C’è qualcosa che non torna nel modo in cui la nuova Amministrazione Comunale di Marsala ha deciso di sostenere le famiglie che affrontano una crisi economica senza precedenti, dovuta alle restrizioni imposte dalle norme anti - Covid. C’è più di un campanello d’allarme che suona, qualche anomalia, molte stranezze, con il rischio - concreto - che i soldi per i bisognosi vengano utilizzati invece per altro. Oggi vi raccontiamo perchè.
Prima, però, parliamo d’altro. Spostiamoci più a Nord.
Una sindaca leghista è stata arrestata, qualche giorno fa: si tratta di Michela Rosetta, prima cittadina di San Germano Vercellese. Siamo in Piemonte. Che ha combinato? In pratica ha deciso che nel suo comune i soldi per il contrasto alla povertà causata dall’emergenza Covid non dovevano andare in buoni spesa o voucher per gli aventi diritto, ma dovevano essere gestiti direttamente dal Comune. Insomma, era il Comune a fare la spesa e portare il pacco a casa. Fin qui esecrabile, ma legale. Poi però si è scoperto che i pacchi erano più ricchi per le famiglie più “in” e “da sfigati” (sono parole sue) per le famiglie di immigrati o per gli anziani. Oltre alla distribuzione iniqua dei pacchi, la procura contesta anche l’acquisto di generi non essenziali, come mazzancolle e capesante.
A Marsala nel settore della solidarietà e dei servizi sociali c’è molta attenzione. Da anni Tp24 racconta alcune cose che non vanno nei servizi sociali, nella gestione delle coop, tanto che poi i nostri articoli sono finiti nell’ampio fascicolo dell’indagine antimafia “Scrigno”, quella che vede imputato, oggi, per concorso esterno in associazione mafiosa anche l’ex deputato regionale Paolo Ruggirello. Come la storia della coop Serenità, che gestiva il centro per disabili Arcobaleno a Strasatti. Una creatura di Ruggirello, di fatto titolare occulto della cooperativa, tanto da fare i colloqui e indicare paranti di politici e funzionari da assumere.
L’amministrazione dell’ex Sindaco Alberto Di Girolamo è stata molto criticata per la gestione dei servizi sociali, addirittura una commissione di inchiesta è stata voluta dal consiglio comunale. Anche la modalità operativa di gestione dei pacchi spesa per i poveri è stata oggetto di polemiche. Con tanto di scontro tra don Francesco Fiorino e l'amministrazione comunale, con il parroco che parlò di "invidie e autoritarismi".
La pandemia, poi, con le disuguaglianze che ha creato, ha esposto ancora di più i Comuni, tra l’organizzazione degli aiuti urgenti e le polemiche inevitabili. Qui abbiamo raccontato ad esempio come funzionava la macchina della solidarietà a Marsala nella prima fase della pandemia.
Tra gli episodi notevoli, anche la decisione della Giunta del piccolo centro di Petrosino, guidata dal Sindaco Gaspare Giacalone (Pd) di querelare una consigliera comunale che aveva espresso dubbi sulla modalità di distribuzione dei buoni spesa (querela, per fortuna, poi ritirata, dopo l’articolo di Tp24)
E’ anche per questo, forse, che il nuovo Sindaco di Marsala, Massimo Grillo, ha tenuto per se la delega ai servizi sociali, e ha nominato, per riordinare il settore il più costoso tra i consulenti finora nominati (portavoce escluso, ma quella nomina è stata poi ritirata …), Renato Briante. Agganciato un po’ con tutti, Briante ha molto lavorato in provincia di Trapani, e frequenta, in maniera trasversale, tutti gli ambienti del volontariato e del terzo settore. A guidare i servizi sociali, a Marsala, è la dirigente Maria Celona. Insomma, dai tre ci si potrebbe aspettare molto. E invece, la prima prova lascia più di un dubbio.
Ci riferiamo al bando per il progetto “TENDI LA MANO”. E’ stato pubblicato dal Comune di Marsala il 31 Dicembre scorso. Nella nota dell’ufficio stampa del Comune si fa presente che è l’avviso invita alla presentazione di manifestazioni di interesse da parte degli Enti del Terzo Settore, le Organizzazioni di Volontariato, le Associazioni di Promozione Sociale “per la realizzazione, attraverso Idee-Progetto condivise, di interventi di sostegno alla cittadinanza a seguito dell'emergenza Covid19 e di interventi di pronto intervento in occasione di calamità ed emergenze locali”.
Già così l’oggetto è molto fumoso. Mette insieme povertà causa Covid e calamità varie. C’è un’espressione cara al Sindaco Massimo Grillo, ed è quella dell’”idea - progetto”.
Ma di cosa si tratta? “Gli interessati - continua la nota del Comune - possono presentare una o più Idee Progetto per offrire un sostegno alle persone e ai nuclei familiari maggiormente colpiti dalle conseguenze dell’emergenza Covid-19 e non coperti, in toto o in parte, da specifici programmi di aiuto. Nell’elenco sono ricomprese persone che abbiano perso recentemente il posto di lavoro o che abbiano subito danni all’attività professionale o commerciale; nuclei familiari all’interno dei quali uno o più componenti abbiano subito traumi o danni socialmente rilevanti con riflessi sul lavoro, sullo studio o sulla tenuta psicofisica e che non abbiano mezzi o strumenti per affrontarne le conseguenze. Ancora, cittadini stranieri, singoli o con nucleo familiare, che abbiano visto peggiorare la propria condizione socio-economica e che per questo motivo rischiano l’arretramento del proprio processo di integrazione; soggetti anziani ai quali la crisi epidemiologica abbia fatto aumentare i rischi di isolamento e di emarginazione”.
