Continuiamo, con la seconda parte, il viaggio di Tp24 tra le testimonianze di coloro che hanno contratto il Covid. Abbiamo sentito ammalati, medici, personale sanitario, per capire come si diffonde il contagio, cosa racconta chi ha avuto a che fare con il coronavirus.
Qui potete leggere la prima parte, pubblicata ieri.
Per il resto, in queste giorni si parla molto di varianti del coronavirus. La variante inglese, quella brasiliana, eccetera. Possiamo dire, se vogliamo prenderla con ironia, che c'è una variante marsalese, quella dell' "asso che corre", per citare uno dei giochi preferiti durante le feste. L'ondata di contagi che stiamo vivendo nel territorio, come abbiamo raccontato ieri, è frutto infatti di tutte le leggerezze commesse durante le feste, da chi non ha voluto rinunciare a pranzi di famiglia e giocate a carte.
Con le scuole chiuse, la gran parte dei positivi di Marsala e del territorio sono frutto di contatti domestici. A scuola, tra l'altro, il rischio di contagio è minimo, secondo i dati dell'Ufficio Scolastico Provinciale (aggiornati a prima delle vacanze natalizie).
E, paradossalmente, la chiusura delle scuole ha favorito i contatti in famiglia, per le occasioni di festa. La maggior parte delle persone positive al tampone hanno "confessato" di aver organizzato pranzi e cene per le feste. "Ma eravamo pochi" è il particolare che aggiungono tutti. Il problema è capire cosa si intende per pochi: "Ogni famiglia - spiegano gli esperti - rappresenta un cluster, formato dai componenti della famiglia più i conoscenti abituali, ad esempio i nonni. Se a Natale si è mantenuto questo assetto, non ci sono stati problemi. Ma è bastato inserire un soggetto esterno, degli zii, vecchi amici, per aver compromesso tutto". Piccola curiosità: alcuni hanno equivocato i sintomi del coronavirus con quelli di un'intossicazione gastrointestinale, aspettando pertanto giorni prima di mettersi in isolamento. "Bisogna stare molto attenti, soprattutto adesso che dovrebbe arrivare l'ondata dell'influenza stagionale". Qui uno schema che può aiutare a capire i sintomi del Covid.
Ma c'è una cartina di tornasole per capire se e quanto a Marsala si sono organizzati i cenoni. Basta chiedere ai cassieri, ai dipendenti e ai titolari di piccoli e medi supermercati. Abbiamo chiesto a cinque addetti, di diverse parti del territorio, e con diversa tipologia di punto vendita, dalla bottega all'iper. Il risultato è stato sempre lo stesso: rispetto agli altri anni la spesa è stata più frazionata, ma il volume d'affari è stato quasi uguale. Però in tanti, soprattutto nelle periferie, hanno fatto grandi spese, tipiche delle feste. "Una signora - racconta una commessa di un supermercato della zona sud - aveva tre barattoloni di maionese, tante confezioni di tortellini e pasta sfoglia. Insomma, era chiaro che avesse tanti invitati ... Noi ovviamente non abbiamo detto nulla, se non fare gli auguri ...".
Tanti, dicevamo, i contagi passati in famiglia anche con la massima accortezza. "Nel tentativo di tracciare i contagi - racconta un operatore - ci siamo accorti che anche un gesto innocente, ma imprudente, è stato fattore di contagio". Come la storia di un'anziana signora di Trapani, che ha ricevuto la gradita visita di una coppia di nipoti. "Ci siamo fermati giusto il tempo per fare gli auguri e per lasciarle un panettone - hanno raccontato - perchè non la vedevamo da mesi, e nostra zia è tanto sola". Morale: i due erano positivi, asintomatici. La signora è finita al reparto Covid dell'ospedale. Dove ci sono finite, bisogna dire, anche persone che sono state molto attente e scrupolose: "Sono sola, so badare a me stessa, non ho avuto contatti con nessuno. Eppure sono stata male e ho contratto il Covid - racconta una marsalese che risiede nel centro a Tp24 - e non so come sia successo. Forse una delle poche volte in cui sono andata a messa o al supermercato?".
Proprio il supermercato è uno dei luoghi che i positivi intervistati dicono di aver frequentato più spesso degli altri. E in base all'evidenza dei fatti, fare la spesa è uno dei comportamenti che possono provare il contagio, più della scuola. E' per questo che c'è chi insiste perchè sia obbligatorio, per i clienti dei supermercati, non solo indossare la mascherina, ma anche i guanti.