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18/12/2020 06:00:00

Liberati i pescatori di Mazara. Dopo 108 giorni il blitz di Conte e Di Maio in Libia 

 Ieri, 17 dicembre 2020, poco dopo le 10 è arrivato il “Natale” in anticipo per i 18 pescatori di Mazara del Vallo e le loro famiglie. Finalmente la liberazione dopo 108 giorni di sofferenze, tensioni e amarezze per chi in prima persona è stato costretto a stare chiuso in una caserma militare della Libia, senza aver fatto nulla se non il proprio lavoro, e per le famiglie che da quel 1° settembre non hanno mai per un attimo mollato, e anzi, con grande dignità hanno continuato a fare sentire la loro voce di cittadini che dovevano per forza di cose aggrapparsi alla speranza e alle istituzioni, per farli rientrare a casa.

108 giorni - Ci sono voluti 108 giorni per una soluzione diplomatica della vicenda. Finalmente quell’azione che in molti speravano avvenisse molto tempo prima si è concretizzata. Ieri mattina Conte e Di Maio dopo un confronto con i responsabili dell’intelligence italiana sono volati in Libia, e dopo qualche ora c’è stata la conferma dell’avvenuta liberazione. Negli ultimi giorni la vicenda era come non mai al centro dell’attenzione di tutta l’opinione pubblica italiana, e dopo gli appelli e gli interventi dei mesi scorsi, tra i quali quello di Papa Francesco, un po’ in tutta Italia si sono moltiplicate le iniziative di solidarietà e le richieste di liberazione, da parte di Comuni, Regioni, Enti pubblici e associazioni ecc.

Il sequestro e la prigionia – Il primo settembre a una quarantina di miglia dalle coste della Libia 18 pescatori a bordo di due pescherecci partiti da Mazara del Vallo, “Antartide” e Medinea” sono fermati da una motovedetta libica e condotti in porto a Bengasi e una volta dichiarati in stato di fermo vengono trasferiti in una caserma, città nell’est della Libia. Gli equipaggi (composti da 8 italiani, sei tunisini, due indonesiani e due senegalesi), bloccati dalle autorità libiche, praticamente non hanno più contatti con l’Italia. Secondo la ricostruzione più ‘accurata’ dei fatti, i due pescherecci sono stati fermati della autorità che rispondono al generale Khalifa Haftar, che controlla quell’area del paese, a circa 40 miglia nautiche dalla costa. L’intervento libico è invece avvenuto a circa 40 miglia dalla terraferma, all’interno di una fascia marittima che da tempo la Libia rivendica come propria zona economica esclusiva.

Mattarella: "Conte mi ha informato, soddisfazione" - Il Presidente della Repubblica ha appreso con grande soddisfazione dal Presidente del Consiglio la notizia della liberazione dei nostri pescatori trattenuti in Libia ed esprime apprezzamento nei confronti del Ministero degli Esteri e dei nostri Servizi di informazione e sicurezza per l’impegno profuso per conseguire questo esito positivo.

La gioia dei familiari non appena avuta la conferma della liberazione - "Finalmente potremo riabbracciarli - dice Giusy Asaro - adesso aspettiamo di sentirli presto, ancora non ci hanno chiamato ma presto lo faranno. Quando torneranno faremo una grande festa". I pescatori, sono in viaggio con i loro pescherecci fino a ieri sotto sequestro, Medinea e Antartide. "Non ho parole per l'emozione, non vedo l'ora di poterlo riabbracciare", dice Cristina Amabilino, moglie di uno dei pescatori sequestrati.
“Ce l’abbiamo fatta, ce l’abbiamo fatta! Mio figlio e tutti gli altri pescatori stanno tornando. Ringrazio tutti: Conte, Di Maio, il sindaco, il vescovo, i giornalisti. Non ho parole per riuscire a esprimere tutta la felicità di una mamma e di una nonna che finalmente, dopo 108 giorni, può riabbracciare suo figlio”. Lo ha detto Rosetta Ingargiola, 74 anni, mamma di Pietro Marrone, comandante di uno dei pescherecci sequestrati in Libia “Sono stati 108 giorni da incubo che finalmente sono finiti. E’ un bellissimo regalo di Natale per me e per tutti i familiari dei 18 pescatori. Non vedo l’ora di riabbracciare mio figlio” ha aggiunto Nuccia Giordano, madre di Giacomo Giacalone, uno dei pescatori mazaresi liberati oggi a Bengasi.“Adesso devo lasciarti e chiudere la telefonata, perché devo fare partire il motore del peschereccio”. Così uno dei motoristi tra i pescatori siciliani in Libia durante una telefonata alla moglie.

