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22/01/2021 11:36:00

"Noi, il coronavirus e il calvario con l'Usca a Marsala"

 Gentile redazione di Tp24,

scrivo per sottoporre alla Vostra attenzione la vicenda cui siamo sottoposti io e mio marito dal giorno 3 Gennaio. Quest'ultimo giorno citato, essendo risultati positivi al tampone rapido effettuato a pagamento in un centro privato, ci siamo autodenunciati tramite medico di base che ha prontamente attivato le Usca di Marsala che giorno 7 Gennaio vengono ad effettuarci tampone molecolare, dicendoci che entro lunedì 11 Genanaio avremmo avuto l'esito.

Dal momento che ancora il 13 Gennaio non avevamo ricevuto nulla, tentiamo di chiamare e richiamare tutti i numeri di riferimento possibili e inimmaginabili senza alcuna risposta, scriviamo a raffica email senza alcuna risposta, non sapevamo nemmeno cosa fare con la spazzatura, e così fino a venerdi 15 Gennaio, giorno in cui finalmente (forse perché ci siamo lamentati con la direzione Asp Trapani) riceviamo l'esito del tampone e la disposizione di isolamento fino a giorno17 Gennaio  (assurdo inviare tale disposizione meno di due giorni prima della scadenza della stessa).

Finalmente ci rispondono ad una email le Usca di Marsala che sarebbero venute ad effettuarci il secondo tampone lunedi giorno 18 Gennaio. Siamo a giovedi 21 Gennaio e ancora non si è presentato nessuno. E' questo un modo umano e rispettoso di tenerci incarcerati a casa senza che queste Usca si facciano sentire e senza rispettare i tempi di chi sta passando un calvario soprattutto psicologico?

Io e mio marito, non essendo nemmeno residenti a Marsala ma solo domiciliati, non avendo nessuno, lontani dalla famiglia ... lo sanno le difficoltà che stiamo avendo anche solo per effettuare la spesa e per un minimo bisogno ??? Per non parlare che, per ritornare a lavoro, dato che ancora non ci hanno effettuato il secondo tampone e avendo avuto esperienza già coi tempi per averne il primo esito, quanto ci vorrà?

Chi ce lo da lo stipendio per vivere? Io non credo che sia questo il modo di gestire un'emergenza ed un servizio fatto per il cittadino, piuttosto la reputo una forma di "arresti domiciliari", di "sequestro in casa" perché per nostra esperienza, da soggetti positivi, non siamo stati assistiti in niente e per niente e anzi, forse, ci stiamo pure ammalando psicologicamente in questa situazione di abbandono.

Spero che possiate accogliere questo sfogo, in primis da cittadina e poi da operatrice sanitaria io stessa.

Cordiali Saluti

N. 



Native | 2024-07-16 09:00:00
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