Il Covid prima e i vari Dpcm per contrastare la diffusione del virus stanno stravolgendo la vita di tutti. Non ci sono categorie di persone e di lavoratori che non ne stanno riportando le conseguenze.
Professionisti, commercianti, ristoratori, da chi fa intrattenimento al mondo della cultura, del teatro e del cinema. Tra questi ci sono gli artisti e operatori della danza. Sono diversi quelli che ieri pomeriggio hanno partecipato ad un flash mob a Trapani, per chiedere la riapertura delle loro scuole di danza.
Si sono riuniti in piazza Vittorio Veneto a Trapani, sono rimasti fermi, come non fanno mai, per natura e per passione. Ieri, invece, lo hanno fatto per protestare contro le disposizioni che li stanno penalizzando.
“Il mondo della danza scende in piazza per far capire che noi esistiamo – racconta alla nostra redazione Sandra Giorgetti -. Si è fatta portavoce degli operatori della danza. Per troppo tempo siamo stati assimilati alle palestre - continua -, siamo una realtà diversa. Noi artisti siamo stati a lungo penalizzati e stiamo pagando un prezzo troppo grande. I nostri allievi e noi gestori delle scuole di danza lo stiamo pagando”.
"Di fatto siamo fermi da otto mesi, abbiamo ricominciato da venti giorni a poter ricevere gli allievi, adottando tutte le protezioni e i protocolli necessari, ma evidentemente non è servito a nulla. Ci hanno costretti – conclude la Giorgetti - a questa chiusura, seconde me ingiustificata”.
E dopo anni di sacrifici e gavetta, e poi di istruzione per conto di altre scuole di danza, da poco, meno di un mese, la marsalese katia Mezzapelle ha aperto la "Akita Dance School", che ha chiuso, come le altre scuole, almeno fino a quando è previsto il decreto e cioè fino al 24 novembre.
“Sono stravolta, perché con tutto l’entusiasmo e con tanti sacrifici, sono riuscita finalmente a mettere su la mia scuola di danza e in pochissimo tempo avevo già un discreto numero di allievi. Così si distrugge l'arte e la passione che ci mettiamo per crearla - ci racconta la Mezzapelle -. La danza è una disciplina che già a priori educa i bambini ed i ragazzi ad avere regole. I miei allievi sanno già cos'è la disciplina ed è quello che purtroppo non si capisce.
"La nostra scuola, con tutti i protocolli e le precauzioni dettate dalle regole anti-covid, è superprotetta, - continua - ma questo non basta se ci chiudono. Provo tanta amarezza per aver sentito i bimbi tristi, per aver visto negli occhi delle mie allieve la delusione. Oltre a questa sofferenza c'è anche un aspetto economico tremendo; l’affitto del locale deve essere pagato, ma sospendendo le lezioni si sospendono anche le entrate e diventa tutto terribilmente complicato da poter portare avanti. La speranza è che i nostri governanti ci ripensino e che adottino misure diverse per contrastare il diffondersi del Coronavirus - conclude la maestra di danza -. Solo così possiamo continuare a fare quello che più ci piace, il nostro lavoro, la nostra missione, insegnare la danza ai più piccoli”.