Quantcast
×
 
 
03/02/2021 13:00:00

L'olocausto e l'aborto. Continua l'indignazione per le parole di padre Bruno

Continuano i commenti e le dichiarazioni di indignazione per il video di padre Bruno De Cristofaro di Marsala sull'accostamento olocausto-aborto.

Questa la dichiarazione di Milena Gentile, Responsabile del Dipartimento Pari Opportunità e Politiche di Genere del PD Sicilia e Presidente di Emily.
 

 “Gravissimo che un giovane prete colga l'occasione della commemorazione delle vittime dell'Olocausto per sferrare un attacco violento alle donne, paragonando quello sterminio all’aborto. Il risultato è duplice: da un lato considerare alla stessa stregua di spietati assassini le donne che con dolore decidono di abortire e, dall'altro, sminuire l’orrore diabolico dei campi di sterminio.

E’ chiaro che in atto c'è un attacco ai diritti delle donne, c'è il tentativo di trascinare nell’oscurantismo la nostra cultura, ma soprattutto quello che dovrebbe preoccupare maggiormente è la costruzione di una resistenza, tacita ma violenta, ai sempre crescenti movimenti di donne che pretendono centralità nell'agenda politica dei partiti e dei governi. Alla ostinazione nel tenere le donne ai margini dei luoghi delle decisioni si affianca un gravissimo attacco all'autonomia delle scelte femminili. Il cimitero dei Bambini mai nati, destinato ai feti abortiti contrassegnati con i nomi delle madri, è un altro grave esempio di gogna cui si vogliono trascinare le donne. E tutto questo avviene in un momento in cui ogni tre giorni una donna viene uccisa dal suo partner. Se non cambiamo rotta saremo tutti e tutte complici di questa strage.

Chiediamo, pertanto, che la Chiesa ponga un argine netto a questi fanatismi, affermando univocamente lo spirito illuminato di Papa Francesco e prendendo in modo inequivocabile le distanze da esternazioni e iniziative che ci riportano al Medioevo”.

Qui Rifondazione Comunista di Marsala.
 

Abbiamo preso visione del video che sta accendendo la miccia della polemica a Marsala. Tale video contiene il pensiero di un prete marsalese che propone un collegamento tra l'Olocausto e il diritto delle donne all'aborto. Come Rifondazione Comunista Marsala riteniamo assurdo il paragone tra il diritto delle donne alla propria legittima autodeterminazione e gli orrori dell'Olocausto commessi dai regimi nazifascisti.

Riteniamo che la condanna delle donne che hanno deciso di abortire, avvalendosi peraltro di un diritto conquistato con anni di dure lotte, il diritto di scegliere di interrompere in sicurezza una gravidanza non voluta, sia a oggi ingiusta nei confronti di quelle donne che non desiderano una gravidanza, che quotidianamente subiscono violenza, o di quelle donne che hanno perduto la vita a causa dell'assenza di questo diritto.

Ricordiamoci di tutte le donne morte di emorragia per avere ingerito una quantità eccessiva delle erbe utilizzate per l’aborto. Ricordiamoci di tutte le donne morte sui tavoli delle cucine di altre donne per le emorragie causate da ferri da maglia utilizzati per l'operazione, in maniera del tutto arbitraria, senza anestesia, senza antibiotici. Ricordiamoci di tutte le donne morte di setticemia per le condizioni igienico sanitarie delle sale operatorie clandestine.

Recentemente, in Argentina, la conquista di questo diritto è stata accolta tra la gioia di migliaia di donne che non si sono piegate al patriarcato. Né in Argentina, né a Marsala, in questo 2021, tali tesi passeranno.

 

Questo invece il commento di Alessio Sata alla nostra redazione.

Mi rivolgo alla Vostra testata giornalistica per rendere nota la mia opinione riguardo il vergognoso accostamento tra Shoah e aborto fatto da Padre Bruno De Cristofaro proprio nel giorno della memoria.

Inutile ricordare al suddetto prete che vive e opera in uno Stato laico che si regge su principi democratici e Costituzionali, dove non vi è spazio per le lezioni morali.
Camillo Benso Conte di Cavour si sarà rivoltato nella tomba molte volte, in virtù del principio “Libera Chiesa in libero Stato”.

La gravità delle affermazioni non è solo nell’accostare chi ha voluto la legge e chi la mette in pratica al dottore nazista, cosa di per sé deprecabile, ma ritengo sia ben più grave l’attacco diretto al pilastro della laicità dello Stato, principio cardine su cui si fonda tutto il nostro ordinamento.
Con questo video non ci si limita alla predicazione morale che ogni prete, secondo sua coscienza, è tenuto a svolgere nel ministero della fede, bensì si attacca una parte di società civile, anche Cattolica, che è lontana anni luce da questi ragionamenti che non tengono minimamente conto della complessità della società.
Basti solo pensare l’incertezza economica che ci troviamo ad affrontare oggi, le difficoltà nel trovare un lavoro e/o trovare un datore di lavoro stesso che dovendo scegliere tra un uomo e una donna sceglie il primo, non sia mai che poi domani deve pagare maternità e sostituito al lavoro.
Sono tanti i fattori che possono concorrere a fare certe scelte ed ignorarli vuol dire avere una visione fuorviante ed estremista e totalmente scollata dalla realtà e dalla complessità dei fatti.

Inutile ricordare, inoltre, che la legge 194 è una legge dello Stato italiano, voluta fortemente dalla società civile disposta anche a scendere in piazza nel caso in cui questa venga sfiorata, vedasi la Polonia, e che è stata fortemente voluta per contrastare le pratiche clandestine che spesso e volentieri venivano praticate in pessime condizioni igieniche e che avevano un alto tasso di mortalità.
Finché ci sarà una sola donna, che per ragioni private, vuole interrompere una gravidanza, ha diritto a farlo nel modo più sicuro possibile e nei modi consentiti dalla legge.

Scagliarsi in questo modo è non solo controproducente, ma anche sbagliato non solo nei modi ma anche nella sostanza. Chi è contrario alla pratica abortiva non la prenda mai in considerazione e se proprio vuole farne una battaglia ideologica ha gli strumenti per farlo: faccia in modo che certi partiti pro vita entrino nelle istituzioni a tutti i livelli dalla porta principale delle elezioni provando a cambiare il principio di laicità dello Stato e modificando le leggi a proprio giudizio se si ha una fetta considerevole di società dietro, magari così da rendere reale il progetto di Gioberti.

Sono rimasto stupito poi dal silenzio della maggioranza, e contattandone personalmente uno gli ho chiesto del perché del silenzio su una questione diventata caso nazionale, la risposta è stata articolo 21 della Costituzione e libertà di pensiero.
Devo dire che la risposta mi fa persino un po’ di paura, altrimenti ognuno potrebbe sostenere la tesi più disparata e fuorviante come ad esempio tutti i preti sono pedofili e farla passare per opinione.
L’articolo 21 ha la generica limitazione del buon costume, e certe opinioni vanno censurate seguendo questo principio basilare, qualsiasi essa sia: sia quella provocatoria che tutti i preti sono pedofili, così come quella altrettanto provocatoria di paragonare una legge dello Stato agli orrori dei campi di sterminio nazisti.
La mia libertà finisce nel momento in cui inizia quella di un altro, e nel momento in cui ci si siede sugli scranni del massimo consesso civico, bisogna difendere lo Stato, le sue leggi e L’onorabilità dello stesso.
E certi silenzi sono assordanti, più delle parole, molto più delle parole.