I morti quotidiani per Covid a fine novembre saranno 450 (oggi sono 128). A fine dicembre: 652.
Non si batterebbe quindi il record del 27 di marzo, quando ci furono 969 deceduti, ma comunque alla conclusione del 2020 si raggiungerebbe un dato pesante di morti nell’anno a causa dell’epidemia: 63mila (oggi sono 37.338).
Sono dati elaborati da Repubblica.
Dati forse ottimistici. Avverte infatti Graziano Onder (Istituto Superiore di Sanità): “I contagiati di adesso moriranno tra circa un mese. La vera ondata la vedremo più avanti”. Un mese fa, il 24 settembre, i nuovi contagiati erano 1.786, cioè meno di un decimo di quelli di adesso. Anche se le notifiche dei decessi si riferiscono a più giorni, e anche se non è detto che i giorni che passano tra tampone e morte siano proprio 30, il timore è che invece di triplicare da qui al 24 novembre il dato decuplichi».
In ogni caso, chi non ce la fa è sempre più vecchio: «L’età media a settembre-ottobre, in base ai dati dell’Istituto superiore di sanità, è di 82 anni, contro gli 81 anni di giugno-agosto e i 77,8 di marzo-maggio. I deceduti colpiti prima del contagio da tre o più malattie, nella prima fase erano il 60,2%, nella seconda il 76,9 e nella terza (adesso) il 76,5» scrive Repubblica.
Secondo uno studio del servizio di Epidemiologia dell’Iss, condotto sulle cartelle cliniche di 4.400 pazienti ufficialmente morti di Covid, soltanto in 160 casi i morti sono davvero morti solo di Covid. In 599 casi i pazienti presentavano una patologia pregressa, in 874 due patologie e in 2.767 tre o più patologie.