Salvatore Quinci sindaco di Mazara del Vallo. Com’è la situazione a Mazara del Vallo i numeri del contagio sono aumentati nuovamente in questi giorni. Cosa sta facendo, che provvedimenti ha preso?
Guardi, sono impegnato in questi giorni ad incontrare gli esercenti delle attività economiche che devono garantire il rispetto delle regole nei loro esercizi e che devono convincere una clientela non sempre attenta. Poi incontrerò i tanti imprenditori che oggi sono penalizzati da provvedimenti confusi da parte del governo centrale e tardivi da parte della Regione Sicilia. Non lo dico solo per coloro che si vogliono lamentare, ma dal mio punto di vista dico che è un dato di fatto.
Sindaco Quinci, ovunque si parla di crisi e di categorie in ginocchio. Ma qui ci siete voi sindaci che siete stati lasciati soli. Il governo cerca di affidare a voi la responsabilità, voi cercate un punto fermo nel governo regionale che a sua volta rimpalla a quello nazionale. Non è per niente facile oggi fare il sindaco.
Diciamo che è davvero complicato. Faccio un esempio su due questioni. Intanto quello economico, il contagio sanitario è diventato contagio economico. La paura della malattia, del covid, è già sovrastata dai timori per la povertà, e di fronte a questo tema noi stiamo assistendo ad un calo delle entrate, non abbiamo le risorse economiche e i servizi che eroghiamo sono già a rischio nonostante gli aiuti statali e quelli regionali. La seconda questione è quella della responsabilità sanitaria che in Sicilia è di competenza esclusiva della Regione. Che senso ha demandare a centinaia di comuni siciliani la scelta di chiudere una scuola oppure no, quello è un provvedimento che a parità di condizioni in tutta la nostra Regione dovrebbe decidere la Regione Siciliana o il Governo centrale, noi non abbiamo un comitato tecnico scientifico che hanno il governo o la Regione. Ecco perché mi rifiuto di approdare al dibattito: chiudi la scuola, apri la scuola, questo non va demandato ai sindaci. Noi dobbiamo intervenire su quelle situazioni specifiche tipiche del mio territorio, del mio Comune. Ecco come noi ci troviamo in prima linea a contrastare la povertà, e quei cittadini che ancora non hanno capito che bisogna rispettare le norme. Mentre nel primo lockdown è andato bene perché avevamo un nemico sconosciuto e invisibile, adesso c’è una parte di cittadini che ha capito che si può vivere e fa le cose come se non ci fossero misure da mettere in campo, ci sono invece quelli che sono terrorizzati e stanno chiusi in casa, e ci sono quelli che non riescono a ripristinare forme di socialità che devono essere alternative a quelle tradizionali. Questi danni psicologici si vedranno in futuro. Quando all’inizio della pandemia dicevamo, ci sarà un prima e un dopo, è vero, solo che il dopo dobbiamo ancora scoprirlo.
La crisi sanitaria passerà e quella economica resterà, ci sarà dunque una tenuta sociale cui far fronte in futuro.
Oggi non ne parliamo perché paradossalmente al sud abbiamo subito meno la crisi. Quando al nord arriveranno le centinaia di migliaia di disoccupati anche al sud arriverà l’effetto immediato. In tutto questo noi abbiamo pochi strumenti per affrontare la cittadinanza ma rispetto alla quale siamo il vero presidio del territorio e siamo quelli che ci mettiamo la faccia.
Sindaco, un mese fa quando sono rientrati a Mazara i pescatori, al porto c’era lei ma non c’era una parte importante del Governo, non si è sentito un po’ abbandonato in quel momento?
Non solo in quel momento, però intendiamoci, il governo nazionale nella persona del ministro, anche nella persona del primo ministro Conte, i suoi più alti funzionari, uno per tutti l’ambasciatore Benassi, sono stati sempre disponibili ad ascoltarci e accoglierci, e confrontarsi con me e con i familiari, quello che è mancato e la presenza dell’istituzione a Mazara, davvero siamo stati soli in questi quattro mesi a gestire la questione sociale, che è stata veramente pesante, perché ogni settimana dovevamo inventarci un racconto nuovo per per persone che erano devastate psicologicamente. E lo abbiamo fatto, siamo andati a Roma, e quel giorno erano presenti due deputati, c’era Micciché ma non era presente l’istituzione in quanto tale. E’ mancata l’istituzione statale e regionale a Mazara del Vallo che desse una mano alla comunità e dicesse: siamo qui con voi. Tutto questo è stato demandato al sindaco.