In questi giorni, passati per la maggior parte del tempo se non proprio tutto il tempo a casa, ho avuto modo di riflettere sul valore della libertà, soprattutto in un periodo nel quale è messa a rischio dalla pandemia di Covid-19 in atto.
Penso che definire la libertà sia molto difficile anzi impossibile,oltre che impegnativo.
La libertà, infatti, è tutto e allo stesso tempo puo’ sembrare poca cosa.
La libertà è allo stesso tempo unica e multiforme. Infatti esistono tante libertà, innumerevoli ed infinite libertà,forse così tante che alcune di esse sono ignote a noi o magari non vengono riconosciute.
La libertà è un concetto che noi non potremmo mai riuscire veramente a comprendere.
Ne parliamo sempre di libertà in tutte le sue forme ma non la conosciamo, facciamo solamente finta di conoscerla. In realtà ci è sconveniente porsi delle domande difficili sulla libertà che impegnano troppo il nostro essere.
In questo articolo prendiamo in esame solo la libertà di pensiero e di movimento. In questo esame vorrei dare la parola al mio amico Giovanni,uno studente nonché mio coetaneo.
Giovanni in che modo il virus ha cambiato la tua vita?
Sul piano lavorativo e scolastico ormai da marzo come me migliaia e migliaia di persone sono inesorabilmente costrette ad usare la tecnologia quotidianamente, senza di essa infatti lavorare o studiare risulta impossibile o molto difficile. Sul piano sociale-affettivo le nostre vite sono completamente e drasticamente cambiate. Soltato ora in un momento come questo ci siamo resi conto di quanto non sia scontato tutto ciò che prima ritenevamo tale come ad esempio un saluto ravvicinato o un’abbraccio,prestare una penna o condividere un qualsiasi oggetto con qualcuno.Mi fa ridere molto quando penso che a volte mi capita di guardare scene di film nel quale i personaggi si abbracciano o stanno vicini e tra me e me dico “Oddio no! Sono troppo vicini,devono rispettare la distanza interpersonale”.
Questo mio strano e buffo comportamento ci fa capire come abbiamo già attuato un’impensabile ed inaspettato rovesciamento della realtà che noi riteniamo normale.Se prima ritenevamo normale abbracciarsi ora è una cosa quasi vietata.
Sei contento dei provvedimenti presi dal governo per la scuola?
Purtroppo no,penso che la scuola italiana abbia completamente sbagliato puntando alla riapertura delle scuole a settembre. L’esperienza di marzo della didattica a distanza, quando c’è stato il lockdown totale,non ha soddisfatto le aspettative, perchè si è constatato che la scuola a distanza non può essere efficace come quella in presenza,questa delusione (anche se c’era d’aspettarselo) ha provocato una generale trepidante attesa per la riapertura delle scuole in presenza. Il governo ha stanziato tantissimi soldi per mascherine,gel igenizante e banchi singoli da fornire alle scuole.Questo ha reso le scuole i posti più sicuri in assoluto,non c’è dubbio,sono infatti pochissime le infezioni prese da studenti,docenti o personale ATA all’interno delle scuole.Fuori dalle scuole però i contagi abbiamo visto che non diminuivano e anche le scuole in diverse zone a macchia di leopardo cominciarono a chiudere per brevi periodi.Il virus insomma non circolava all’interno degli istituti ma erano gli alunni che inesorabilmente lo portavano dall’esterno rendendosi così potenziali diffusori,cosa che per fortuna comunque non è accaduta per i rigidi protocolli adottati a scuola.Pian piano i contagi aumentavano e si così facendo si è arrivati ad un punto di non ritorno, l’incubo di chiudere la scuola si è trasformato in realtà,ecco che da metà ottobre circa siamo tutti a casa a studiare in didattica a distanza.Analizzando tutta la vicenda ora che ormai comunque stiamo intravedendo forse la fine di questa pandemia, nel mio piccolo senza volermi sostituire a nessumno mi viene spontanea una domanda: Che senso ha avuto spendere così tanti soldi per il ritorno in presenza quando si poteva iniziare la scuola in didattica a distanza e spendere quei soldi per migliorare la rete di collegamento internet italiana?
Giovanni è vero che con la didattica a distanza viene meno la voglia di studiare e si è meno produttivi?
Non c’è una vera risposta a questa domanda perché dipende tutto dal singolo studente,certo essendo a casa senza controllo diretto dei professori ci sono alunni che possono approfittarne senza alcun scrupolo,ma i professori ci conoscono e capiscono chi sta sfruttando la pandemia per studiare meno o addirittura non studiare e chi no. La scuola in un periodo come questo è fondamentale per ragazzi,in un periodo dove è consigliato quasi obbligatorio stare a casa,l’unico modo di “uscire” è concentrarsi a studiare.Andare a scuola è se ci riflettiamo l’unica cosa che,se pur in maniera diversa,ci è concessa,frequentare le lezioni è l’unica cosa che ci riporta a quella normalità ormai persa,andare a scuola, se pur in didattica a distanza, è un modo per non farsi abbrutire dagli eventi spiacevoli e abbandonare la voglia di vivere ed andare avanti.La scuola è come la filosofia per Cicerone ovvero medicina doloris ovvero un mezzo per lenire i dolori della vita.Se vista in questa ottica la scuola diventa non un obbligo imposto che non piace, ma una possibilità per evadere dalla realtà e ritornare a quando non c’era la pandemia. Il covid incatena,la scuola libera.
Giuseppe Culmone