C’è chi studia un argomento partendo dalle conclusioni, c’è chi sceglie un libro in base alla sua copertina e chi sfrutta i regolamenti comunali a proprio uso e consumo, focalizzando i divieti, intendendoli solo a carico degli altri, nel tentativo di varcare la soglia della zona grigia in cui si può trasfigurare la realtà a beneficio dell’apparenza e del vittimismo.
Tuttavia, non c’è confusione che tenga a fronte di norme di univoca interpretazione e non c’è scusante da riconoscere quando a rimestare le acque sporche, rese volutamente torbide, ci sia un soggetto qualificato e ben edotto da anni di politica e ruoli istituzioni.
L’art.2 del Regolamento del Comune di Marsala in tema di occupazione di spazi e ed aree pubbliche comunale prevede con chiarezza estrema che è fatto divieto di occupare il suolo pubblico e lo spazio sovrastante o sottostante senza le prescritte autorizzazioni o concessioni rilasciate ai sensi di legge.
Non è certamente quello della occupazione di spazi pubblici, uno dei casi in cui il procedimento amministrativo può definirsi “legittimamente” con il c.d.“silenzio assenso”, attraverso una concessione “tacita” all’invasione del suolo pubblico ad opera di privati, realizzata in modo stanziale e permanente.
Il regolamento comunale di Marsala disciplina la materia, facendo rientrare l’occupazione del suolo pubblico nell’ambito delle autorizzazioni o concessioni amministrativi quali provvedimenti espressi.
Del resto appare fuor di logica il contrario!
Proprio perché, ragionando “a contrario”, si finirebbe con il tollerare legittimare, per l’inerzia di pubblici uffici, qualsiasi occupazione di suolo pubblico fatto da privati, cosicchè, nel prossimo futuro, visto il precedente curioso accaduto a Marsala, domani qualcuno potrebbe ritenersi legittimato ad invadere non solo piazza della Vittoria a Marsala, ma anche piazza Navona a Roma o perché no, magari provando a mettere sul mercato anche qualche Fontana (?).. giustificandosi o ritenendosi legittimato dall’avere inviato al Comune competente una semplice pec non riscontrata !
In più, e perché no, magari facendo passare l’inibizione postuma (e aggiungerei tardiva) degli organi pubblici anche come un “abuso” in suo danno, assumendo perciò pubblicamente la veste di vittima meritevole di solidarietà!
Bando alla ironia spiccia, appare sicuramente grave, come del resto è, che si possa commettere un simile abuso nello sfruttamento senza titolo di uno spazio pubbico e di tutti e sotto gli occhi disinteressati di chi guarda ma non vede pur avendo il dovere di controllare e tutelare il patrimonio collettivo, inibendone ogni uso scorretto o sfruttamento improprio a favore di alcuni e in danno di altri!
Viene da chiedersi se non risulti ancora più aggravata ed immorale la condotta abusiva se commessa da soggetti qualificati che per anni hanno anche rappresentato i cittadini marsalesi nelle istituzioni con slogan colorite da tanta competenza e regole morali…
Forse di fronte all’evidenza e alla sfrontatezza dell’abuso sarebbe stata più elegante una ammissione di colpa con pubblica ammenda, anziché l’arroganza del perseverare attribuendo ad altri responsabilità proprie? Ma, del resto, ognuno è…
Giacomo Dugo