Meno malati gravi e meno ricoveri: la promessa in un farmaco comune: la colchicina mostra effetti positivi nel limitare le complicazioni da Covid.
I risultati di uno studio condotto dal "Montreal Heart Institute" mostrano che la colchicina - un alcaloide naturale utilizzato per il trattamento della gotta - riduce di circa un quinto (21%) il rischio di morte e di ospedalizzazione nei pazienti che sono colpiti dal Covid.
La colchicina, scrivono i ricercatori canadesi, «è l'unico farmaco somministrabile per via orale efficace nel trattamento di pazienti (Covid) non ospedalizzati». Nel concreto, lo studio mostra che il farmaco è in grado di prevenire le "tempeste di citochine", associate all'insorgere di complicazioni legate al Covid-19.
Lo studio - condotto in Canada, negli Stati Uniti, in America latina e in Europa - ha coinvolto un totale di quasi 4'500 persone (non ricoverate al momento dei test e con almeno una condizione che le poneva a rischio di complicazioni). In 4'159 di queste, la diagnosi di Covid è stata confermata da un test PCR. Cifre alla mano, il medicamento ha ridotto del 25% le ospedalizzazioni, del 50% la necessità di ventilazione meccanica e del 44% i decessi.
I ricercatori canadesi non esitano quindi a definire «innovativo» il programma di ricerca che ha portato a questi risultati, indicando che un trattamento a base di colchicina tempestivo dopo la diagnosi di positività possa contribuire a ridurre il rischio di sviluppare una forma grave della malattia e - di riflesso -la pressione sul sistema ospedaliero.