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06/02/2021 06:00:00

Coronavirus, leggera crescita nel trapanese. Giù la curva in Sicilia ma aumentano i decessi

 Ancora un leggero aumento dei positivi nel trapanese, sono 2669 gli attuali contagiati (giovedì erano 2641). Nell'aggiornamento del sistema e con il riconteggio dei dati, l’Asp comunica che le vittime totali della pandemia nel trapanese sono 196 e non 197 come comunicato precedentemente. Continua a scendere la curva epidemiologica in Sicilia, anche se ieri sono nuovamente aumentati i decessi. 

I dati trapanesi - Tra le città con più positivi, Trapani ancora davanti a tutti con 534 positivi (giovedì erano 535), segue Mazara con 484 (erano 463 il giorno prima) e Marsala con 368 (giovedì erano 365). A Campobello di Mazara, in aumento negli ultimi giorni, si contano 106 positivi. Aumentano i guariti dal Covid-19, sono in totale 7398. Stabile il numero delle persone ricoverate in terapia intensiva 8, mentre scende quello dei ricoveri nei reparti ordinari 105 (giovedì erano 107). Il dato parziale dei tamponi molecolari effettuati è di 425, mentre per quelli della ricerca dell’antigene è di 616.

Questi i positivi distribuiti nelle diverse città della provincia: Alcamo 256, Buseto Palizzolo 4; Calatafimi-Segesta 20; Campobello di Mazara 106; Castellammare del Golfo 87; Castelvetrano 313; Custonaci 29; Erice 199; Favignana 17; Gibellina 53; Marsala 368; Mazara 484; Paceco 50; Pantelleria 4; Partanna 10; Petrosino 42; Poggioreale 2; Salaparuta 9; Salemi 19, San Vito Lo Capo 16; Santa Ninfa 6; Trapani 534; Valderice 26; Vita 15.

Morto un sottufficiale dei Bersaglieri di Trapani - Sebastiano Greco 50 anni, maresciallo del 6° Reggimento dei Bersaglieri di Trapani è l'ennesima vittima del covid nel trapanese. E' morto giovedì al "Paolo Borsellino" di Marsala per complicanze dovute al virus. I funerali del militare si sono svolti ieri mattina alla presenza di una rappresentanza del 6° Reggimento.
E' stato lo stesso ministro della Difesa Lorenzo Guerini a darne comunicazione e ad esprimere il suo cordoglio per la scomparsa del sottufficiale dell'Esercito. "Tutta la famiglia della Difesa si stringe attorno all'Esercito Italiano che piange la scomparsa di un servitore dello Stato", le parole del ministro Guerini.

I dati siciliani - Continua la discesa dei contagi Covid in Sicilia. L'ultimo dato che conferma il rallentamento dell'epidemia è quello del Rt puntuale: in Sicilia è sceso allo 0,73, uno dei più bassi in tutta Italia.
Il report di ieri indica 616 nuovi positivi su 25.206 tamponi processati, con una incidenza di quasi il 2,5%, tasso che continua a scendere. Tornano invece a salire le vittime: sono state 31 portando il totale a 3.634. Le persone attualmente positive scendono per la prima volta sotto quota 40mila: per la precisione 39.554, con un decremento di 1100 casi rispetto a giovedì grazie a 1685 guariti. Anche negli ospedali continuano a diminuire i ricoveri che adesso sono 1.426; ovvero 47 in meno rispetto a giovedì, ma scendono anche quelli in terapia intensiva che sono 182, 5 in meno. La distribuzione per provincia vede Palermo ancora in testa con 226 casi, Catania 151,Trapani 74, Messina 53, Siracusa 47, Agrigento 25, Caltanissetta 20, Ragusa 12, Enna 8.

