La sentenza del processo con rito abbreviato con cui è stato condannato Carmelo Bonetta per l’omicidio di Nicoletta Indelicato, avvenuto la notte tra il 16 e il 17 marzo 2019, ripercorre i momenti drammatici di quei giorni.
Bonetta è stato condannato a 30 anni di carcere dopo aver confessato di aver ucciso Nicoletta insieme a Margareta Buffa e di aver bruciato il corpo. Buffa è invece sotto processo a Trapani. Non ha mai confessato. Lei, Margareta è l’ultima persona con cui è stata vista Nicoletta quella notte.
Ma quello che emerge dal processo Bonetta (che abbiamo cominciato a raccontare ieri) è un crescendo di contraddizioni e di accuse reciproche. Gli inquirenti capiscono subito che Bonetta e Buffa nascondono qualcosa. Così gli interrogatori si fanno più incisivi.
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Le ricerche della giovane Nicoletta Indelicato continuano per due giorni. Ci si mette alla ricerca di qualsiasi indizio, qualsiasi dettaglio utile a trovare la ragazza. Le prime versioni, subito discordanti, di Margareta Buffa e Carmelo Bonetta fanno traballare l’ipotesi dell’allontanamento volontario. Fanno sorgere a chi indaga e ai familiari il terribile presentimento che qualcosa di brutto possa essere accaduto.
Poi la mattina del 19 marzo, martedì, Bonetta si presenta spontaneamente in caserma. Dice di voler raccontare cose importanti su quella sera, che aveva mentito. Ma ancora non confessa.
Racconta ai carabinieri e al Pm che quella sera Margareta lo aveva raggiunto in casa sua verso le 23.30, ed erano usciti insieme con l’intenzione di andare a casa di Margareta dove Bonetta voleva parlare con il padre per ufficializzare il rapporto con la figlia. Lungo il percorso - racconta ancora Bonetta - i due avevano avuto una discussione ed era stato costretto da Margareta a scendere dall’auto, restando solo in mezzo alla strada, in via Salemi. Margareta, racconta sempre Bonetta che era tornata intorno alle 1.45 in stato di agitazione e con abiti diversi. Margareta, a detta di Bonetta, gli aveva chiesto di fornirle una copertura per quell'intervallo di tempo in cui si erano separati: “mi devi coprire con questi orari perchè ho combinato una cazzata grossa, devi dire che dalle 00.30 eri con me”.
Bonetta ha poi raccontato che Margareta non aveva dato alcuna spiegazione e che sono andati a Castelvetrano, a ballare all’Area 14, e al ritorno, alle 5 del mattino di domenica si erano fermati al bar. Non è tutto, perchè in questo terzo incontro di Bonetta con gli inquirenti l’uomo racconta che lunedì pomeriggio la sua ragazza si era presentata in casa sua chiedendogli di darle una mano a lavare l’auto, dato che i Carabinieri volevano controllarla. Bonetta racconta anche che Margareta in quei momenti era anche entrata in camera sua e aveva nascosto nel suo armadio, a sua insaputa, degli effetti personali di Nicoletta: un mazzo di chiavi, un braccialetto, il telefonino, una camicia rossa. La madre di Carmelo Bonetta, però, sempre secondo il suo racconto, si sarebbe accorta di tutto, avrebbe preso quegli oggetti, li avrebbe messi in un sacchetto e ridati a Margareta cacciandola di casa.
Bonetta racconta anche che aveva conosciuto Nicoletta un mese prima e che si era infatuata di lui, che c’erano stati dei rapporti tra i due, che Margareta una volta saputo ha aggredito, picchiandolo, Carmelo Bonetta. Una versione che apre nuovi spiragli, sempre più drammatici, nelle indagini indirizzate alla ricerca di una ragazza scomparsa, ma che nelle ore successive si trasformeranno in qualcosa di più tragico.
Bonetta non confessa. Ma la sua versione non regge. Fa avvicinare gli inquirenti alla certezza che qualcosa di molto grave sia successo.
Allora convocano Margareta. Mettono entrambi alle strette. Confrontano nel dettaglio le due versioni. Buffa conferma la sua prima versione sugli spostamenti. Non cambia una virgola. E aggiunge che aveva fatto conoscere Nicoletta a Carmelo poco prima di Natale, e di avere nutrito il sospetto che tra i due vi fosse qualcosa, avendo saputo dalla madre che un giorno il figlio aveva ricevuto continue telefonate da Nicoletta. La madre di Bonetta dice però agli inquirenti che aveva sì risposto alle chiamate di Indelicato una volta che il figlio era uscito con Margareta, dimenticando il telefono a casa, ma che Buffa era andata su tutte le furie e aveva fatto una scenata di gelosia.
Sono ore concitate. I carabinieri e il Pm sentono a turno Bonetta e Margareta. L’uomo aggiunge particolari a singhiozzo. Dice che Margareta il venerdì era molto arrabbiata con Nicoletta perchè a suo dire andava in giro a dire che Margareta si prostituiva e che per questo voleva “farla fuori”. Bonetta dichiara anche che Margareta il sabato doveva incontrarsi con Nicoletta perchè “doveva fare una cosa”. Poi la “cazzata”.
E’ un altalenante flusso di dichiarazioni. Bonetta e Buffa per qualche minuto siedono nella stessa stanza, da soli, non sanno che sono intercettati. Bonetta aspetta il suo avvocato. Ma nel frattempo con Margareta c’è una conversazione che inchioda entrambi e che non lascia più alcun dubbio sulla tragica fine di Nicoletta.
Buffa: “Ma gli hai detto che sono stata io?”. Bonetta: “Ci penso io, con l’avvocato devo parlare”. Buffa: “no, forse non mi hai capito, non si deve trovare il corpo, ok?”. Bonetta le dice di stare zitta. Lei: “sss cosa? io devo uscire da qua con la mia macchina e la mia vita…”.
Margareta rientra nella stanza dell’interrogatorio in lacrime, dicendo che Bonetta le aveva appena confidato che era stato lui ad uccidere Nicoletta, senza spiegarne le ragioni, l’occasione e le modalità.
Poi arriva la confessione di Bonetta, che racconteremo domani.
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