Gentile Direttore,
il vostro quotidiano on line riporta oggi le farneticanti esternazioni dell’Onorevole Lo Curto la quale a quanto pare non ha nulla di meglio da fare se non ribattere in maniera scomposta ad alcune mie riflessioni da voi pubblicate qualche giorno fa.
Alla Lo Curto, che io reputo persona intelligente e scaltra ma tuttavia avvezza ad avvalersi di termini che più si addicono a beghe di cortile che a civili discussioni, rispondo di getto cercando di sottrarre meno tempo possibile alla mia quotidiana attività che in un momento come questo richiede una maggiore concentrazione e non può concedersi distrazioni o perdite di tempo.
L’invettiva della Lo Curto nei miei confronti rivela tutta la sua insicurezza enfatizzata qualora ce ne fosse bisogno dall’uso di aggettivi inappropriati quali becero, disgustoso, arrogante e via dicendo; in realtà presa dalla foga di motivare il suo presunto operato ed elettrizzata dal clamore delle sue affermazioni l’onorevole non si rende conto che una simile reazione rappresenta quasi un’ammissione di colpa.
Le giustificazioni fornite dalla Lo Curto non modificano di una virgola le mie opinioni che pretendo vengano rispettate, e semmai, aggiungono una nota di delusione per le inesistenti argomentazioni fornite dal soggetto in questione che travalicano la mera critica ed invadono aspetti della mia vita professionale che per la Lo Curto risultano incomprensibili forse perché assuefatta alla comoda vita da dipendente pubblico prima e politico con stipendio blindato dopo.
Al di là del legittimo dubbio sulla tempistica dello sblocco e quindi sulla disponibilità dei fondi a vantaggio degli agricoltori di cui Grillo si assume l’improbabile paternità e degli interventi di pertinenza dell’Onorevole Lo Curto che sembra siano serviti a dirimere un’annosa vicenda proprio a ridosso dell’elezione di questo sindaco, la Lo Curto si permette di sindacare con toni da cortile la mia attività professionale che è come tutti sanno, strettamente connessa alla mobilità e quindi ai viaggi che certo non sono “gite” come quelle alle quali forse l’onorevole è adusa.
Per quanto poi concerne la sofferenza e le privazioni in questo triste periodo di pandemia, suggerisco alla Lo Curto di non avventurarsi in questo campo per lei minato e di rileggere un mio post di qualche mese addietro in cui biasimavo quella classe politica a cui lei ahimè appartiene che dall’alto di una comoda poltrona si vede accreditare ogni mese emolumenti irrealistici e che non ha sentito la necessità che molti altri me incluso hanno invece percepito, di rinunciare ad una parte di questi immeritati compensi se non altro in segno di solidarietà nei confronti proprio di quella gente che ha contribuito alla sua fortunata elezione. In questi mesi, a meno che non l’abbiano fatto all’insaputa di tutti, non ho sentito una parola né assistito ad un semplice gesto in questa direzione da parte di chi rappresenta questa nostra comunità: i cittadini più avveduti dovrebbero ricordarsi di questo insensato comportamento in occasione delle prossime competizioni elettorali.
Mi chiedo infine se la strategia dell’onorevole sia quella di conquistare consensi con questi toni da comizio che non ripagano più come una volta e che non si addicono ad una persona di cultura che per di più ha gestito una fondamentale istituzione come la scuola. Il mondo cambia di continuo anche se alcuni non se ne rendono conto e nessuno, se non il tempo, saprà mai dirci dove ci stiamo dirigendo. Ecco la Lo Curto dà l’impressione di vivere fuori dal tempo, in una dimensione inossidabile e diversa dalla nostra, in un contesto in cui la civile discussione è subordinata alla condivisione delle sue opinioni ed in cui ancora ci si può permettere di usare frasi del tipo “facinorosi grillini” nei confronti di chi esprime legittimi dubbi e di certo non accusa nessuno. Mi auguro che questa inutile diatriba possa concludersi qui e che l’onorevole Lo Curto possa rendersi conto che il suo ruolo non è quello di impartire lezioni di stile a imprenditori che si assumono la responsabilità di garantire il sostentamento di centinaia di famiglie, ma piuttosto quello di essere politico tra la gente a maggior ragione in una fase così triste e complicata della nostra vita.
Massimo Bellina