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13/02/2021 00:00:00

Sicilia, legge sugli appalti incostituzionale. Falcone la difende. Cracolici: "Chi l'ha scritta si dimetta"

 “Prendiamo atto della sentenza della Corte Costituzionale che ricolloca la competenza nella disciplina dei pubblici appalti in capo allo Stato.

Sapevamo, quando abbiamo avviato il contenzioso, che il giudizio aveva margini stretti, ma valeva la pena farlo per il merito della questione, nonché nel rispetto dello spirito dello Statuto siciliano. In questo anno e mezzo, la norma voluta da tutte le Associazioni datoriali ha comunque sortito il positivo effetto di comprimere i ribassi praticati dalle imprese. Questo ha portato al beneficio di lavori aggiudicati con un ragionevole utile di impresa, scongiurando il rischio che offerte troppo al limite potessero incidere sulla qualità delle opere. Altro elemento essenziale: sono state espletate circa duecento gare con un contenzioso ridotto praticamente a zero. Qualcuno, prima di commentare, dovrebbe studiare o comunque approfondire meglio l'argomento. Il Governo Musumeci, come naturale, darà applicazione al dettato della Corte”.

Lo afferma l’assessore regionale alle Infrastrutture Marco Falcone, commentando la decisione della Corte Costituzionale sulle modifiche alla legge sugli appalti attuate dalla Regione Siciliana.

Di tenore opposto invece le dichiarazioni di Cracolici, del Pd. “La Corte Costituzionale ha dichiarato illegittima la legge regionale sugli appalti. Mi auguro che colui che dai banchi del governo regionale ha gettato nel caos la Sicilia creando un grave danno alle imprese ed al funzionamento della pubblica amministrazione, rassegni le dimissioni”. Lo dice il parlamentare regionale del PD Antonello Cracolici in merito alla pronuncia della Corte Costituzionale sulle norme contenute nella legge regionale 13 del 19 luglio 2019 in materia di appalti.