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04/11/2020 07:15:00

Mazara, mega truffa con finti lavoratori. Denunce e sequestri 

9,00 - Ha come "epicentro" Mazara del Vallo l'operazione dei carabinieri con la quale è stata scoperta una maxi truffa all'Inps con il sequestro di beni da un milione di euro e 5 persone indagate. Tra questi avrebbe avuto un ruolo centraleil consulente Francesco Di Pietra, 50 anni, di Mazara. E' uno degli indagati, e gli è stato sequestrato lo studio professionale.

Nell'indagine coinvolti anche Sergio Agnello, 50 anni di Sambuca di Sicilia ma residente a Mazara del Vallo,  i mazaresi Nicolò Passalacqua di 50 anni e Salvatore Asaro di 59, tutti titolari di aziende esistenti solo sulla carta che venivano usate per le assunzioni fittizie di lavoratori soprattutto stranieri per poi ottenere indennità, come quelle di disoccupazione. Altro indagato è tunisino Mehdi Ammari, che avrebbe avuto il ruolo di procacciatore di lavoratori per poi mettere in atto la truffa all'Inps. In sei anni sarebbero state ottenute indennità illecite per oltre 676 mila euro.

 

7,00 - Una mega truffa con più di duecento lavoratori assunti solo sulla carta, per truffare lo Stato sulle indennità. E' stata scoperta dalla Procura di Marsala, e all'alba di oggi, 4 Novembre, i Carabinieri hanno effettuato un sequestro di beni per circa un milione di euro e denunciato cinque persone, titolari di imprese finte, che assumevano persone, per lo più immigrati, allo scopo di fargli avere i benefici della disoccupazione, dopo il licenziamento per un lavoro mai fatto, e dividere il bottino.

E così questa mattina, i Carabinieri del Comando Provinciale di Trapani e del Comando Carabinieri per la Tutela del Lavoro – Nucleo Ispettorato del Lavoro di Trapani hanno dato esecuzione ad un sequestro preventivo di beni, del valore di circa 1 mln di euro, nei confronti di cinque soggetti, ritenuti responsabili di concorso in truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche.

Gli investigatori hanno accertato che gli indagati, utilizzando ditte operanti solo “su carta”, avevano fittiziamente assunto 241 persone, per lo più di provenienza nordafricana (che risponderanno di concorso nella truffa ), in prossimità della scadenza del permesso di soggiorno, allo scopo di percepire indebitamente le indennità a favore del reddito. I finti lavoratori, a loro volta, si impegnavano a versare ai titolari delle ditte fittizie la metà del valore di queste indebite indennità (quali, ad esempio, quella per la disoccupazione, pur non avendo mai lavorato nemmeno per un giorno).

 

Ecco i dettagli nella nota dei Carabinieri. 

Questa mattina, i Carabinieri del Comando Provinciale di Trapani e del Comando Carabinieri per la Tutela del Lavoro – Nucleo Ispettorato del Lavoro di Trapani, all’esito una complessa attività investigativa coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Marsala, hanno dato esecuzione ad un sequestro preventivo di beni, del valore di circa 1 mln di euro, nei confronti di 5 soggetti orbitanti nel marsalese, per il reato di truffa aggravata e continuata, in concorso, ai danni di enti pubblici e vari delitti in materia di falso. Nel complesso risultano indagate 246 persone.

Nel mese di febbraio 2018, i Carabinieri della Stazione di Petrosino (TP), effettuavano una perquisizione presso l’abitazione di un soggetto, indagato per il reato di sostituzione di persona e truffa ai danni di una compagnia telefonica.
Nella circostanza, venivano rinvenute 4 buste paga di cittadini extracomunitari, intestate ad una impresa edile riferibile al soggetto in questione.

I successivi approfondimenti, svolti dai Carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro di Trapani, consentivano di accertare che la ditta assumeva un cospicuo numero di uomini e donne, per lo più di provenienza nordafricana, in prossimità della data di scadenza del permesso di soggiorno. Venivano, dunque, avviate una serie di attività – sia tecniche che di natura documentale – finalizzate a riscontrare la sussistenza di fenomeni criminali di percezione fraudolenta di indennità a sostegno del reddito.
Dalle indagini, protrattesi per oltre un anno, emergeva un complesso sistema associativo, che vedeva coinvolti altri 4 soggetti – nella veste di promotori, costitutori ed organizzatori – nonché 241 beneficiari di prestazioni fittizie.
In particolare:
venivano individuate 3 imprese edili ed 1 agricola, tutte attive solo “su carta” (e dunque prive di sede reale, mezzi ed attrezzature), riferibili a tre soggetti del luogo (tra cui l’indagato principale);
si identificava un soggetto di origini tunisine, che reclutava connazionali-falsi lavoratori;
emergeva, altresì, la responsabilità di un consulente del lavoro, il cui compito era quello di predisporre false comunicazioni all’INPS per assunzioni e licenziamenti, oltre che stipulare contratti fittizi di locazioni di terreni, generando l’erogazione di indennità a sostegno del reddito non dovute;
la metà del valore di tali indennità, percepite dai finti lavoratori, veniva restituita ai titolari delle ditte fittizie, in cambio della regolarizzazione della loro posizione sul territorio nazionale, derivante dalla stipula di brevi contratti di lavoro.

Gli accertamenti esperiti permettevano di acclarare – nel periodo che va dal 2012 al 2018 – una elargizione di prestazioni non dovute da parte dell’INPS per 676.000 euro circa.

Il GIP presso il Tribunale di Marsala, concordando con le richieste della locale Procura, emetteva decreto di sequestro preventivo per equivalente – ai sensi dell’art. 321 c.p.p. – a carico dei 5 indagati, fino a totale copertura delle somme sopra quantificate; inoltre disponeva il sequestro preventivo dello studio professionale del consulente del lavoro.


 



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