Ha vinto anche il premio di "luogo del cuore". Ma è un luogo dell'abbandono. Per alcuni è la chiesa più bella di Marsala. Antica, grande, inaccessibile. E' forse il luogo per eccellenza di "Marsala città perduta" la Chiesa di Santa Maria della Grotta, che presentiamo oggi su Tp24, nel nostro viaggio a puntate tra i luoghi di Marsala abbandonati al degrado e all'incuria.
Il Parco Archeologico, che ha in gestione il bene, una sistemata gliel'ha datta negli ultimi anni. Di tanto in tanto vengono organizzate delle visite. Ma manca una riqualificazione complessiva dell'area attorno al complesso della Chiesa Santa Maria della Grotta per poter valorizzare il bene. Invece, all'ingresso della stradella della Chiesa non mancano mai i cumuli di rifiuti.
Che dire. Un bene magnifico, ma che potrebbe valere di più. E le immagini che abbiamo girato parlano da sole. Potremmo stare ore a parlare dell'importanza storica di questa chiesa monumentale (qui potete scaricare un'utile scheda creata da Maria Grazia Griffo).
La vasta area di Santa Maria della Grotta vanta una storia millenaria e complessa, a partire dalla nascita della città punica di Lilibeo (inizi IV sec. a.C.). Nella prima fase era destinata a necropoli. Nella seconda fase, tra la fine del II e il III sec. d.C., da quando Lilibeo divenne colonia l' area fu utilizzata per la cavatura della pietra necessaria all’espansione edilizia della città. Nella terza fase, ricadente in epoca paleocristiana, divenne un cimitero utilizzato da una comunità mista, cristiana e giudaica. Nella quarta, un'abbazia di rito greco della regola di San Basilio, riconosciuta e incentivata a seguito della conquista normanna della Sicilia (XI secolo), per volontà del conte Ruggero. Questi, infatti, nel 1097 emanò un importante diploma con il quale veniva istituita a Marsala la prima fondazione cristiana dopo il periodo di dominazione islamica, denominata “Santa Maria della Grotta” in quanto sotterranea. Per segnalare la presenza dell’abbazia e sorvegliarne l’accesso venne costruita una torre trasformata in campanile a seguito della successiva costruzione della chiesa. Nel 1550 inizia l’ultima fase antica di tutto il complesso, con la consegna da parte di Carlo V di S. Maria della Grotta ai Gesuiti, che la detennero fino allo scioglimento definitivo dell’Ordine, avvenuto nel 1860. Passata al Demanio dello Stato nel 1866, la chiesa rimase aperta al culto fino al 1968, quando venne chiusa per i crolli provocati dal terremoto. Ente proprietario è il "Parco Archeologico di Lilibeo" Marsala.
Negli anni sono stati presentati tanti interventi di restauro, ma nessuno è andato a buon fine. Secondo uno degli ultimi progetti per la messa in sicurezza del sito servirebbero almeno sette milioni di euro, per recuperare gli affreschi, sistemare gli accessi, evitare crolli, e recintare il sito. E’ nato anche un comitato cittadino “Pro Madonna della Grotta” con una raccolta firme per chiedere la riapertura, e diverse manifestazioni. Ma purtroppo a parte il recinto, un cancello, e interventi al verde, poco si è mosso.