E sono tante le reazioni alla liberazione dei 18 pescatori. Per primo il Vescovo Domenico Mogavero sin da primo giorno non ha mai fatto mancare la sua vicinanza ai familiari  - «Siamo felicissimi di questa notizia, tanto più bella quanto inaspettata. Tre mesi vissuti insieme ai familiari ci avevano resi scettici ma ora l’incubo è finito. Aspettiamo di trascorrere queste ore di attesa per riabbracciarli. Questo è il più bel regalo di Natale per le famiglie. La gioia è tutta loro ma è anche nostra».

 Il sindaco di Mazara Salvatore Quinci - "Finalmente i nostri marittimi? potranno riabbracciare i loro cari. Nonostante i momenti di tensione eravamo certi e fiduciosi che questa vicenda si concludesse nel miglior modo possibile. A nome di tutta la mia città? voglio ringraziare i Ministri Di Maio e Bonafede per l'impegno profuso e per la compostezza mostrata nella gestione di una così delicata situazione che a tratti ha raggiunto, tra i familiari, livelli alti di tensione, tutto il Corpo Diplomatico e l’Aise per il lavoro svolto".

 

Musumeci, è il miglior regalo di Natale - «Soddisfazione e gioia per la doverosa liberazione dei 18 pescatori di Mazara del Vallo trattenuti in Libia da 108 giorni. Le istituzioni, tutte insieme, abbiamo lavorato per la soluzione di una vicenda che ha tenuto nell'angoscia le famiglie dell'intero equipaggio e la Sicilia tutta. Non poteva esserci miglior regalo di Natale. Questo conta di più di ogni altro discorso. Sul metodo seguito ci sarà tempo per parlarne».

Il senatore Vincenzo maurizio Santangelo - "È una grande gioia per tutti noi. Nelle ultime ore sono stato in continuo contatto con gli esponenti del Governo che hanno seguito da vicino questa lunga trattativa.  Oggi è un grande giorno! Vedere i nostri 18 pescatori riabbracciare i propri cari è il più bel regalo di Natale che potessimo desiderare".

Segretario generale della Cgil di Trapani Filippo Cutrona - "Tiriamo tutti un respiro di sollievo dopo mesi di forti preoccupazioni e di incertezze. Per i pescatori mazaresi e per le loro famiglie è un giorno di gioia, ma lo è anche per la comunità mazarese, per la provincia di Trapani e per il comparto della pesca" .

I familiari dei pescatori -  “Oggi è un giorno stupendo, meraviglioso, Dio ha ascoltato le nostre preghiere. Potere riabbracciare i nostri pescatori significa ritornare a vivere”, è quanto dichiarato dai portavoce del Comitato delle famiglie dei pescatori di Mazara del Vallo, finalmente liberati dopo mesi di prigionia in Libia. “Un ringraziamento speciale, di vero cuore, lo dobbiamo al Presidente Gianfranco Micciché e al Presidente Silvio Berlusconi. Sappiamo che ci sono stati vicini dall’inizio di questa terribile storia e che il loro supporto e vicinanza è stata fondamentale fin dall’inizio della vicenda. Speriamo che il Presidente Berlusconi ci aiuti a trovare le giuste soluzioni affinché episodi del genere non si verifichino mai più”.

Leoluca Orlando Anci Sicilia - “Finalmente, dopo tre mesi, i nostri pescatori sequestrati in Libia sono liberi. Il lavoro diplomatico e l’impegno del Governo, sollecitato anche dalla nostra Associazione, ha dato i suoi frutti. Sarà un Natale di gioia per i marittimi e per le loro famiglie cui porgiamo i nostri sentiti auguri per un futuro di pace e serenità. L’ANCI Sicilia, nei mesi scorsi, ha invitato i sindaci dell’Isola ad organizzare iniziative per i nostri connazionali. Invito che è stato accolto con grande entusiasmo a conferma della grande solidarietà espressa dall’intero sistema delle autonomie locali”.

Cisl Palermo Trapani - “Accogliamo con felicità la notizia della liberazione dei 18 pescatori mazaresi, potranno riabbracciare le loro famiglie dopo oltre 100 giorni. Grazie a chi come la diplomazia italiana ha consentito il loro ritorno". Cosi Leonardo La Piana segretario generale Cisl Palermo Trapani e Adolfo Scotti segretario generale Fai Cisl Palermo Trapani commentano la liberazione dei pescatori mazaresi sequestrati in Libia lo scorso 2 settembre.
 

 



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