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11/03/2021 07:14:00

Marsala, la Procura indaga sul "palazzaccio" di Via Garraffa. Le novità

 Per il “palazzaccio” di via Garraffa, dopo l’indagine amministrativa, condotta da vigili urbani e ufficio tecnico del Comune, arriva anche quella penale.

La Procura ha, infatti, nominato un collegio di consulenti formato dagli ingegneri Sergio Carta (ex presidente dell’Ordine provinciale degli ingegneri), Pierluigi Spampinato e dal geometra Schifano. Ognuno di loro, probabilmente, dovrà relazionare su diversi aspetti tecnici.

Non si sa, al momento, se ci sono indagati o se il fascicolo è a carico di ignoti. In ogni caso, l’apertura dell’inchiesta presuppone almeno un’ipotesi di reato.

L’edificio, a quanto pare, sarebbe stato realizzato in difformità dal progetto approvato dal Comune. Questo, infatti, prevedeva la conformità al contesto storico-architettonico e infissi di diversa natura (portone in legno, etc.). L’opera è di proprietà di Paolo Laudicina, titolare della “Fatima srl”, mentre il progetto è a firma degli architetti Andrea Pellegrino e Giovanni Cammarata (quest’ultimo tecnico storico dell’imprenditore Michele Licata, travolto da un’inchiesta di Procura e Guardia di finanza). Sollevato il caso su Tp24, è quindi scattata l’indagine, con i vigili urbani che si sono subito recati sul posto per una prima constatazione e poi con tutti gli accertamenti, ancora in corso, da parte dell’ufficio tecnico del Comune diretto dall’ingegnere Mezzapelle. “Che vi devo dire? Mi sono fidato dei miei tecnici ..." dice il proprietario dell’immobile, il cui aspetto stride fortemente con l’intero contesto circostante. L’iter per la costruzione inizia nel 2017, quando viene presentata richiesta di concessione edilizia per la ristrutturazione di un vecchio immobile. I lavori, finalizzati alla realizzazione di una struttura ricettiva, vengono finanziati nell’ambito del Por Sicilia. Iniziano i lavori, ma il Comune chiede altri documenti per integrare la pratica della concessione. Non tutti i documenti richiesti, però, a quanto pare, vengono presentati. E nel 2018, il Comune invia una diffida a sospendere i lavori. Ma i lavori proseguono lo stesso e nel frattempo viene anche acquistato e inglobato un edificio attiguo. Vengono presentate varianti in corso d’opera e “Scia” (Segnalazione certificata di inizio attività), non tenendo conto della diffida del Comune a sospendere i lavori. Nel 2019, inoltre, entra in vigore una nuova normativa che impone la richiesta del nulla-osta, ai fini architettonici, della Soprintendenza ai beni culturali e ambientali. Ma non si ha notizia di una tale richiesta. Intanto, l’eventuale mancato rispetto del progetto approvato dal Comune potrebbe anche avere come conseguenza la revoca del finanziamento pubblico Por Sicilia.



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