Il vaccino anti-Covid Oxford-AstraZeneca-Irbm che sarà commercializzato e distribuito, dopo le approvazioni regolatorie necessarie, ha una efficacia pari al 90% secondo i dati ad interim presentati oggi dalla stessa azienda produttrice. Sono stati infatti testati nella sperimentazione di fase 3 due differenti regimi di somministrazione. Il regime dimostratosi migliore, con una efficacia pari appunto al 90% e la massima tollerabilità per gli anziani , è quello che prevede l'inoculazione di mezza dose ed un richiamo con una dose completa dopo un mese. E' questo il regime vaccinale che sarà considerato per la commercializzazione. Il secondo regime ha invece dimostrato una efficacia del 62% e avrebbe previsto la somministrazione di due dosi piene a distanza di un mese. E' stata inoltre effettuata anche una analisi combinata dei due regimi, che ha dato una efficacia media del vaccino pari al 70%.
Entro la fine del 2020 saranno disponibili a livello mondiale circa 200 milioni di dosi del candidato vaccino sviluppato dall'università di Oxford, la cui produzione raggiungerà 700 milioni di dosi già entro il prossimo marzo. Lo ha detto nel corso d'una video-conferenza Pam Cheng, vicepresidente del colosso farmaceutico AstraZeneca, partner dell'ateneo britannico assieme all'Irbm di Pomezia, spiegando, con il ceo Pascal Soriot che, attraverso una rete di 20 centri di produzione sparsi nel mondo, sarà possibile sfornare nel 2021 da 100 a 200 milioni di dosi al mese per il mercato internazionale. Il Regno Unito ha già prenotato 20 milioni di dosi del prototipo di Oxford per fine anno, e altre 70 milioni entro la primavera.