Eziologia, entrambi sono virus a RNA. Il coronavirus è costituito da un singolo filamento di RNA a polarità positiva dal diametro di circa 80-160 nm, il virus influenzale a polarità negativa, di diamentro variabile da 50 a 120 nm. Ad oggi sono noti 7 ceppi di coronavirus in grado di infettare gli umani e tre generi di virus influenzali che possono infettare l’uomo. Entrambi i virus possono creare una pandemia. Il virus dell’influenza negli ultimi 100 anni è stato responsabile di pandemie nel 1918, 1957, 1968 e 2009. Tra le pandemie peggiori, sicuramente vi è la cosiddetta spagnola del 1918-20, trasmessa attraverso uccelli o suini dal virus H1N1, che ha causato la morte di 50-100 milioni di persone al mondo. L’influenza asiatica del 1956, provocata da un virus sottotipo dell’H1N1, ha provocato in circa due anni 1 milione di vittime al mondo. Il coronavirus si è associato alla SARS nel 2003, con un tasso di letalità del 9,2% e alla MERS nel 2012con un tasso di letalità del 34,4%, ma con contagiosità inferiore a quella associata attualmente al Covid-19. Infatti, nel 2003 la SARS e la MERS hanno causato circa 8000 e 2500 morti rispettivamente nel mondo.
Trasmissione. Sia il Covid-19 che il virus dell’influenza possono essere trasmessi da persona a persona in seguito a stretto contatto, principalmente attraverso l’insieme di goccioline di saliva emesse dalla bocca quando si parla, si starnutisce o si tossisce, emesse da un soggetto infetto.
Contagiosità. Sia in caso di influenza che di Covid-19, la contagiosità può precedere la sintomatologia clinica di 1-2 giorni. Nel caso del Covid-19, gli infetti possono essere contagiosi per un periodo più prolungato rispetto all’influenza stagionale. Generalmente i pazienti Covid-19 positivi sono contagiosi per almeno 10 giorni dalla comparsa dei sintomi. Anche gli asintomatici o con pochi sintomi possono essere contagiosi se il test per il Covid-19 è positivo. Nell’influenza, il periodo di contagiosità negli adulti e nei bambini più grandi è di circa 7 giorni, con un picco dopo 3-4 giorni dalla comparsa dei sintomi. Nel caso dell’influenza, la contagiosità dipende anche dall’età e dallo stato immunitario dell’infetto, essendo maggiore nei bimbi più piccoli e negli immunodepressi.
Incubazione. In entrambi i casi vi è un periodo di incubazione prima delle manifestazioni cliniche. Nel caso di influenza, come riportato dal CDC, i sintomi compaiono dopo 1-4 giorni dal contatto. Nel caso di Covid-19, periodo di incubazione ha una durata più variabile, dai 2 ai 14 giorni con una media di 5 giorni.
Sintomi. In entrambi i casi il decorso può essere asintomatico o poco sintomatico. La gravità della sintomatologia è variabile e in entrambi i casi è influenzata da più fattori, tra cui età del soggetto affetto e presenza di comorbilità. Dal punto di vista clinico, i sintomi più frequenti in entrambi i casi sono riconducibili ad un’infezione dell’apparato respiratorio. In entrambi i casi, febbre e tosse sono i sintomi più frequentemente riportati. Pertanto, le due condizioni non sono facilmente differenziabili e i sintomi sono spesso sovrapponibili. Infatti, influenza e Covid si possono presentare con febbre con/senza brividi, tosse, difficoltà respiratoria, astenia, mal di gola, rinorrea o ostruzione nasale, dolori muscolari, mal di testa, vomito, diarrea. In caso di Covid, l’alterazione di gusto e olfatto, quando presenti, ci aiutano nella diagnosi differenziale con l’influenza. In letteratura in caso di Covid, vengono inoltre segnalati tosse secca non produttiva e manifestazioni cutanee (rash cutaneo o depigmentazione delle dita). Da una revisione della letteratura, la febbre è riportata come il sintomo più significativo anche in età pediatrica per il Covid-19 (41,5-60% di casi), spesso associata a tosse, mal di gola e rinorrea. In un recente studio in cui venivano confrontati bambini ricoverati per il Covid-19 e per l’influenza A complicata da polmonite, tosse, febbre e sintomi gastrointestinali sono risultati significativamente meno frequenti tra i pazienti Covid rispetto a quelli con l’influenza A. anche i picchi di febbre sono apparsi diversi nelle due tipologie, significativamente più alti in corso di influenza (39,3 °C vs 38,5 °C). gli esami di laboratorio hanno mostrato in caso di Covid-19 livelli di PCR, procalcitonina e globuli bianchi inferiori, ma valore assoluto di linfociti superiore. Al contrario, linfopenia, incremento degli indici di flogosi e alterazione dei D Dimeri correlano ad un aumentato rischio di mortalità nei pazienti Covid-19. Infine, nel complesso i pazienti affetti da Covid-19 hanno presentato una sintomatologia clinica più lieve. Ciononostante, viene riferita una ospedalizzazione dalle 5 alle 13 volte più lunga rispetto a quella riportata per influenza l’anno precedente.
Complicanze. In entrambi i casi, i quadri clinici si possono complicare. Il rischio è maggiore in soggetti anziani e con patologie concomitanti. Per l’età pediatrica, il rischio di complicanze è maggiore in caso di influenza stagionale.
Dott. Angelo Tummarello
Pediatra di famiglia Marsala
Consigliere provinciale Federazione Italiana Medici Pediatri
già Consigliere Regione Sicilia Società Italiana Pediatria Preventiva e Sociale
Ricercatore e divulgatore scientifico
Cell. 3384553511
Email: dott.a_tummarello@libero.it