E’ come se si annegasse senza stare sott’acqua. E’ non vedere, nè sentire le famiglie per settimane. E’ stare in una fase di semi incoscienza, scorgendo le ombre di uomini e donne in tenuta lunare.
E’ restare per più di un mese in un letto d’ospedale, e sperare che vada via quella maledetta polmonite. E’ affidare la propria vita a uomini e donne che diventano la tua famiglia. E’ stare fino a 12 ore con: calzari, una tuta che copre tutto il corpo, mascherina, visiera, cuffia, tre paia di guanti. E’ indossare tutto questo in poco tempo, e bene, se vuoi proteggerti. E’ svestirsi da tutto questo con molta cautela, se non vuoi contagiarti.
E’ questo il Covid. E lo abbiamo visto, con i nostri occhi, dentro l’ospedale “Paolo Borsellino” di Marsala. Siamo entrati con la nostra telecamera nella terapia intensiva, il reparto - diretto dal dott. Antonio Cacciapuoti, in cui vengono curati i malati più gravi del Covid 19, che presentano gravi insufficienze respiratorie. Su, al reparto Covid, dove ci sono i pazienti con sintomi meno gravi i medici, gli infermieri, gli operatori socio sanitari, sono degli angeli, tutti giovani, e fanno di tutto per curare il corpo e la mente delle persone ricoverate. Incontriamo un signore, è guarito. Ha i bagagli pronti per essere dimesso: “Quello che era entrato qui dentro non ero io, era il Covid. Adesso torno, io, a casa, dalla mia famiglia”.
Ecco il reportage.