (le modifiche apportate dal giornalista, n.d.r.), quando era scritto che mi accusava che io ero stato denunciato per droga e dopo che lui aveva tolto tutto […]». Da un facile controllo su WayBack Machine effettivamente l’articolo in questione è stato più volte rimaneggiato a conferma di quanto sostenuto da Gabriele Giuliano. «La denuncia è stata archiviata», ammette con rammarico. «Però, io non capisco il perché con delle prove, sono stato dalla Procura della Repubblica di Ragusa e non è stata accertata una denuncia con delle prove. Se io non mi posso difendere neanche denunciando - conclude Gabriele Giuliano - non so come mi devo difendere».