Il Partito di Rifondazione Comunista interviene sulla questione della casetta dell'acqua fatta chiudere dall'amministrazione del nuovo Sindaco Massimo Grillo a Marsala, come primissimo gesto della sua sindacatura ..., e sulle altre fontanelle abbandonate in città.
Ecco la nota.
La questione della "casetta dell'acqua" negli ultimi giorni ha riacceso il dibattito politico, e indubbiamente il tempismo con cui la struttura installata recentemente è stata sigillata, con metodi anche piuttosto artigianali, suscita qualche perplessità. Tuttavia la risposta del neo sindaco di Marsala Massimo Grillo può essere considerata soddisfacente: è una decisione che trae spunto dalle indicazioni dell'Istituto Superiore della Sanità, il quale ha identificato nelle fontanelle pubbliche un potenziale vettore del contagio. Plausibile dunque considerare la decisione del sindaco di Marsala un atto dovuto al rispetto per la pubblica salute dal momento che chiunque avvicinando il volto all'erogatore dell'acqua potrebbe diffondere il virus sulle superfici metalliche di una fontana.
Sollecitati da quanto accaduto i militanti Rifondazione Marsala hanno deciso di operare un sopralluogo con lo scopo di verificare lo stato delle fontanelle del centro storico, della zona portuale e stadio. Come testimoniano le immagini raccolte dai militanti le fontanelle che dovrebbero erogare in condizioni sanitarie normali l'acqua pubblica alla cittadinanza, in maniera del tutto gratuita, scongiurando anche l'abuso della plastica, versano in condizioni aberranti. Molte fontanelle sono state private del rubinetto, o potremmo dire che sono state letteralmente mozzate, alcune addirittura non esistono più, mentre le poche rimaste integre potrebbero erogare effettivamente l'acqua. Se da un estremo c'è l'inciviltà di alcuni irresponsabili che lasciano il rubinetto aperto contribuendo allo spreco di acqua e soldi, dall'altro c'è l'errore opposto reiterato negli anni di eliminare progressivamente un servizio di acqua pubblica, riducendo il numero dei punti di erogazione. Un buon equilibrio consisterebbe nell'installare fontanelle con l'erogatore a tempo, come nel caso della fontanella in corso Calatafimi, attualmente disattivata. Ma nella maggior parte dei casi a Marsala le fontanelle si confondono nel paesaggio urbano e perdono del tutto la propria funzione riducendosi a testimonianza dell'incuria a cui sono state abbandonate.
Ricordiamo che il diritto all'acqua pubblica è di fondamentale importanza e la situazione straordinaria dettata dal Covid-19 non deve trarre in inganno sulla necessità di avere un efficiente servizio pubblico di erogazione dell'acqua. Risale al 2011 il referendum nazionale che vide vincere l'interesse pubblico sul privato, ma tra fontanelle distrutte o disattivate a Marsala questo diritto è stato costantemente calpestato già da prima del Covid. Rifondazione Comunista è attenta all'incuria che colpisce in modo perpetuo la nostra città e continuerà a monitorare le condizioni del territorio. L'abbandono del patrimonio comune diventa una norma in una città disinteressata alla casa comune, per questo cogliamo l'occasione per ribadire la necessità di riattivare le fontanelle pubbliche non appena le condizioni sanitarie lo permetteranno. La "casetta dell'acqua" e le fontanelle appartengono a tutti i cittadini, prendiamocene cura.