Due murales nel segno dell’inclusione e dell’amore per la lettura riempiono, da questa settimana, le pareti di due classi dell’Istituto Tecnico Tecnologico “P. Matterella”.
È stato un progetto portato avanti dalle professoresse Marilena Zichittella e Angela Rinaldo nel corso di due mesi e ha riguardato due classi prime, la IC e la IB, alle prese con la lettura dei romanzi dello scrittore Fabio Geda, “Nel mare ci coccodrilli” e “Storia di un figlio”.
Tutto nasce all’interno di un’unità di apprendimento dedicato al tema delle emigrazioni che ha visto i ragazzi protagonisti. È stato seguito, infatti, il metodo Writing And Reading Workshop che arriva dalla Columbia Univerisity e da personaggi del calibro di Nancie Atwell, la vincitrice del primo Global Teacher Prize.
Il metodo Writing And Reading Worskshop è un approccio antidogmatico di insegnare le materie letterarie agli studenti. I ragazzi, come scrivevamo prima, devono essere totalmente protagonisti del loro percorso di scrittura e lettura: l’obiettivo principale è di farli diventare scrittori e lettori competenti a vita. Adesso a scuola e domani per la società.
Nel corso del progetto, i ragazzi hanno affrontato la lettura dei romanzi di Fabio Geda, autore che hanno avuto anche occasione di conoscere durante un incontro online. È stata una lettura integrale e corale, alla fine della quale hanno fatto un One Pager: dovevano mettere in un solo foglio A4 immagini citazioni parole, tutto ciò che potesse raccontare il libro Nel mare ci sono i coccodrilli.
L’idea del murales nasce durante le sessioni laboratoriali, da un disegno fatto alla lavagna.
Un disegno durato pochissimo, per fortuna esistono gli smartphone.
Da quel bel disegno sulla lavagna le due insegnanti sino chieste perché non poterne fare un murales. La preside Antonella Coppolla, entusiasta, ha autorizzato il lavoro.
Il principio cardine è lo sviluppo della creatività, il cui valore è insito in tutti i manuali che riguardano i processi di insegnamento/apprendimento, perché più i ragazzi sviluppano la creatività più sviluppano il pensiero divergente e competenze di problem solving. E la creatività porta sempre al sentimento di inclusione, di riconoscimento dell’altro.