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27/10/2020 06:00:00

Reparti, pazienti, medici. Ecco com'è la situazione al Covid Hospital di Marsala

L’ospedale Paolo Borsellino di Marsala è stato trasformato in Covid Hospital dal 19 ottobre, la decisione era nelle cose, si attendeva solo la fine della campagna elettorale.

Quella dell’ospedale di Mazara del Vallo era solo una indicazione nella carta e non nella pratica.


L’attuale situazione non fa ben sperare, il quarto piano dell’ospedale è già pieno di ricoverati per Covid-19 e anche il terzo piano si sta riempiendo,
nella notte tra domenica e lunedì sono stati 14 i ricoverati provenienti anche da altre province.
I medici, gli infermieri e tutto il personale del nosocomio è impegnato anche oltre il proprio turno di lavoro.
Il sindaco della città, Massimo Grillo, ha scritto al Presidente della Regione, Nello Musumeci e all’assessore alla Salute Ruggero Razza. Cosa chiede in buona sostanza Grillo? Intanto fa una premessa, relativa al sacrificio che ancora una volta è stato chiesto al territorio, e poi chiede che almeno alcuni reparti vengano mantenuti attivi con i posti letto dedicati.


In particolare lo chiede per Ginecologia, Pediatria, Cardiologia
: “Le chiedo a nome dell’intera comunità marsalese di adoperarsi personalmente affinché qualsivoglia riorganizzazione dovesse rendersi necessaria avvenga nel pieno rispetto degli impegni assunti dal governo della Regione Siciliana con la Città di Marsala. Le chiedo inoltre di adoperarsi affinché personale medico e paramedico numericamente adeguato possa essere temporaneamente distaccato al Paolo Borsellino di Marsala da altri presidi ospedalieri no-Covid, in maniera tale da alleviare l’insostenibile carico di lavoro del personale attualmente in servizio presso il nosocomio marsalese. Mi permetto di avanzare anche la disponibilità ad allocare una tenda da campo, nell’area adiacente al presidio ospedaliero, da destinare a spogliatoio per i medici, considerato che ci è stato riferito che tutto il settimo piano sarebbe destinato agli stessi medici per via della mancanza di altri spazi adeguati. Se all’operatività degli spazi attuali, compreso il primo piano, si aggiungesse infatti anche il settimo piano, del quale è possibile fare uso senza alcuna commistione con l’area Covid, potremmo avere un ospedale in grado di assistere la comunità marsalese per le prestazioni no-Covid che abbiamo il dovere di assicurare e delle quali la nostra comunità, dopo i sacrifici del periodo del lockdown, non può più essere privata”.

Riguardo alla richiesta di mantenere i reparti aperti c’è una anomalia di fondo, i reparti indicati quali quello di Pediatria, Cardiologia, Ginecologia, Dialisi e il Laboratorio di analisi sono attualmente in funzione al Paolo Borsellino, lo prevede l’atto aziendale che ha istituito il Covid Hospital, c’è da capire in che misura e con quali prestazioni. Nello specifico se arriva un infartuato al Pronto Soccorso o un paziente che sta male viene “quadrato” e successivamente ricoverato in altro ospedale della provincia. Pronti in ogni caso a fronteggiare la chirurgia d’emergenza.


Sulla necessità di spostare a Marsala medici e infermieri da altri nosocomi, richiesta per altro avanzata già nella prima fase della Pandemia dall’allora sindaco Alberto Di Girolamo, si pone un problema: c’è carenza di personale medico e paramedico. I bandi vanno deserti, ed è la drammatica situazione in tutta Italia.
Gestire reparti in doppio senza personale adeguato significa assumersi un rischio clinico altissimo.
Quello che è scandaloso e di cui nessuno parla è la totale assenza del reparto di Pneumologia a Marsala, fondamentale per curare i malati Covid che necessitano di ricovero poiché presentano una polmonite virale, che frequentemente è complicata da una insufficienza respiratoria.


Bisognerebbe partite da un assunto fondamentale
: per creare un Covid Hospital necessitano talune caratteristiche strutturali, di spazio e impiantistica, i malati devono essere curati nella massima sicurezza per se stessi e per il personale medico e para medico. Ci devono essere delle aree allestite che si chiamano “Zone Filtro” che consentono la vestizione e svestizione degli operatori dai dispositivi di sicurezza.


Il sindaco Grillo, infine, chiede la realizzazione del reparto di Malattie Infettive: “Da mesi, inoltre, l’assessore Razza ci rassicura sul possibile finanziamento di un nuovo padiglione per le malattie infettive. Dopo una prima valutazione dell’immobile destinato al Campus Biomedico ed al vecchio ospedale San Biagio, ci è stato riferito che la soluzione migliore sarebbe un’area adiacente il Paolo Borsellino. Confidiamo, pertanto, in una prossima positiva comunicazione che ci avvisi di un rapido avvio dei lavori”.
Quale sarebbe quest’area adiacente al Paolo Borsellino non è dato saperlo,
certo è che il 7 maggio in tanti hanno assistito a quella promessa fatta da Razza alla città di Marsala e alla provincia tutta, perché una parte del San Biagio sarebbe dovuta diventare, una volta ristrutturata, un Center di Malattie Infettive che avrebbe dovuto servire il bacino della Sicilia occidentale.
La foto con il progetto in mano se la ricordano in tanti, del progetto non c’è più traccia.

 


«Mai si è avvertita la necessità di essere solidali e uniti come in questo momento. A cominciare da chi, a qualsiasi livello, rappresenta le Istituzioni pubbliche e, perciò, ha il dovere di non cedere a impulsi emotivi e di scegliere quel che è giusto e non quel che appare utile. Anche in Sicilia dobbiamo prepararci al peggio. Servono sempre più posti letto per i positivi bisognosi di cure e sempre più posti di terapia intensiva per chi è in grave difficoltà».
Lo dichiara il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci.

«Ma, assieme ai posti letto – prosegue il governatore - servono i sanitari specialisti: dobbiamo far bastare quelli di cui già disponiamo (che ringrazio di cuore, assieme agli operatori), perché ovunque, in Italia, c’è paurosa carenza di queste figure professionali. Ogni ospedale deve, dunque, cedere qualcosa per dare precedenza assoluta ai malati di Covid. Egoismi e guerre di campanile non sarebbero accettabili, specie in tempi di “guerra” come quelli che viviamo. E l’ospedale di Acireale è fra questi: perché ha la capienza, ha la terapia intensiva, ha il personale sanitario necessario ed è a sette minuti dal più vicino ospedale di Catania».

«Ritengo però necessario che, assieme alla sua temporanea conversione – aggiunge Musumeci - l’ospedale acese mantenga attivo il suo Pronto soccorso: l'emergenza deve essere assicurata giorno e notte, in assoluta sicurezza anti Covid. Lo stesso vale per tutti i servizi ambulatoriali, che dovranno continuare a essere forniti ai cittadini di Acireale, seppure in un altro sito della città. E’ una misura sofferta ma necessaria, condivisa con l’assessore regionale per la Salute. E sono certo che la generosa Comunità acese saprà, anche stavolta, esprimere solidarietà concreta verso i più sfortunati che verranno colpiti dal Covid. Solo se restiamo uniti e prudenti riusciremo a vincere questa dura battaglia, a conclusione della quale l’ospedale di Acireale potrà riprendere la sua normale attività, peraltro più dotato e attrezzato di prima».