Scuole elementari e medie ritornano in presenza dal 7 gennaio. Slitta invece all'11 gennaio il ritorno in classe al 50% per le scuole superiori. E' quanto deciso in un consiglio dei ministri turbolento terminato nel cuore della notte.
Questo slittamento (in un primo momento il Governo aveva previsto la presenza per tutti dal 7 gennaio) è dovuto al cambiamento delle soglie per la classificazione delle regioni (come spieghiamo in un altro articolo su Tp24). Il rischio era infatti di avere regioni in cui le superiori (con il passaggio di fascia) avrebbero aperto soltanto per due giorni. Ora, invece, con il monitoraggio di venerdì 8, si avrà un quadro più chiaro.
In questa maniera il Governo cerca anche un'intesa con le Regioni molte delle quali, nel corso della giornata, avevano già annunciato ordinanze per il rinvio.
Lo scontro si è avuto soprattutto tra Italia Viva (che assieme ai 5 Stelle spingevano per il ritorno in classe subito per le superiori) e Pd (che invece proponeva lo slittamento al 15). Alla fine si è trovato un compromesso.
Saranno comunque giorni caldi quelli che precedono il ritorno a scuola, con la didattica in presenza al 50% anche per gli istituti superiori.
Da un lato ci sono dei problemi irrisolti sul fronte organizzativo, e in particolare per quanto riguarda i trasporti. Dall’altro ci sono i dati sul Covid che fanno registrare un balzo in avanti preoccupante non solo in termini di nuovi contagi, ma soprattutto per quanto riguarda il tasso di positività. Nei giorni scorsi l’assessore regionale all’Istruzione Roberto Lagalla aveva confermato che la Siclia ripartiva l'8. Scendendo nei comuni, a Marsala, ad esempio, ci sono molte difficoltà, per far coincidere trasporti, orari ed esigenze di famiglie e istituti. Andiamo con ordine.
Riaperture, regioni divise
Più che mai le regioni sono state molto caute e divise sulla riapertura delle scuole, seppur con didattica in presenza al 50% per le superiori, già il 7 gennaio. La regioni che in questi giorni stanno registrando un alto tasso di positività e di nuovi casi sono decise a ricominciare ma con la didattica a distanza almeno fino al 31 gennaio. Tra queste, in cima, c’è il Veneto, e il Friuli Venezia Giulia. "Non ci sembra prudente lasciare aperti licei, tecnici e professionali, quindi proroghiamo la didattica a distanza fino a tutto gennaio - ha spiegato nel corso di un punto stampa il governatore veneto Luca Zaia -. Noi tifiamo per la scuola in presenza, ma abbiamo l'obbligo di valutare la situazione". Anche altre regioni vogliono prendere tempo. Diversi governatori ritengono che sia decisivo aspettare l'esito del monitoraggio, previsto l'8 gennaio.
Per il Cts la questione non è riaprire le scuole ma verificare se ci sono le condizioni per poi mantenere questa decisione. "Posso confermare la volontà del governo di riaprire. Avremmo voluto farlo a dicembre, ma abbiamo rimandato su richiesta delle Regioni. Poi avremmo voluto tornare al 75% e invece abbiamo accolto il suggerimento del 50%. Abbiamo collaborato: ora è arrivato il tempo di tornare in classe”, ha detto in un’intervista la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina.
In Sicilia si riparte. Ecco le regole
Lagalla aveva confermato che in Sicilia le lezioni in presenza, al 50%, per le scuole superiori cominciavano l’8 gennaio. In realtà pochi istituti sarebbero stati in grado di ricominciare quel giorno in presenza, e si rientrerà in classe direttamente lunedì 11. C’è da dire che l’assessore regionale alla Sanità Ruggero Razza avrebbe voluto spostare la riapertura di una settimana, al 18 gennaio. Certo, ci saranno delle novità importanti, come deciso dalla giunta regionale a fine anno, e che sono state calate alle scuole di tutta l’Isola. Intanto, l’obiettivo, è scaglionare l’ingresso e l’uscita degli studenti ed evitare affollamenti negli autobus. E così ecco che ci saranno due turni: il primo inizierà alle 8 e si concluderà alle 13, il secondo è più flessibile e prevede il via fra le 9 e le 9,30 e la campanella di uscita fra le 14 e le 14,30. Saranno i dirigenti scolastici a decidere quali turni applicare. I Comuni dovranno anche garantire un aumento delle corse degli autobus urbani, e gli enti competenti quelli degli autobus extraurbani. L’idea è cominciare con il 50% degli studenti che seguiranno la didattica in presenza, e l’altro 50% a distanza. Dopo una settimana, però, il 18, dovrebbe aumentare la percentuale della didattica in presenza, con il 75% degli studenti in classe e gli altri a casa.
