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23/02/2021 16:30:00

Per Giovanni Ingoglia, da Salvatore Maria Cusenza 

 I suoi colleghi e amici giornalisti in queste ore hanno dato notizia del suo congedo e lo hanno ricordato come lo hanno conosciuto: giornalista e partecipe importante delle istituzioni e delle associazioni del giornalismo. Hanno ricordato di importanti colleghi che lo hanno avuto come amico – del resto suo cognato è stato Giacomo Galante combattivo e colto giornalista de l’Ora di Palermo, e questo sarebbe già bastato, ma ancora Frasca Polara, Bruno Carbone, Tanino Rizzuto, Salvatore Costanza – e della sua attività giornalistica ed editoriale (Labirinti non era un giornale, ma crogiolo di letteratura e cultura per ogni numero; cioè di più). Assieme a Giacomo Galante e ad Aldo Virzì è stato l’Unità ed il L’Ora nella provincia di Trapani, intesi quali strumenti di informazione e di battaglia politica.

Sigmond Freud in uno dei suoi saggi scriveva che “Effettivamente la propria morte è irrappresentabile, e ogni volta che cerchiamo di farlo, possiamo constatare che in realtà continuiamo a essere presenti come spettatori. Perciò non c'è nessuno che creda alla propria morte, o, ciò che equivale, [ha] nel suo inconscio ognuno è convinto della propria immortalità”. Ed infatti, continuava, ciascuno di noi pensa di assistere al proprio funerale. E così pure sicuramente Giovanni.

Ed allora devo ricordare, giacché Giovanni leggerà, che è stato un iscritto ed un dirigente del Partito Comunista Italiano, e quando quel partito non c’è stato più è stato un comunista senza partito. A marzo scorso, all’affacciarsi della pandemia, gli avevo segnalato per wzps un bell’articolo di Emanuele Macaluso – anche lui comunista e giornalista, stessa tempra – apprezzando il fatto che a 93 anni continuasse a scrivere così lucidamente. Giovanni mi rispose, “Chi è stato comunista e lo sarà sempre ha la lucidità del cervello e la pelle dura”. Così parlava anche di lui e della sua battaglia per resistere all’annosa malattia. E’ stato molto amico di Emanuele Macaluso che era il suo riferimento; era figlio di Olindo, fra i più intelligenti e moderni comunisti della provincia di Trapani; la sua storia erano i contadini; i suoi avversari i mafiosi. Senza Giovanni , e quelli come lui, in politica e con i giornali, Trapani sarebbe ancora pavida davanti a Cosa Nostra.

Nella sua vita ha incontrato una donna splendida, Teresa Galante, e con lei ha vissuto la parte migliore della sua vita avendola accanto. Anche Teresa è stata comunista, anche lei dirigente di quel partito, e così Assia e Maria.

La vigilia di Natale, quando da uno sguardo casuale con Maria, ho capito l’epilogo di quella storia, rispondendo ai miei auguri mi ha scritto “… spero di potervi abbracciare presto, intanto Buon Natale”. Perché Giovanni era raffinato, ma soprattutto era dolce e gentile, e come il suo amico Marcello Cimino, era anche “soave”, comunista come lui.

Spero che sarai un po’ più contento, i tuoi colleghi ed i tuoi compagni si ricorderanno sempre di quello che sei stato. Un bacio.

Salvatore Maria Cusenza