Se vi sembra tanto considerate che si tratta di temi “solo indicativi”.
Gli enti interessati devono indicare il numero dei Volontari e delle eventuali figure professionali specialistiche (assistenti sociali, educatori, psicologi, tutor )destinati alla realizzazione dell’Idea-Progetto. Al termine di questa prima fase preliminare, verranno selezionate una o più Idee Progetto, che verranno ammesse alla seconda fase di co-progettazione con il Comune di Marsala.
Già da questo si capisce che più che ai bisognosi il progetto rischia di tendere la mano a tutta quella pletora di esperti, volontari, consulenti, che affolla le politiche sociali, e che assorbono per la loro consulenza gran parte dei fondi che potrebbero essere gestiti direttamente dal Comune, senza chiedere idee - progetto in giro.
E infatti non è chiaro, ad esempio cosa si intende per spese rimborsabili da parte delle associazioni coinvolte. Da un lato si parla di spese documentate. In un altro punto spuntano invece le spese “documentabili”. Chi ha a che fare con il volontariato e la pubblica amministrazione sa che è come aprire una voragine. Non solo: tra le stesse spese rimborsabili ci sono quelle per la progettazione. E quindi una larga parte dei 750mila euro anzichè finire direttamente a chi ha bisogno potrebbe essere assorbita dai “progettisti”, o spesa, come accaduto altrove, in mazzancolle e filetti di platessa …
Non si capisce bene, poi, chi farà parte della commissione che giudicherà la bontà dei progetti. Anche questo è un aspetto delicato e non è chiaro. Ci sono tre soggetti in gioco: il Sindaco Grillo, che ha mantenuto per sé la delega, la dirigente Celona, e il consulente Briante. Quest’ultimo, avendo collaborato con molte realtà del territorio, è potenzialmente in conflitto di interesse, o no? Altrimenti chi comporrà la cabina di regia? Chi gestirà e come questi fondi? E come e in che modo arriveranno a chi ha realmente bisogno di misure di sostegno in questo periodo difficilissimo?
E che tipo di sostegno sarà? Il bando anche in questo è molto equivoco. Potrebbe passare di tutto.
DENTRO IL BANDO. Il bando è generico già nella platea del target individuato, perché, di fatto, coinvolge tutta la popolazione. A parte pochi fortunati, infatti, un po’ tutti rientrano nelle categorie individuate come svantaggiate: chi ha perso il posto di lavoro, chi ha subito danni alla propria attività o professione, gli anziani, gli stranieri, i disabili, le donne, o anche, testuale “i giovani che rischiano di dilatare ulteriormente i tempi dell’accesso al mondo del lavoro”. Una platea generica, senza priorità e criteri. Un avvocato che ha visto diminuire il suo giro d’affari per via del Covid, vale quanto un anziano depresso perché non vede i nipotini, o quanto il titolare del bar costretto alla chiusura, in pratica.
Così come è larghissima, nell’avviso la platea di chi può partecipare: enti del terzo settore, organizzazioni di volontariato, parrocchie. Che possono fare ricorso ad esperti, consulenti, psicologi, educatori.
Generico, dicevamo, è il riferimento alle spese che possono essere rimborsate, con quell’espressione “spese documentate e spese documentabili” che apre il campo a mille interpretazioni. C’è anche un singolare elenco, a titolo di esempio, di spese rimborsabili, e dentro c’è di tutto, dalla “promozione dell’inclusione” (cosa significa?) fino al … gel per le mani. Il tutto finanziato con i fondi statali destinati all’emergenza. Così come il personale dipendente, o incarichi professionali, il carburante, le spese per la “sicurezza”, il noleggio di attrezzature, le spese varie di segreteria , la cancelleria
Chi giudica e come? Una commissione tecnica misteriosa, guidata dalla dirigente del settore, Maria Celona. Come giudicherà? Il bando indica: la conoscenza del territorio e anche il convolgimento di enti ecclesiastici e parrocchie locali. Il volontariato, insomma, non è roba per laici.
Dalle Faq emerge inoltre che il periodo del progetto deve durare quanto l’emergenza sanitaria proclamata dal governo, come se l’emergenza sociale, una volta che la pandemia sarà sotto controllo, sarà terminata.
E poi un altro grande elemento di incertezza: L’avviso non ha un suo piano finanziario e l’ammontare delle risorse disponibili sarà determinato dal Comune anche in riferimento ad auspicate donazioni e sovvenzioni. Gli impegni di spesa verranno assunti con determinazioni dirigenziali adottate ante convenzionamento con le associazioni selezionate. Il Comune si riserva, in ogni caso, di non procedere a stipulare convenzioni o procedervi solo in parte o per periodi temporali contenuti, in caso di mancata provvista o di esaurimento delle risorse messe a disposizione.