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05/11/2020 10:45:00

Sicilia zona arancione. Razza non ci sta, ma ... 

"Nella mattinata di oggi mi confronterò con il presidente dell’Istituto Superiore di Sanità in ordine alle ragioni che hanno determinato la “zona arancione” in Sicilia". Lo dichiara Ruggero Razza, assessore regionale alla Sanità.

"Leggo sulla stampa farneticazioni (qualche volta strumentali, qualche altra dettate dalla voglia di fare polemica a tutti i costi) in ordine all’occupazione dei posti letto in Sicilia e mi pare, quindi, indispensabile pubblicare il report settimanale utilizzato da Roma. Inostri indici di occupazione erano ben al di sotto della soglia di allerta. E, riferendosi i dati alla scorsa settimana, essi non tengono neppure in considerazione il piano approvato dal Comitato tecnico scientifico che li aumenta ancora di più. Sono fatti, non analisi".

 

"I comuni siciliani ritengono essere assolutamente prioritaria la salvaguardia del diritto alla salute. Ciò premesso, crea molti interrogativi l’affermazione del Presidente della Regione Siciliana che ha dichiarato di non essere stato sentito e di non aver potuto illustrare i dati della situazione in Sicilia.  Per rispetto istituzionale di tutti e per quanto ci riguarda per rispetto istituzionale degli Enti Locali chiediamo al Governo regionale di conoscere i dati forniti e chiediamo un immediato chiarimento da parte del Governo nazionale. Con pari forza si ribadisce la richiesta di adeguati e immediati interventi di ristori". Lo dichiara Leoluca Orlando a nome dei Sindaci siciliani. 

"Siamo zona arancione per responsabilità del governatore Musumeci e dell'Assessore Razza che in questi mesi non sono riusciti ad organizzare un sistema sanitario efficiente e all'altezza della seconda ondata di Covid 19. Abbiamo perso mesi preziosi. Meno posti in terapia intensiva, nessun tracciamento, non c'è stato alcun potenziamento dell'assistenza domiciliare, proclami di "Covid-free", ricerca di colpevoli in un vergognoso scaricabarile. E' un Governo inadeguato. Inutile nascondere le proprie mancanze attaccando il Governo nazionale, la smetta lui di fare furbizie e si metta a lavoro per garantire un sistema sanitario all'altezza". Lo afferma il parlamentare di Italia Viva, Luca Sammartino, dopo la decisione del Governo nazionale di inserire l'Isola tra le regione con “rischio intermedio”. "Ora la zona arancione - prosegue il deputato Iv - comporterà anche una crisi economica, con la perdita di numerosi posti di lavoro, la chiusura delle aziende. Per colpa dell'incapacità di questo Governo la Sicilia rischia il disastro e siamo tutti consapevoli che non possiamo permettercelo. Musumeci e Razza non perdano tempo e invece di fare proclami sui posti letto, li attivino. Adesso dipende dalla serietà che verrà messa in campo dal Governo per far dichiarare la Sicilia "zona gialla".

“Gli ospedali al collasso, le ambulanze in coda e le persone che aspettano tamponi da settimane sono la risposta alle lagne del presidente Musumeci sulla zona arancione per la Sicilia” lo afferma Giangiacomo Palazzolo, membro del comitato promotore nazionale di Azione e sindaco di Cinisi. “Non sono un sostenitore del governo Conte - prosegue Palazzolo - ma denunciare come fanno Musumeci e addirittura il presidente dell’Ars Miccichè la classificazione arancione della Sicilia come una specie di ritorsione è indice di totale scollamento dalla realtà, un infantilismo politico che in questa situazione non ci possiamo permettere”. L’esponente siciliano del partito di Carlo Calenda aggiunge: “comprendo la preoccupazione e lo sconforto di tante attività economiche, le restrizioni saranno un sacrificio enorme e mi auguro che il governo nazionale sia solerte nel prevedere i necessari ristori. Però - aggiunge Palazzolo - deve essere chiaro che se siamo in questa situazione in Sicilia, con la sanità stremata e il tessuto produttivo in crisi, è perché qualcuno non ha fatto il suo dovere. Sapevamo tutti che il virus avrebbe preso vigore con l’autunno e invece di prepararci il governo regionale ha passato l’estate a crogiolarsi nelle facezie di Ambelia, Dolce e Gabbana e del Giro d’Italia, rimandando incomprensibilmente le necessarie strategie di prevenzione e di rafforzamento del sistema sanitario”. “Musumeci invece di indignarsi o di guardare a cosa accade nelle altre regioni venga a vedere le ambulanze in coda davanti agli ospedali, forse troverà le risposte che sta cercando” conclude Palazzolo.