 

 

La Regione Siciliana avvia monitoraggio periodico nelle scuole superiori per prevenire il contagio - Screening a campione sugli studenti e test mensili sul personale scolastico per contenere la diffusione del virus in Sicilia. È la strategia messa in campo dal governo Musumeci per garantire controllo e sicurezza nella ripresa delle attività scolastiche in presenza anche nelle scuole superiori. Una circolare dell’assessorato regionale della Salute, in accordo con l’assessorato regionale dell’Istruzione, è stata inviata ai direttori generali delle nove Aziende sanitarie provinciali, ai commissari Covid di Catania, Messina e Palermo, all’Anci Sicilia e al direttore dell’Ufficio scolastico regionale, per avviare adeguati strumenti in grado di monitorare l’evoluzione dell’epidemia e potenziare le capacità del sistema sanitario di intercettare e tracciare tempestivamente eventuali focolai.
Le Asp sono chiamate a predisporre piani di sorveglianza e di screening per il contenimento del contagio, attraverso una sorveglianza attiva sulla popolazione scolastica tramite le Unità speciali di continuità assistenziale scolastica (Uscas).
In particolare, ogni Asp potrà promuovere periodiche attività di screening negli istituti in relazione ai dati epidemiologici in possesso e a ipotizzabili livelli di prioritario rischio sanitario. Per gli studenti delle scuole superiori, che rientreranno in classe al 50 per cento da lunedì 8 febbraio, è previsto il periodico campionamento a rotazione per identificare eventuali portatori asintomatici: attraverso test antigenici effettuati contemporaneamente e ripetuti nel tempo, potranno essere monitorati piccoli gruppi di ragazzi a cadenza regolare. Le Asp provvederanno a elaborare piani di screening territoriali, d’intesa con le istituzioni scolastiche, nei drive-in o nelle stesse scuole. Parallelamente l’offerta di screening sarà rivolta anche al personale scolastico, docente e non docente, con esecuzione di test antigenici nei drive-in (con accesso dedicato), almeno una volta al mese.
«Mantenendo gli impegni assunti da parte del governo Musumeci, abbiamo avviato un processo attivo di monitoraggio che parte dalle Asp attraverso le Uscas e intendiamo garantire la ripresa in sicurezza delle attività didattiche in presenza, fugando le preoccupazioni delle famiglie» afferma l’assessore regionale della Salute, Ruggero Razza.
«Grazie alla collaborazione tra i due assessorati e come largamente richiesto dagli operatori scolastici e dalle famiglie, il governo regionale si impegna per garantire i più alti e possibili livelli di sicurezza sanitaria in ambito scolastico – sottolinea l’assessore regionale dell’Istruzione e della Formazione professionale, Roberto Lagalla – Tuttavia gli istituti scolastici non sono luoghi Covid-free e pertanto vanno richiamati l’impegno e la responsabilità di tutti, mantenendo comportamenti scrupolosi e corretti anche e soprattutto fuori dalle scuole».

 Razza: impugneremo decisione Tar su prezzo tamponi - «La decisione del TAR Palermo sul prezzo dei tamponi sarà impugnata al CGA e, nel frattempo, verrà emanato un nuovo decreto che comunque ripeterà la stessa tariffa. Oggi un tampone rapido costa meno di 4 euro e la tariffa fissata è forse persino troppo alta. Il Dipartimento per le attività sanitarie e osservatorio epidemiologico spiegherà bene il percorso della determinazione della tariffa, ma non mi pare che si possa anche solo ipotizzare di utilizzare l’emergenza per fare utili oltre il doveroso. È semplicemente immorale». Lo dice l'assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza.

I dati italiani - Nelle ultime 24 ore sono stati 14.218 i test positivi al coronavirus registrati in Italia. Lo rende noto il ministero della Salute. Giovedì i test positivi erano stati 13.659. Le vittime sono 377 (giovedì erano state 421). Sono stati 270.507 i test (tamponi molecolari e antigenici) effettuati nelle ultime 24 ore in Italia (giovedì erano stati 270.142, quindi appena 400 in meno), con un tasso di positività del 5,2% (giovedì era stato del 5,05%). Le persone ricoverate in terapia intensiva in Italia sono 2.142, in calo di 9 unità rispetto a giovedì, nel saldo tra ingressi e uscite; gli ingressi giornalieri sono 132. I ricoverati con sintomi sono invece 19.575, quindi 168 in meno di giovedì.

"La situazione sembra stabile in questo momento, con 14mila nuovi positivi oggi e con un numero di decessi che resta elevato e questo rappresenta un vero problema. Quindi la situazione non è particolarmente confortante anche se le misure prese fanno sì che quanto meno teniamo stabile il numero delle nuove infezioni". Lo ha detto il direttore della Prevenzione del ministero della salute Gianni Rezza alla conferenza stampa sul monitoraggio settimanale.

