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28/12/2020 11:51:00

 5 boss vicini a Messina Denaro prendono il reddito di cittadinanza. Denunciate 127 persone

Maxi operazione delle Fiamme Gialle  contro i furbetti del reddito di cittadinanza. Ci sono anche 5 boss fedelissimi di Matteo Messina Denaro tra le 127 persone scoperte e denunciate dalla Guardia di Finanza di Trapani, tra i percettori indebiti del "reddito".

Secondo gli inquirenti hanno dichiarato di essere disoccupati, di non avere proprietà immobiliari e in due casi hanno omesso la dichiarazione di due cospicue vincite al gioco online, una di 546mila euro e un'altra di 108mila, il limite invece fissato dalla legge per non essere dichiarato è di 12mila euro. La truffa ai danni dello Stato è stata valutata complessivamente in 1,2 milioni di euro.

E come dicevamo tra le persone denunciate ci sono anche 5 boss vicini al latitante numero uno di Cosa nostra. Tra questi c'è Salvatore Angelo, imprenditore salemitano che si occupa dell'eolico. Arrestato nel 2012 insieme a altri esponenti delle famiglie mafiose di Salemi e di Castelvetrano, nell’ambito dell’operazione “Mandamento” che mise in luce l'infiltrazione della mafia nella realizzazione dei parchi eolici della provincia di Trapani ed Agrigento. L'imprenditore è stato condannato definitivamente a 8 anni per associazione mafiosa e gli sono stati sequestrati beni per un valore di oltre 7 milioni di euro.

 Ha percepito indebitamente 7.156 euro dallo Stato, non dichiarando la condanna per associazione mafiosa, l'imprenditore edile  di Marsala Vito Russo, accusato di essere stato assoldato dalla mafia per taglieggiare altri imprenditori. Il processo nel quale è stato condannato definitivamente era scaturito dall'operazione antimafia "Peronospera III" del 2005.

E tra i 127 denunciati sono finite le mogli di altri tre boss, Francesco Luppino, Matteo Tamburello e Maurizio Arimondi. Nessuna ha dichiarato le condanne dei mariti. Francesco Luppino, fino al 2019, secondo gli inquirenti, ricopriva il ruolo centrale all'interno della famiglia mafiosa di Campobello di Mazara. Maurizio Arimondi, arrestato nell'operazione Golem2 e condannato a 10 anni per essere fiancheggiatore del boss di Castelvetrano.  Tamburello, boss mafioso mazarese, è stato condannato definitivamente lo scorso maggio.

Qui i dettagli nel comunicato della Finanza: I finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Trapani, nell’ambito delle attività finalizzate al monitoraggio e al controllo della spesa pubblica, hanno sottoposto a verifica le condizioni legittimanti la fruizione del cosiddetto “Reddito di Cittadinanza” in capo ai soggetti beneficiari.
Tale misura di sostegno economico, come noto, spetta in presenza di concomitanti circostanze, autocertificate dal richiedente e volte a dimostrare non solo la propria condizione di difficoltà economico-reddituale, ma anche quella dei componenti il nucleo familiare di appartenenza.
Negli ultimi mesi sul territorio provinciale sono state individuate 127 persone che, simulando uno stato di indigenza economica, hanno indebitamente percepito somme di denaro per un importo complessivo pari a circa 1,2 milioni di euro.
Dagli accertamenti eseguiti è emerso che diversi sono stati i comportamenti illeciti tenuti dai soggetti denunciati per ottenere indebitamente il beneficio economico: alcuni hanno dichiarato di essere disoccupati mentre, nella realtà, svolgevano un’attività lavorativa in “nero”; alcuni hanno omesso di indicare nelle domande di essere titolari, oltre alla prima casa, di altri beni immobili per un valore superiore alla soglia di euro 30.000; alcuni di non avere disponibilità economiche sui propri conti correnti, omettendo di dichiarare vincite di denaro conseguite dal gioco on line, ovvero la percezione di denaro erogato da compagnie assicurative; altri, infine, hanno chiesto la misura di sostegno economico non dichiarando fraudolentemente di avere precedenti penali per reati legati alla criminalità organizzata, o per truffa ai danni dello Stato. Alcuni parenti di quest’ultimi, invece, hanno fatto domanda di ammissione omettendo di indicare la posizione del proprio congiunto la quale deve essere esclusa dal parametro della scala di equivalenza ai fini del calcolo del beneficio spettante.
Nello specifico, i servizi che hanno maggiormente caratterizzato i comportamenti illeciti tenuti dalle persone denunciate hanno riguardato:
• la scoperta da parte dei militari del Gruppo di Trapani e della Tenenza di Castelvetrano di 2 soggetti, uno residente a Trapani e l’altro a Castelvetrano, che omettevano di dichiarare consistenti vincite di gioco on-line pari, rispettivamente, ad euro 546.000 e ad euro 108.000, somme di gran lunga superiori al limite fissato dalla legge, pari ad euro 12.000;
• il deferimento alla competente Autorità Giudiziaria da parte dei militari della Tenenza di Castelvetrano di un soggetto che, nella Dichiarazione Sostitutiva Unica sottesa al beneficio previdenziale, ometteva di indicare la titolarità di un patrimonio immobiliare, ad esclusione della prima casa, valorizzato ai fini ISEE in 1,2 milioni di euro;
• la denuncia di 13 persone da parte dei militari della Compagnia di Marsala, della Tenenza di Alcamo e di Mazara del Vallo le quali, pur di ottenere il beneficio economico, hanno dichiarato di essere senza lavoro, mentre in realtà essi svolgevano attività lavorative in modo sommerso o irregolare.

Le posizioni illecite emerse oltre ad essere state comunicate alle competenti Autorità Giudiziarie di Trapani e Marsala, sono state segnalate all’I.N.P.S. per la revoca e il recupero del beneficio economico illecitamente percepito.
In particolare, costante e proficuo è stato il coordinamento info-investigativo con l’INPS che ha fornito ampia e fattiva collaborazione nell’esecuzione delle attività che hanno portato a scovare i soggetti indebitamente percettori della misura di sostegno economico.
L’attività posta in essere testimonia I’approccio trasversale dell’attività istituzionale del Corpo e l’attenzione particolare a contrastare fenomeni, come quelli portati alla luce che, attraverso l’accesso a benefici assistenziali da parte di chi non ne ha titolo, non solo generano un danno economico per le casse dello Stato, ma sottraggono risorse pubbliche che potrebbero essere destinate ad altre finalità ed utilità sociali a favore di coloro che ne hanno effettivamente bisogno.

 

 



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