È guerra dentro al Partito Democratico di Marsala. Oppure il solito cabaret, dipende dai punti di vista.
Prima o poi la dirigenza dei dem avrebbe presentato il conto a quanti pur tesserati del Pd hanno scelto di non candidarsi in quella lista, per le amministrative del 2020, alle elezioni amministrative di Marsala, scegliendo delle liste civiche.
Il danno è stato enorme, il Pd non ha raggiunto nemmeno il 5% e non ha portato in consiglio nemmeno un consigliere comunale.
Allo stesso tempo, subito dopo le elezioni, alcuni di loro sono tornati a fare politica attiva in nome e per conto del Pd.
La commissione di garanzia dem ha notificato agli iscritti Linda Licari, Luana Alagna, Rino Passalacqua, Mario Rodriquez, Massimo De Vita, Sciarrino Matilde, l’avvio di un provvedimento disciplinare per la violazione dell’articolo 4 dello statuto del Pd.
In buona sostanza, gli esponenti si sono candidati in liste non autorizzate dal Pd senza l’avallo del partito, "che evidentemente e con buona pace di tutti non è la hall di un hotel -. Fare parte di un partito significa avere oneri ed onori, responsabilità e senso del dovere" dicono fonti del Pd a Tp24. Invece, si è pensato di agire secondo obiettivi personali per garantirsi l’elezione. Delle due liste, una, "Marsala Coraggiosa", non ha superato lo sbarramento, l'altra, invece ha eletto due consiglieri. Un terzo consigliere è stato eletto nella lista "Marsala città Europea". Sarebbe bastato unire "Marsala Coraggiosa" e Pd per aumentare il numero degli eletti ed evitare ai democratici la magra figura di restare fuori dal consiglio comunale.
Entro l’11 febbraio i destinatari del provvedimento potranno presentare la loro memoria difensiva, rischiano di essere esclusi per l’anno corrente e quello successivo dall’ anagrafica degli iscritti.