I sindacati non sono d’accordo
“Esprimiamo forti perplessità sulle condizioni di sicurezza delle 831 istituzioni scolastiche siciliane in vista dell’imminente riapertura”. Lo scrivono in una nota congiunta le organizzazioni sindacali siciliane di Flc Cgil, Cisl scuola e Uil scuola, tra l’altro escluse dalla quasi totalità dei tavoli prefettizi che si sono riuniti per decidere e valutare la situazione in cui si trovano le scuole in vista dell’imminente avvio delle lezioni previste per l’8 gennaio.
“Chiediamo un immediato confronto con le istituzioni – aggiungono – col presidente Musumeci, con gli assessori all’istruzione, ai trasporti e alla sanità e con il direttore generale dell’Usr Sicilia, per approfondire le reali condizioni delle scuole, alla luce di un’emergenza sanitaria che è ancora altissima, considerato il numero elevato di decessi e di contagiati delle ultime giornate”.
“In Sicilia gli studenti sono più di 700.000, di cui più di 240.386 delle scuole secondarie di II grado – continuano i sindacati – mentre 831 sono invece le istituzioni scolastiche articolate in 4.102 sedi. A tal proposito tante sono le domande alle quali bisogna dare una risposta: le 4.102 sedi sono tutte sicure? Il sistema dei trasporti, le cui criticità son ben note a tutti, è in grado di garantire quei parametri minimi di sicurezza che riguarderanno decine di migliaia di studenti? Siamo sicuri che l’articolazione dell’avvio e della fine delle attività in diversi turni, utilizzando tra l’altro gli stessi mezzi, sia la soluzione ottimale?”.
“Abbiamo il timore che si possa riproporre la stessa situazione dell’ottobre scorso – proseguono – quando l’avvio del nuovo anno scolastico, dopo la lunga pausa estiva, ha contribuito a generare la seconda ondata ancora oggi in corso. Molti esperti e addetti ai lavori prevedono, dopo il 15 gennaio, una terza ondata che pare possa essere ancora più aggressiva delle prime due”.
“Attendere qualche ulteriore giorno prima di riaprire le scuole, attivare una cabina di regia regionale, oltre a dei tavoli di coordinamento provinciale con la presenza delle parti sociali – concludono – ci sembra una scelta coraggiosa e coscienziosa, non solo per non rendere vani tutti i sacrifici fatti in queste lunghe settimane, ma soprattutto per salvaguardare gli studenti, il personale scolastico e di riflesso tutte le famiglie che in qualche modo ruotano intorno al mondo della scuola”.
I problemi a Marsala
Ci sono molti problemi per il ritorno alla didattica in presenza, seppur al 50%, per le scuole superiori di Marsala.
In particolare a segnalare “urgenti criticità” è il Liceo Scientifico “P. Ruggieri” , soprattutto per quanto riguarda lo scaglionamento degli ingressi e delle uscite legati agli orari degli autobus. Nei giorni scorsi, infatti, il Comune di Marsala ha dato le indicazioni degli orari di entrata e di uscita per le scuole superiori, dopo le riunioni avute in prefettura nelle scorse settimane.
Ma come sottolinea in una nota la dirigente del Liceo Scientifico, Fiorella Florio, e il consiglio d'istituto, in vista del rientro in classe il 7 gennaio potrebbero esserci forti disagi, oltre che assembramenti davanti gli istituti. Qui tutte le criticità sollevate.