“Margareta Buffa ha pianificato l'omicidio di Nicoletta Indelicato, agendo con lucidità e malvagità”. Lo ha detto il pubblico ministero Maria Milia che, oggi, a conclusione della sua requisitoria ha chiesto per l'imputata la condanna alla pena dell'ergastolo con isolamento diurno per la durata di 18 mesi.
“La pena deve essere superiore – ha specificato il Pm – a quella inflitta a Carmelo Bonetta. Margareta Buffa ha depistato, occultato, denigrato la personalità di Nicoletta e a reso dichiarazioni fuorvianti. Il suo alibi è maliziosamente preordinato e falso. Non è un alibi, ma la prova della sua colpevolezza”.
Carmelo Bonetta era già stato condannato a 30 anni di carcere, ma solo perchè aveva scelto il rito abbreviato. Circostanza, questa, che gli ha evitato il carcere a vita. Margareta Buffa, invece, ha optato per il rito ordinario, ribadendo sempre la propria innocenza dinnanzi alla Corte d'Assise di Trapani.
“Margareta Buffa – ha sottolineato Maria Milia – non è vittima di Carmelo Bonetta come vorrebbe fare credere. Il maestro di balli caraibici faceva tutto quello che lei gli chiedeva e continua a farlo. Lo dimostrano le lettere scritte dalle carceri in cui è detenuto. Lui è innamorato di Margareta e i due erano fidanzati, contrariamente a quanto afferma, invece, l'imputata”.
Per il Pm, inoltre, Margareta Buffa non può beneficiare delle attenuanti generiche perchè contro Margareta “ha agito con accanimento, dettato da astio sedimentato nel tempo”.
Sempre secondo l'accusa, la telefonata che Margareta fece a Nicoletta per invitarla ad uscire la sera del delitto e il luogo dell'assassinio – una zona isolata, nelle campagne marsalesi – evidenzierebbero che l'omicidio è stato premeditato.
Ci sono, poi, le dichiarazioni rese dal maestro di ballo: “Ho sorpreso Nicoletta alle spalle, l'ho colpita alla nuca e le ho inferto solo tre coltellate”. I fendenti sferrati contro la giovane rumena, adottata da una famiglia marsalese, furono dodici. Altro elemento che inchioderebbe, sempre secondo la tesi del Pm, Margareta Buffa, l'arma del delitto che sarebbe stata prelevata dalla stessa
dal set di coltelli custodito nella cucina di casa.
La prossima udienza è stata fissata per il primo febbraio. Quattordici giorni dopo la Corte d'Assise emetterà la sentenza.