Cts: no a riaperture serali dei ristoranti, modificherebbe l'efficacia delle misure - "E' fondamentale rimanere a casa il più possibile". Con le Regioni in pressing sul governo dimissionario per riaprire i ristoranti nelle zone gialle anche la sera, nonostante il parere contrario del Comitato tecnico scientifico, l'Istituto superiore di sanità rilancia l'allarme: la situazione epidemiologica è in peggioramento, anche a causa delle varianti del Covid ormai diffuse in diverse regioni, con il rischio concreto di un rapido aumento della diffusione del virus.

Per il momento la maggior parte dell'Italia resta però in fascia gialla, dove si aggiungerà la Sardegna a partire da lunedì, ma già 4 Regioni hanno disposto zone rosse locali. L'analisi settimanale degli scienziati è tutt'altro che positiva, tenuto anche conto che i dati del monitoraggio si riferiscono a 15 giorni fa, quando la maggior parte delle regioni era ancora arancione e non gialla. E quindi la settimana prossima non potranno che peggiorare. I numeri, dunque. In 13 regioni sono segnalati casi in aumento, l'Rt è in crescita (0.84 contro lo 0.81 della scorsa settimana) così come le regioni a rischio alto (tre contro una di 7 giorni fa). "Si osserva un lieve generale peggioramento dell'epidemia" dicono gli esperti, "in un contesto preoccupante" dovuto alla presenza delle varianti del Covid "in molteplici regioni italiane". Una fase molto "delicata" e in "contro tendenza" rispetto alla settimana scorsa, dunque, che richiede la massima cautela e la necessità di evitare "tutte le occasioni di contatto". Altrimenti, si potrebbe registrare "un nuovo rapido aumento" del numero dei casi se "non venissero rigorosamente messe in atto adeguate misure di mitigazione sia a livello nazionale che regionale".

E in quattro regioni gli interventi sono già scattati, con l'istituzione di zone rosse locali o provinciali. Sono in lockdown 3 comuni in Abruzzo (Atessa, San Giovanni Teatino e Tocco da Casauria) e da lunedì tutti gli studenti delle scuole superiori saranno di nuovo in didattica a distanza; il comune di Chiusi in Toscana; la provincia di Bolzano, che ha un'incidenza di 686 casi su 100mila abitanti (a fronte di una media nazionale di 130); e anche l'Umbria, dove sono stati riscontrate alcune decine di casi della variante brasiliana. Ci saranno "misure puntuali" ha detto la presidente Donatella Tesei che "interesseranno le aree più colpite della provincia di Perugia. A Roma, invece, è stata chiusa una piazza a San Lorenzo, una delle zone della movida, a causa degli assembramenti che si erano creati. Un quadro tutt'altro che confortante in cui si inserisce però il pressing dei governatori - Attilio Fontana e Giovanni Toti in testa -, delle categorie e di membri all'ex governo giallorosa, come il viceministro alla Salute Pierpaolo Sileri, per riaprire i ristoranti anche la sera.

Richiesta che il Cts ha già respinto nella riunione del 26 gennaio, rispondendo al ministero dello Sviluppo economico che chiedeva di "favorire la ripresa" di bar e ristoranti. "Non c'è alcun via libera alla riapertura della ristorazione" dicono gli esperti sottolineando che nel parere "ci sono, anzi, alcune considerazioni sul rafforzamento delle misure restrittive". Non solo la situazione epidemiologica "evidenzia ancora un rischio moderato/alto" e il settore ha alcune "criticità" dovute all'ovvio mancato uso delle mascherine, dicono gli esperti. Ci sono infatti altri due fattori che richiedono "altri elementi di cautela": la ripresa delle scuole in presenza, per la quale bisognerà attendere almeno 14 giorni per valutarne l'impatto, e una "possibile maggiore trasmissibilità" del virus dovuta alle varianti. Dunque, conclude il Cts, le "valutazioni" spettano al "decisore politico" anche se "una rimodulazione dei pacchetti di misure potrebbe modificare l'efficacia nella mitigazione del rischio". Un rischio che, secondo il consulente del ministro Speranza Walter Ricciardi, l'Italia sta però già correndo. "Questa è la quiete prima della tempesta - dice - auguro a tutti di godersi questo weekend ma è sbagliato riaprire, tra tre settimane il virus ci presenterà il conto".



Native | 2024-07-16 09:00:00
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