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27/10/2020 07:00:00

Traffico di droga sull'asse Palermo-Napoli. Assolto il petrosileno Paolo D'Aguanno

 Rischiava grosso il 52enne petrosileno Paolo D’Aguanno, che nell’estate di quattro anni fa rimase coinvolto (arresti domiciliari) in un’operazione antidroga della polizia sull’asse Palermo-Napoli.

Per lui, infatti, il pm Giulia Beux aveva invocato una condanna a ben 12 anni di carcere. Il Tribunale di Palermo, però, accogliendo le argomentazioni della difesa (avvocati Cettina Coppola e Stefano Pellegrino), lo ha assolto per “non aver commesso il fatto” dall’accusa di traffico e spaccio di droga (cocaina). L’indagine era quella denominata “Tiro Mancino”. Ventisei furono, allora, le ordinanze di custodia cautelare (dieci in carcere, gli altri ai domiciliari). Secondo l’accusa, Paolo D’Aguanno, nei primi mesi del 2013, avrebbe smerciato la cocaina sulla “piazza” di Marsala. Nelle loro arringhe, però, gli avvocati Coppola e Pellegrino hanno evidenziato che gli investigatori ascoltati nel processo mai hanno affermato con certezza di avere visto il D’Aguanno cedere o acquistare partite di droga.

In passato, per fatti analoghi, il 52enne petrosileno un paio di anni di carcere se li era già fatti. “La sentenza – commentano i difensori – ha reso giustizia ad un uomo che rischiava di perdere 12 anni della sua vita in prigione essendo innocente. Non possiamo che essere soddisfatti e orgogliosi del risultato ottenuto”. L’operazione “Tiro Mancino” scattò all’alba del 12 luglio 2016. "Complessivamente – spiegò, quattro anni fa, il capo della Squadra Mobile palermitana Rodolfo Ruperti - sono stati sequestrati 425 chili di hashish, 13 di cocaina, 700 grammi di eroina e 1 chilo di marijuana”. Stupefacenti che a volte venivano forniti, dati i rapporti fiduciari tra criminali, anche a credito. "Togliendo questa droga dal mercato - aggiunse Antonio Sfameni, a capo della sezione Narcotici - oltre a non farla arrivare nelle piazze, si sono creati dei conflitti causati dal mancato pagamento della singola partita". L’organizzazione, che lavorava con il benestare della mafia, disponeva anche di armi da fuoco.



Native | 2024-07-16 09:00:00
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