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16/03/2021 06:00:00

Castelvetrano. Nella città degli ulivi, tornano i capitozzatori

 Sembrerà strano, ma la “città degli ulivi” non brilla per le potature.

A Castelvetrano, sono infatti tornati i tronchi senza chioma, con i rami principali appena accennati. Prima del commissariamento, gli assessori al ramo (ma forse sarebbe stato meglio chiamarli assessori al tronco), “spiegavano” che questa potatura era necessaria per il bene dell’albero.

Oggi, dopo diversi autorevoli interventi di agronomi, che nel corso degli anni hanno detto chiaramente che gli alberi non si capitozzano, è come se non fosse cambiato nulla.

 

Non che la scelta di torturare gli alberi sia da collegare ad una particolare volontà politica, pare anzi che questo malcostume sia tornato in voga per una sorta di convinzione degli uffici tecnici del comune.

Qualche mese fa, infatti, i capitozzatori erano stati fermati in extremis dall’assessore Maurizio Oddo che li aveva sgridati proprio durante il ghigliottinamento.

Come sappiamo, poi l’architetto Oddo si dimise. E una volta dimessa anche l’assessore Irene Barresi, tutto è tornato come prima. Ma con una novità, il verde pubblico ha a capo un agronomo: Giacomo Triolo. In passato è stato responsabile del canile, poi del cimitero e adesso è punto di riferimento anche per le potature.

 

Si dirà, allora avrà fatto la cosa giusta.

Peccato però che già nel 2013, l’allora presidente dell’Ordine degli Agronomi di Trapani, il dottor Giuseppe Pellegrino, aveva spiegato pubblicamente come la capitozzatura fosse vietata, tranne che in caso di eliminazione di rami secchi o malati, oppure “per problemi di pubblica incolumità, per rimuovere elementi di ostacolo alla circolazione stradale, nei casi di interferenza con reti tecnologiche preesistenti o con infrastrutture”.

 

Insomma, l’impressione è che ci sia un gruppo di persone che dentro il comune decide come potare gli alberi. E si ferma solo se qualcuno si fa sentire.

E se nei mesi scorsi a metterli in riga era stato l’assessore Oddo, nel 2013 c’era riuscita la professoressa Maria Antonietta Garofalo, che aveva scritto all’allora sindaco Errante una lettera in cui chiedeva di fermare lo scempio.

Scempio che il sindaco fermò all’istante, interrompendo la capitozzatura dei ficus di viale Vittorio Veneto, con un albero potato a metà che sembrava avere una specie di pettinatura punk.

 

Oggi a preoccupare c’è anche l’annunciata volontà di abbattere il pino di piazza Matteotti, da parte del centro servizi Eunomia che dovrebbe stipulare una convenzione col comune per adottare la piazza e renderla migliore.

Eunomia, che fa capo all’architetto Pietro Craparotta, piantumerebbe però al suo posto delle essenze mediterranee. E fa sapere che la rimozione del pino, alla base dei problemi creati dalle radici al marciapiede e della nociva vicinanza nei confronti di una palma, è tra i suggerimenti che faranno all’amministrazione comunale. Sarà poi il comune a decidere.

 

Ma il dottor Pellegrino, sui problemi che le radici causano ai marciapiedi, già nel 2013 aveva risposto così:

“E’ necessario effettuare dei lavori di manutenzione straordinaria del marciapiede con intervento di riduzione dell’apparato radicale delle piante e la potatura della parte aerea senza alcuna necessità di effettuare la capitozzatura della pianta”.

E si riferiva alla capitozzatura. Figuriamoci all’abbattimento dell’intero albero.

 

Egidio Morici



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