Il giudice del lavoro di Palermo Fabio Civiletti ha dichiarato illegittima la sanzione disciplinare comminata alla professoressa Rosa Maria Dell'Aria, la docente di italiano dell'Iti Vittorio Emanuele III di Palermo, sospesa per 15 giorni a maggio per un video - prodotto da alcuni suoi studenti in occasione della Giornata della memoria - nel quale l'immagine delle leggi razziali introdotte da Mussolini nel 1938 veniva accostata a una foto scattata durante la conferenza stampa di presentazione del Decreto sicurezza del ministro dell’Interno Matteo Salvini.
Alla prof verrà restituito lo stipendio per quei 15 giorni di sospensione. Respinta invece la richiesta di risarcimento danni di diecimila euro.
"Il giudice ha riconosciuto tutte le ragioni del nostro ricorso - dice l'avvocato Luna - non solo la docente ha esercitato la libertà di insegnamento nel fornire il materiale didattico, ma non sussiste nemmeno la 'culpa in vigilando' sull'operato dei suoi alunni, perchè se avesse controllato il contenuto dei loro lavori avrebbe violato la loro libertà di pensiero tutelata dalla Costituzione".
"Sono molto contenta, fin dall'inizio volevamo che il provvedimento fosse dichiarato illegittimo e così è stato. Io ovviamente speravo che finisse così, ma nessuno mai a priori può avere certezza dell'esito di una sentenza".
"C'è voluta una sentenza della magistratura, dopo un anno e mezzo, per ridare l'onore alla docente di Palermo Dell'Aria, punita ingiustamente perché colpevole, nell'era del ministro leghista dell'istruzione, di insegnare ai propri studenti libertà di pensiero e senso critico."
Lo afferma il portavoce nazionale di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni dopo che ieri una sentenza del giudice del lavoro ha definito illegittima la sanzione disciplinare che portò alla sospensione dall'insegnamento della docente palermitana.
"L'importante è che ora - prosegue il vicepresidente di Leu della Commissione Cultura di Montecitorio - si sia messa la parola fine ad una vicenda surreale. Rimane l'amarezza per un episodio di arroganza di vertici ministeriali che non doveva accadere."
"Si vigili adesso - conclude Fratoianni - perché episodi del genere, che costituiscono un danno alla scuola italiana oltre che alle persone coinvolte, non si ripetano mai più."