Si era nel 1966. Marsala viveva le tensioni di una delle tornate elettorali ed un dipendente comunale, in un pubblico comizio, aveva osato esprimere apprezzamenti negativi nei riguardi dell’Amministrazione comunale.
Erano le ore 10 del mattino, quando la brava bidella Ciccina Caradonna mi annuncia la visita di un signore che doveva presentarsi al Direttore del 4° Circolo didattico, la cui sede era nell’edificio prossimo ai Cappuccini – così veniva allora indicata quella scuola del quartiere socialmente “borderline”. Il Direttore ero io.
- Buongiorno, si accomodi. Desidera ?
- Buongiorno, Direttore, sono Aldo Vito e da questo momento presterò servizio alle sue dipendenze. Ecco l’ordinanza con la quale il Sindaco mi ha assegnato a questa scuola.
L’ordinanza non recava alcuna motivazione.
- Ma, qui, in verità, non abbiamo bisogno di altre unità di personale ausiliario. Comunque, sarà addetto alla custodia presso il portone della scuola.
Aldo Vito gradisce l’accoglienza e si avvia verso l’ingresso dell’edificio.
Era passata appena un’ora scarsa, quando il nuovo bidello mi si ripresenta con una richiesta particolare, mentre si lisciava la barba su ambo le guance : - Oggi non ho fatto in tempo a radermi la barba. Posso andare, qui vicino, dal barbiere ? E rientro subito dopo.
- Sig. Vito, se durante la sua temporanea assenza l’uscio rimane incustodito e qualche bambino lascia la scuola e s’ avventura tra i tanti pericoli della strada, che cosa può succedere ?
Segue lunga pausa di riflessione e rinvio della barba al pomeriggio, quando sarà libero dal servizio.
Dopo quell’approccio doppiamente frustrante per la punizione inflitta dal Sindaco e per il diniego a farsi la barba opposto dal Direttore, Aldo Vito ha avuto una inattesa, meravigliosa e straordinaria conversione in favore di quella comunità di bambini del quartiere, allora socialmente emarginato. Egli si trovò a vivere in un ambiente squisitamente educativo in cui, tutti, adulti e bambini, si era operatori di formazione umana in un’atmosfera serena e di solidale impegno per educare l’infanzia. In quella scuola Aldo Vito riscoprì la propria abilità di bravo muratore, riattivò le docce del reparto dei servizi e perfino volle costruire una vasca, munita di zampilli grazie all’impianto offerto dalla vicina officina di Salvatore Ombra di Corso Gramsci.
Dopo alcuni anni, Aldo Vito si trasferì in Piemonte, a Nichelino e non mancò di d’inviarci lettere, cartoline e foto che lo ritraevano sui palchi accanto a Donat Cattin, Bettino Craxi e tanti altri leader politici. Era, infatti, un suo “pallino” collezionare immagini che lo avrebbero eternato nell’olimpo della politica nazionale.
Elio Piazza