Manifestazioni in piazza e scontri in Sicilia contro i nuovi provvedimenti di Regione e governo per contrastare l'avanzare dell'epidemia di coronavirus.
Tensioni a Catania, con due bombe carta lanciate in Via Etnea, davanti alla Prefettura, e un giornalista ferito all'occhio. E pensare che la manifestazione, organizzata da esercenti e ristoratori, si stava svolgendo pacificamente. In realtà, all'improvviso, tutto è degenerato. In piazza, sotto la Prefettura, circa 300 persone. Dopodichè un gruppo, non si sa bene se organizzato o meno, ha cominciato ad incitare alla violenze, passando dalle parole ai fatti.
Ristoratori ed esercenti in Sicilia contestano i nuovi provvedimenti del governo nazionale e si considerano una delle categorie che più di ogni altra ha subito i costi del lockdown prima e delle nuove restrizioni varate in questi giorni dal governo regionale e nazionale.
Anche a Palermo la scorsa notte 300 titolari di pub e ristoranti si sono presentata davanti a Palazzo d'Orleans sede della presidenza della Regione per rappresentare la loro protesta. Nel corteo si sono inseriti anche esponenti di Forza Nuova, No Mask. Solo quando sono rimasti solo loro davanti alla Regione il clima si è fatto caldo con l'aggressione verbale a una troupe della Rai. C'è stato solo qualche momento di tensione con l'accensione di fumogeni. Il corteo era seguito dalle forze dell'ordine in tenuta antisommossa.
Manifestazione spontanea di protesta anche a Siracusa: decine di persone, in maggioranza giovani, hanno percorso corso Gelone, corso Umberto e sono arrivati in piazza Duomo davanti Palazzo Vermexio, sede del Comune. Una protesta pacifica contro le chiusure imposte dal provvedimento e in particolare la chiusura dei ristoranti dalle 18 e quella totale di piscine e palestre.
Durante una manifestazione organizzata dalle associazioni di categoria, il Sindaco di Messina, Cateno De Luca, ha preso parola criticando duramente l’ultima ordinanza del Presidente della Regione Siciliana, Nello Musumenci, la quale non prevede margini di tolleranza né aiuti economici per evitare che le imprese siciliane subiscano l’inevitabile tracollo.
“Accettiamo tutte le chiusure nel rispetto dell’andamento epidemiologico, che qui da noi è diverso rispetto ad altre regioni come la Lombardia, dalla quale Musumeci ha copiato per filo e per segno le disposizioni dell’ordinanza. Ma a questo punto mi chiedo: in questa ordinanza regionale dove sono andati a finire gli aiuti ai Comuni e alle imprese? I soldi che io ho anticipato per i buoni mensa e i buoi alimentari? Presidente, hai promesso i 100 milioni e ne hai dati 30, pur avendo io onorato gli impegni con i messinesi al posto tuo. Non puoi agire con la repressione senza dare speranza al mondo delle imprese, in relazione ai milioni previsti in finanziaria e che un sistema balordo ha impedito di destinare”.