Mafia, Castelvetrano: chiesti otto anni per Lillo Giambalvo
La condanna a 8 anni di reclusione è stata chiesta, in appello, dal pm Carlo Marzella per l’ex consigliere comunale castelvetranese di “Articolo 4” Calogero “Lillo” Giambalvo, accusato di essere tra i favoreggiatori del boss latitante Matteo Messina Denaro.
Giambalvo era stato arrestato il 19 novembre 2014 nell’operazione antimafia “Eden 2”, ma un anno dopo fu assolto in primo grado dal Gup di Palermo Fernando Sestito. Dopo il suo ritorno in consiglio comunale, l’ente venne sciolto per infiltrazioni mafiose.
Adesso, il sostituto pg Carlo Marzella, che ha chiesto e ottenuto la riapertura dell’istruttoria dibattimentale, ha chiesto ai giudici della quarta sezione penale della Corte d’Appello di Palermo la sua condanna.
“Le ulteriori attività istruttorie - ha detto Marzella nel corso della requisitoria - consentono di ritenere provata la partecipazione alla famiglia di Castelvetrano”. Giambalvo era stato intercettato mentre diceva di essere “pronto a rischiare trent'anni di galera” per nascondere Messina Denaro, ma anche di essere disposto ad uccidere il figlio di Lorenzo Cimarosa, il “dichiarante” cugino acquisito del superlatitante (“Ssi fussi io Matteo, ci ammazzassi un figghiu”, (“gli ammazzerei un figlio”).
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