Sono passati più di due mesi da quando le milizie libiche al servizio del generale Haftar hanno sequestrato i due pescherecci di Mazara del Vallo con 18 persone a bordo. 18 famiglie li aspettano in Sicilia da oltre due mesi, e non hanno notizie di loro. Non hanno notizie neanche dei negoziati tra il governo italiano e il generale Libico, negoziati che il governo italiano vuole tenere riservati.
Una situazione che imbarazza il ministro degli Esteri Luigi Di Maio che sta dimostrando la sua incompetenza in questa vicenda. In più emergono alcuni dettagli della notte in cui i libici hanno sequestrato i pescherecci mazaresi, tra l'1 e il 2 settembre. Secondo quanto riporta Repubblica le autorità italiane non sarebbero intervenute quella notte. Il sequestro dei due pescherecci è avvenuto dopo ore di osservazione della motovedetta libica e soprattutto con il mancato intervento di un elicottero di un cacciatorpediniere italiano che si trovava a 115 miglia del luogo dei fatti, e comunque sempre in acque internazionali. Un elicottero il cui intervento, la cui sola presenza sarebbe bastata a far andare via i libici. Invece nulla. "Era vicino ma non è intervenuto, siamo stati abbandonati" racconta la fonte a Repubblica. Agli altri equipaggi in zona la Marina e la Guardia costiera avevano assicurato che "in 20 minuti l'elicottero sarebbe arrivato", poi 2 ore di blackout, dalla centrale nessuna risposta alle chiamate degli altri pescherecci in zona. Poi la comunicazione che il caso era diventato diplomatico.
Intanto ancora appelli dalla politica. "Chiediamo al governo nazionale un intervento immediato che consenta il rilascio dei marittimi e dei motopescherecci catturati da Hatfar. C’è un grande sentimento di preoccupazione, le famiglie sono in uno stato di ansia ormai da due mesi. Ci conforta sapere, come specificato dall’ambasciatore italiano a Tunisi, che i marittimi stiano bene fisicamente ma sappiamo anche che sono molto provati psicologicamente e che non sono in grado di reggere ulteriormente questa tensione. Per questi motivi è assolutamente necessario pervenire ad una rapida soluzione“.
Lo ha detto Leoluca Orlando, presidente di ANCI Sicilia in merito alla vicenda dei 18 marittimi di Mazara del Vallo, sequestrati in Libia.
“Se fosse vera la ricostruzione dei fatti sul mancato intervento della Marina Militare a difesa dei pescherecci “Medinea” e “Antartide” di Mazara del Vallo (Trapani), ci troveremmo di fronte ad un atto grave di cui l’unico responsabile sarebbe il Governo Italiano”. Lo dichiara, in una nota, il Questore della Camera e membro della Commissione Affari esteri Edmondo Cirielli (FdI), che annuncia la presentazione di un’interrogazione parlamentare al ministro degli esteri Luigi Di Maio e al ministro della Difesa Lorenzo Guerini: “E’ sconcertante solo l’ipotesi che i nostri connazionali possano essere stati abbandonati dalle Autorità italiane prima ancora del sequestro illegale da parte dei miliziani libici. Valuterò anche un esposto alla Procura della Repubblica di Roma per indagare su chi sia il responsabile che non ha impedito, in acque internazionali, quello che oramai chiaro essere stato un vero e proprio sequestro di persona. Il Governo Conte chiarisca immediatamente quanto accaduto e chieda l’immediato rilascio dei pescherecci oltre che dei 18 membri dell’equipaggio tuttora trattenuti ingiustamente a Bengasi” conclude Cirielli.
“Se si fosse trattato di cittadini francesi, americani o russi, grazie all’autorevolezza di questi Governi, della loro diplomazia o della indiscussa capacità militare, i pescatori di Mazara del Vallo sarebbero stati immediatamente liberati dal militari libici. A differenza, invece, del nostro governo notoriamente privo di autorevolezza e credibilità internazionale, grazie a un ministro degli Esteri, incapace di condurre favorevolmente una trattativa con i libici e troppo impegnato a occuparsi della crisi interna al Movimento 5 stelle”. Così Salvino Caputo, responsabile regionale per Forza Italia del dipartimento per le Attività Produttive e del sostegno alle Imprese.
“E’ assolutamente incomprensibile - ha aggiunto – che i nostri pescatori siano ancora nelle mani del libici e i loro familiari costretti a vivere in una tenda della Croce rossa, attendendo uno scatto di orgoglio del governo e del ministero degli Esteri. Altri governi – ha sottolineato – avrebbero certamente risolto in tempi velocissimi una trattativa con la Libia , anche manu militari. La verità è che siamo governati da soggetti che a livello internazionale non sono credibili e, conseguentemente, anche la nostra diplomazia non lo è. Servono azioni forti, anche dal punto di vista delle sanzioni economiche e militari. Non è possibile che i nostri concittadini, che stavano lavorando, debbano essere trattati come criminali, mentre ai migranti libici offriamo vitto, alloggio e denaro”, ha concluso Caputo.