Il Coronavirus cresce in maniera vertiginosa in Sicilia e cresce di pari passo la paura. Bisogna però analizzare bene quelli che sono i dati anche statistici per capire qual è la differenza, fra quanto accaduto in primavera è l’attuale situazione. E infatti dalle statistiche emergono delle importanti differenze.
Se si paragonano le due date del picco del contagio giornaliero in Sicilia, quello della prima fase il 26 marzo e il 16 ottobre, sicuramente è allarmante se si rimane al numero in sé. Sono 171 le persone risultate positive il 26 di marzo mentre sono 578 quelle registrate il 16 ottobre. Ma a questo punto bisogna analizzare i dati in maniera più approfondita e matematica.
Il picco di marzo, 171 positivi si è avuto con 1.095 tamponi, quello del 16 di ottobre su 5.934, con un rapporto positivi/test del 7,5%, inferiore al 12,6% invece di marzo. Del totale degli infetti a marzo su 1.095 quelli in isolamento erano 681, quelli di ottobre su 5.934 positivi, invece, 5.405 sono a casa.
Ad impressionare è anche il dato delle persone attualmente ricoverate con sintomi (529), superiore ai 414 di fine marzo. Ma anche qui bisogna approfondire e non fermarsi al dato generale. Il tasso di ospedalizzazione sul totale dei positivi attualmente è dell’8,9%, in primavera invece era del 62,1%. Gli stessi pazienti ricoverati in rianimazione, al 26 ottobre erano 58 al 16 di ottobre appena 10 meno del 26 marzo. Per quanto riguarda il dato sui decessi, sono 10 le vittime di venerdì 16 ottobre. Sono certamente un dramma come lo è la perdita di ogni vita umana e il dato in effetti è più pesante degli 8 morti registrati nel giorno con più nuovi casi nel lockdown. Bisogna però evidenziare che tasso di letalità e cioè il rapporto tra le persone decedute e il numero dei positivi, ora è dello 0,16%, contro lo 0,73% di marzo.
Altro dato che va analizzato con attenzione è quello dell’andamento dei ricoverati. Al 16 di ottobre in sicilia erano occupati 540 degli 800 posti di degenza ordinaria e 61 dei 94 di terapia intensiva. Ma qual è la previsione dell’esperto? Cosa succederà? Secondo Giuseppe Natoli, che è data manager dell’Unità di Medicina interna del Civico di Palermo, al 14 novembre se si continua con questo trend attuale ci saranno 1.250 ricoveri e 125 pazienti in terapia intensiva. Numeri che ci dicono che a fronte di una capacità di oltre 1.800 posti letto Covid e quasi 200 di rianimazione, attivabili in 48 ore in caso d’emergenza. Il sistema siciliano, dunque, dovrebbe reggere anche al boom di contagi previsto per il prossimo mese.
La Sicilia per potenziare gli ospedali Covid attende i 128 milioni dal governo da utilizzare per 32 progetti di potenziamento. E’ lo stesso Nello Musumeci, commissario delegato da Palazzo Chigi, a gestirli, con procedure rapide e deroghe alle norme sugli appalti, affidandosi al redivivo Tuccio D’Urso, ex dirigente regionale anti-fannulloni, in veste di soggetto attuatore. La Regione siciliana tra l’altro, punta al riordino di tutti i reparti di pronto soccorso degli ospedali dell’Isola, con percorsi separati per pazienti Covid ed extra-Covid, e ad incrementare con ulteriori 253 posti letto di terapia intensiva e 318 di sub intensiva (di cui 159 predisposti per la trasformazione immediata in intensiva).