Denise non è la ragazza russa. Non sono state trovate tracce nell’ex casa di Anna Corona. Denise non è la ragazza calabrese. In mezzo ci sono le indagini su ipotetici depistaggi nei primi mesi dopo la scomparsa della bambina da Mazara del Vallo.
Gli ultimi due mesi sono stati molto frenetici sul caso di Denise Pipitone, la bambina scomparsa il primo settembre 2004 da Mazara del Vallo. A riaccendere i riflettori dopo tanto tempo di silenzio è stato il caso di Olesya, e del talk farsa della tv russa. Giorni di tira e molla, con l’ipotesi che quella ragazza fosse Denise, finiti con l’indignazione di tutti per come è stato trattato a Mosca il dramma di mamma Piera Maggio.
Simile la pista calabrese che si è aperta nei giorni scorsi, e che non ha portato a nulla. Accertamenti sono stati fatti su una ragazza di 21 anni, di origini romene, che vive a Scalea. Denisa, così si chiama la ragazza che vive in Calabria, nei giorni scorsi è stata segnalata alle forze dell’ordine per la forte somiglianza con Denise Pipitone.
“Sono disposta a fare il test del DNA se dovesse servire, ma non sono io Denise Pipitone. Sono nata il 4 maggio del 2002 da una famiglia romena, sono cresciuta in Romania fino a 7 anni, nel 2009 con mia mamma sono venuta in Italia e ho iniziato la scuola qui.". Sono le parole della ragazza di Scalea a “Pomeriggio cinque”. Denisa ha concluso l'intervista con un appello alla madre di Denise: "Sono scioccata. Conosco il caso di Denise Pipitone, ma non ho mai sospettato di essere lei. Alla signora Piera Maggio mi sento di dirle di non perdere mai la speranza di cercare sua figlia e spero che possa ritrovarla."
Intanto un nuovo appello arriva dall'avvocato di Piera Maggio, Giacomo Frazzitta: “Ho ricevuto una lettera anonima, come tante altre in passato, che conteneva però alcuni elementi di novità che non erano stati riferiti mediaticamente. A questa persona, che ringrazio per il suo senso civico, chiedo di potersi mettere in contatto con me assicurando la massima riservatezza”.
Il penalista, intervenendo questa sera alla trasmissione televisiva “Chi l’ha visto?”, ha aggiunto di avere ricevuto la lettera nel suo studio e di avere in parto riscontrato quelle rivelazioni: “Adesso abbiamo bisogno di un altro passo – ha aggiunto – per questo è importante che l’autore di questo anonimo si faccia sentire”.
La segnalazione arriva pochi giorni dopo le ispezioni nell’ex casa di Anna Corona, l’ex moglie di Piero Pulizzi, padre biologico di Denise.
I Carabinieri e i vigili del fuoco hanno ispezionato la casa alla ricerca di una camera murata nascosta nell’edificio e svuotato una cisterna. L’ispezione è partita seguendo una fonte investigativa, con l’ipotesi, poi smentita, che in quella casa ci fossero i poveri resti della bambina. Nulla è stato trovato, ma i riflettori su Anna Corona si sono riaccesi.
In questi giorni le Tv nazionali con i programmi di gossip in testa ricicciano elementi investigativi già oggetto di indagini e processi. Nei giorni scorsi a “La vita in diretta” è stata trasmessa la famosa intercettazione tra Jessica e Alice Pulizzi, figlie di Anna Corona: “Eravamo a casa, la mamma l’ha uccisa a Denise” dice una voce. “L’ha uccisa? A Denise? La mamma?” risponde l’altra. Proprio Anna Corona, dopo le ispezioni nella sua ex casa è intervenuta pubblicamente: “Il mio cuore vuole la verità. Non mi tiro indietro, per la verità – ha detto Corona -.Se avessi avuto qualcosa da dire, l’avrei detta e non bisogna confondere il silenzio con l’omertà. Se sapessi anche un minimo dettaglio, per favorire la ricerca di Denise, parlerei. Con Piera Maggio siamo state amiche, ma non so niente”. “Sono una mamma tanto quanto Piera Maggio: non avrei mai toccato una bambina per un tradimento”.
“Dopo 17 anni di bugie non accettiamo la finta solidarietà attraverso un appello! Vogliamo verità e giustizia", ha risposto Piera Maggio che in questi anni non ha smesso di lottare. "In questa città c'è chi ha visto e sa come è scomparsa Denise ed è a queste persone che mi rivolgo: adesso basta, fatevi coraggio e l'ora di parlare, non potete tenervi sulla coscienza questo peso".
Negli ultimi giorni si è tornato anche a parlare della bambina vista alla stazione centrale di Milano, qualche settimana dopo la scomparsa di Denise, e ripresa da una guardia giurata.
Il 14 gennaio 2005 il papà naturale della bambina, Pietro Pulizzi, riceve una chiamata da una donna, partita da un campo rom di Marsala. Gli accertamenti fatti poco dopo in quel campo nomadi non porteranno a nessun risvolto nelle indagini, ma verrà scattata una fotografia alla donna che telefonò a Pulizzi. Dopo anni, per la prima volta, 'Mattino Cinque' ha messo a confronto l'immagine della donna del campo rom di Marsala, insieme alla foto scattata a Milano, nello stesso periodo, a una nomade che portava con sé una bambina molto simile a Denise Pipitone e che chiamava Danas . La prima foto non è stata mostrata ai telespettatori del programma condotto da Federica Panicucci, mentre il secondo scatto è ormai conosciuto.
"La somiglianza è notevole", commenta l'avvocato Giacomo Frazzitta. E aggiunge: "Non sappiamo se la bimba ripresa a Milano fosse Denise ma è importante trovare la nomade che era con lei. Se la trovassimo almeno potremmo toglierci questo dubbio”.
Per l’ex procuratore capo di Marsala Alberto Di Pisa "Al 90% la bambina vista a Milano e ripresa in un video in stazione dalla guardia giurata Felice Grieco era Denise Pipitone".
Di Pisa all'epoca della scomparsa della bambina avvenuta il primo settembre del 2004 era a capo delle indagini. Per l’ex procuratore quella bambina era Denise “per la somiglianza fisica, il taglio che aveva sulla guancia sinistra e l’accento siciliano".
Di Pisa torna poi sulla famosa intercettazione tra Anna Corona, ex moglie di Piero Pulizzi, il padre biologico di Denise, e la figlia Jessica.
"C’è un’intercettazione in cui Jessica Pulizzi afferma di averla portata a casa di qualcuno, quindi si presume che abbia prelevato la bambina – spiega Alberto Di Pisa – questo qualcuno si suppone l’abbia consegnata a qualcun altro che successivamente l’ha ceduta ai nomadi”. Secondo Di Pisa quello che sembrava essere un vero e proprio interrogatorio nei confronti della figlia non era una conversazione spontanea: "Sapeva di essere intercettata".
Molti i misteri che sono stati trattati anche durante il processo sulla scomparsa di Denise ma che continuano a venire a galla. Che però dopo 17 difficilmente potranno essere risolti.