La montagna pare abbia partorito il topolino, almeno per la provincia di Trapani. È questa la prima impressione che si ha nello scorrere, in modo rapido, le 337 pagine del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), che indicano solo le grandi linee – visto che le somme per singolo intervento, sono ancora molto frammentarie.
LA RESILIENZA – È la capacità di un sistema di adattarsi al cambiamento ed a livello più strettamente psicologico, indica la capacità che un individuo ha nell’affrontare e superare un evento traumatico o un periodo di difficoltà.
GLI INTERVENTI NEL TRAPANESE – Nel trapanese l’unica novità, tra le opere inserite, riguarda ‘La Colombaia’ di Trapani. Lo ha reso noto direttamente, il 26 aprile, l’assessore regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana, Alberto Samonà (Lega). “Il restauro del Castello della Colombaia di Trapani è stato ufficialmente inserito fra i progetti da finanziare con il Recovery Plan. Il governo nazionale, ha reso noto il documento di dettaglio del ‘Pnrr’ relativamente alla Cultura – afferma Samonà sui social – nel quale con il ‘Piano strategico grandi attrattori culturali’ saranno finanziati in totale 14 interventi in tutta Italia, fra cui c’è, appunto, il ‘Progetto integrato di restauro, fruizione e valorizzazione’ del castello della Colombaia di Trapani, elaborato dall’assessorato regionale dei Beni Culturali e dell’Identità siciliana. I lavori di recupero dello storico immobile – ex carcere borbonico in abbandono dagli anni ’60 – dovrebbero avere uno stanziamento di 27 milioni di euro.
TRENO PER L’AEROPORTO DI BIRGI – Altro intervento non nuovo, in verità, poiché se ne parla da parecchi anni, è quella di “realizzare gli interventi di ultimo miglio ferroviario per la connessione degli aeroporti (Trapani)”. Tale azione fa parte del ‘Potenziamento, elettrificazione e aumento della resilienza delle ferrovie nel Sud - Investimento 1.7’. L’Unione europea, infatti, indica l’obiettivo di aumentare il traffico merci su rotaia del 50% entro il 2030 e di raddoppiarlo entro il 2050. Per aumentare i volumi delle merci su rotaia, è necessario aumentare la capacità della rete e dei nodi ma occorre migliorare anche i collegamenti tra la rete ferroviaria e i porti e gli aeroporti secondo quanto impone la ‘Strategia per una mobilità intelligente e sostenibile’ dell’UE. In pratica, per l’inserimento di questo collegamento ferroviario vale il detto: “Ce lo impone l’Europa!”
IL RESTO DELLE FERROVIE AD UN BINARIO MORTO – Non ci sono altri fondi, invece, per il resto della linea ferrata in questa parte della Sicilia occidentale: niente elettrificazione, l’alta velocità ed alta capacità nemmeno a parlarne; abolizioni di passaggi a livello manco l’ombra; investimenti in sicurezza nemmeno che mai, ammodernamento parco rotabile e, cioè, i vagoni ferroviari: chissà.
LA STAZIONE FERROVIARIA DI MARSALA – Unica goccia nel deserto, della quale poco si capisce l’utilità stante l’oblio che la circonderebbe, è la stazione ferroviaria di Marsala. Per essa sono previsti dei fondi nell’ambito del ‘investimento 1.8: miglioramento delle stazioni ferroviarie nel sud’. Si legge nel ‘Pnrr’ che: “Le criticità relative al sistema di trasporto ferroviario esistente al Sud non riguardano soltanto la rete, ma anche le stazioni ferroviarie: in numerosi casi esse presentano infatti problemi in termini di accessibilità e integrazione con il territorio. Sono quindi necessari investimenti per riqualificare le stazioni, migliorare la funzionalità dei loro edifici, la qualità dei servizi forniti agli utenti, i livelli di efficienza energetica e lo sviluppo dell’intermodalità ferro-gomma”. A tal fine “Il programma di investimento proposto include la riqualificazione funzionale, miglioramento dell’accessibilità e intermodalità di stazioni di dimensioni medio-grandi e con alti volumi di traffico: si tratta di interventi relativi a 30 stazioni di importanza strategica dal punto di vista trasportistico e/o turistico, descritte come stazioni del circuito Easy&Smart”, tra cui ricade appunto, anche Marsala.
Nei prossimi giorni continueremo a spulciare il resto del ‘Pnrr’ analizzando gli altri interventi previsti nel resto della Sicilia.
Alessandro Accardo Palumbo
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