Il coronavirus avanza, ma anche la ricerca di cure efficaci è a buon punto, e potrebbe arrivare a risultati concreti prima del vaccino. «La cavalleria degli anticorpi sta arrivando, e mentre aspettiamo, con noi del settore che lavoriamo per farli arrivare in Italia al più presto, cerchiamo tutti di stare calmi e di non fare scelte che potremmo rimpiangere amaramente, come quella di un lockdown generalizzato o di richiudere le scuole». Lo sottolinea, su Facebook, il virologo Guido Silvestri, raccomandando nuovamente «nervi saldi, niente panico, usiamo il cervello e il buon senso».
«È uscito ieri sul “New England Journal of Medicine”, la Bibbia della ricerca clinica - spiega il virologo - il primo studio dell'anticorpo monoclonale neutralizzante LY-CoV-555, alias Brenno. Risultato principale: se usato ai primi sintomi, riduzione del rischio di finire in ospedale del 72% (da 6,3% a 1,6%). Dai dati preliminari dell'uso insieme a Dodi (LY-CoV-016)», un altro anticorpo, di cui non si parla però in questo articolo sul New England, «la riduzione sale ad oltre 85% nei soggetti a rischio (età e peso corporeo)». «Poi ci sono anche Fede e Luca, cioè i due anticorpi di Regeneron (Regn10933 e Regn10987), quelli dati a Trump, che hanno dato risultati simili, forse anche un pò migliori - prosegue Silvestri - Per non parlare di altri in via di sperimentazione, tra cui quelli potentissimi di Gsk, previsti per marzo, e i famosi nanocorpi per spray nasale, le “truppe cammellate”, per cui ci vorrà più tempo».