Mazara, che beffa: multa per uno dei pescherecci sequestrati in Libia 

Una grande beffa. L’armatore dell’Antartide, uno dei due pescherecci sequestrati per 108 giorni in Libia, ha ricevuto dalla Capitaneria di Mazara del Vallo una multa di 2mila euro. Motivo? Su 12 giorni di fermo biologico, effettuati nel 2019, ne ha comunicati nove.

Basterebbe comunicare gli ultimi tre, ma i dati, come altre informazioni, sono contenuti nel "logbook" elettronico, strumento di bordo rubato assieme ad altri apparati nel porto di Bengasi quando il peschereccio era sotto sequestro in Libia.

La multa è di 2.010,65 euro. Nel verbale notificato dalla Capitaneria si legge: «Nello specifico venivano effettuate, a fronte di 12 giornate di arresto temporaneo obbligatorio aggiuntivo soltanto 9 giornate utili al fine del conteggio annuale».

«Con tale condotta illecita - c'è scritto nel verbale - l’unità di pesca ha di fatto esercitato la propria attività di pesca in periodi non consentiti dalla vigente normativa del settore».

L'armatore dell’Antartide, Leonardo Gancitano, sostiene che ora «è impossibile risalire ai dati contenuti nel logbook elettronico, lo strumento che fornisce le informazioni sul pescato e sul luogo in cui si trova un peschereccio in un determinato giorno». «Ne abbiamo parlato con il responsabile di Federpesca - aggiunge Gancitano - Speriamo veramente di venire a capo di questa situazione».

I due pescherecci della marineria di Mazara del Vallo, l'Antartide e il Medinea, sono stati sequestrati il 1° Settembre intorno alle 21 dalle autorità libiche a circa 35 miglia a Nord di Bengasi. Altri due pescherecci, che navigano nelle vicinanze, sono riusciti a sfuggire alla cattura. A bordo c'erano 18 persone. La liberazione è avvenuta dopo ben 100 giorni con un blitz a Bengasi del presidente del Consiglio, Conte, e del Ministro degli Esteri, Di Maio. 

Qua ricostruiamo la vicenda.